Cirrosi cane e gatto

I problemi di cirrosi epatica sono piuttosto comune fra il cane e il gatto che popolano le nostre case. Diversi cani sembrano avere una predisposizione genetica a sviluppare una malattia infiammatoria cronica del fegato: Dobermann, Bedlington, West Highland White Terrier, Skye Terrier, Cocker Spaniel, Americani e Labrador Retriever sono le razze più colpite.

A cura del Dott. DIEGO MANCA– Medico Veterinario

Cirrosi cane e gatto

La cirrosi può essere definita come lo stadio terminale di una malattia a decorso cronico progressivo e irreversibile del fegato. In caso di cirrosi si avvia un processo di continuo danno e riparazione del fegato che provoca la formazione di ponti fibrosi tra le unità fondamentali che lo costituiscono e cioè i lobi. Questo disordine conduce al malfunzionamento del fegato.

Multifunzione

Il fegato compie centinaia di funzioni, tra le quali abbiamo quelle di disintossicazione ed eliminazione; purificando il sangue, il fegato ha anche la funzione di controllo e deposito dei cibi con l’immagazzinamento degli zuccheri che gli giungono dalla digestione sotto forma di glicogeno, oltre a questo ci sono anche diverse attività relative al processo digestivo come la produzione e la messa in circolazione della bile che emulsiona i grassi.

Cane e gatto con problemi di cirrosi  

 

All’erta cirrosi

Il veterinario spesso è interpellato per visitare amici pelosi che preoccupano i loro proprietari perché hanno perso peso e sono un po’ meno vivaci, più letargici. Questi sono i primi campanelli d’allarme che possono far pensare a una malattia del fegato ma si tratta di segnali aspecifici perché sono comuni ad altre patologie.

In caso di cirrosi c’è un sovvertimento della struttura del fegato con conseguente fibrosi (tessuto ricco di fibre collagene e povero di cellule e vasi) e rigenerazione sotto forma di noduli.

I segnali di allarme di cirrosi nel cane e nel gatto

I sintomi più importanti della malattia cirrotica sono vomito, diarrea, feci di colore scuro o nero dovuto alla presenza di sangue digerito, aumento della sete e della produzione di urina. Segni clinici più tardivi possono comprendere raccolta di liquido nella cavità addominale (ascite), ittero, sanguinamento spontaneo e prolungato della mucosa buccale, manifestazioni neurologiche come stupore o modificazione della personalità, barcollamenti, debolezza, crisi convulsive, ventroflessione del collo, tremori del capo e muscolari, sordità.

Gatto in visita dal veterinario

Intossicati….. e non

Nei cani è caratteristica una riduzione di volume del fegato evidenziabile con indagini radiografiche ed ecografiche, mentre nei gatti esso è di dimensioni normali o aumentate. Le cause principali che provocano la cirrosi epatica sono possibili virus, la Leptospirosi, l’effetto cumulativo di tossine ambientali, epatiti croniche con evoluzione in cirrosi, l’intossicazione da rame, epatopatie indotte da farmaci (anticonvulsivanti, antimicotici, mebendazolo), complesso della colangioepatite nei gatti.

Diagnosi infausta

Le indagini di laboratorio che ci aiutano a diagnosticare una patologia epatica spesso precedono lo sviluppo della cirrosi. Fido e Micio si presentano di solito anemici (diminuzione dell’emoglobina nel sangue), con aumento della bilirubina e degli enzimi epatici, diminuzione delle albumine, della glicemia e del potassio. Il liquido ascitico è di norma un trasudato con bassa presenza di cellule. La diagnosi definitiva, infausta, oltre che supportata da radiografie ed ecografia, è emessa con la biopsia.

Sono colpiti animali di qualsiasi età, ma i segni clinici si manifestano più frequentemente in quelli adulti o anziani. Fido e Micio si presentano anemici, con aumento della bilirubina e degli enzimi epatici, diminuzione delle albumine, della glicemia e del potassio.

Senza scampo

Una volta che al nostro amico a quattro zampe è stata purtroppo diagnosticata la cirrosi la terapia è solo sintomatica e di supporto, diretta a controllare le complicanze dell’insufficienza epatica grave. Se è possibile determinare una possibile causa, la terapia specifica indirizzata alla prevenzione di ulteriori danni può rallentare la progressione della cirrosi.

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