Alimentazione Ipoallergenica per cani e gatti

Secondo gli esperti, per definirsi “ipoallergenico” un alimento non deve contenere ingredienti che possano provocare reazioni allergiche al paziente cui viene somministrato. Ecco alcuni consigli sull’alimentazione più adatta a cani e gatti allergici.

A cura della Dott.ssa SABRINA DOMINIO – Medico Veterinario

Cibo per cani e gatti allergici: ecco cosa sapere

Questo concetto apre un mare di interpretazioni su come debba essere un prodotto destinato agli animali allergici. Quali sono, infatti, gli ingredienti che provocano allergie? 

La riposta è: “dipende”, anzitutto da quali sostanze provocano reazioni nel paziente. Non tutti gli animali, infatti, sono allergici alle stesse cose. Il manzo, ad esempio, da decenni è incriminato di essere un ingrediente allergizzante, eppure potrebbe benissimo essere tollerato da un soggetto sensibile a molte altre sostanze.

Le ditte mangimistiche hanno individuato nella formulazione dei loro prodotti ipoallergenici quelli che statisticamente provocano minori reazioni nella popolazione canina e felina ma, senza indagini più approfondite, né il medico veterinario né il proprietario possono avere la certezza che, somministrando un prodotto ipoallergenico, l’animale lo tollererà bene.

La dieta ipoallergenica per cani e gatti

La dieta ipoallergenica viene prescritta o consigliata dal veterinario quando il paziente a quattro zampe manifesta sintomi riconducibili all’allergia o all’intolleranza alimentare, come dermatiti, prurito, lacrimazione eccessiva o diarrea. In alcuni casi, anche se il vostro beniamino gode di buona salute, può essere consigliabile questo tipo di alimentazione a scopo preventivo, specialmente se appartiene ad una razza particolarmente predisposta a questi problemi.

Allergia o intolleranza alimentare?

Sebbene la diagnosi, la terapia e la sintomatologia possano essere molto simili, se non ricalcabili, questi due disturbi presentano delle differenze sostanziali.

L’allergia coinvolge il sistema immunitario e si sviluppa dopo che quest’ultimo si è sensibilizzato ad una certa proteina di grosso peso molecolare, chiamata “allergene”. In caso di allergia alimentare, l’allergene è una proteina contenuta nell’alimento, che magari l’animale ha sempre assunto ma che, per un malfunzionamento del sistema immunitario, viene improvvisamente riconosciuta come estranea e pericolosa per l’organismo, che reagisce per eliminarla.

In caso di allergia c’è sempre il rischio che l’organismo si sensibilizzi a nuove proteine per cui meno ingredienti si utilizzano, più alternative resteranno nel caso si sviluppi una sensibilizzazione alla dieta ipoallergenica attualmente vincente. 

Le reazione alle intolleranze alimentari di cani e gatti

La quantità di allergene presente nell’alimento non è influente. Basta anche una piccola briciola dell’ingrediente incriminato, per scatenare una reazione intensa ed esagerata. È per questo motivo che un animale allergico tenuto a regime controllato da tempo, al primo piccolo “sgarro”, che sia quest’ultimo anche solo un bocconcino, svilupperà segni clinici anche molto gravi.

Se il troppo stroppia

L’intolleranza alimentare, invece, non coinvolge il sistema immunitario e si può verificare già alla prima assunzione dell’ingrediente incriminato. Inoltre, in questo caso, l’intensità della reazione dell’organismo è proporzionale alla quantità di allergeni assunta. Un esempio di intolleranza è quella al lattosio, lo zucchero contenuto nel latte che, nei lattanti, viene digerito dagli enzimi lattasi.

Con lo svezzamento, se il cucciolo non assume più con regolarità il latte, questo enzima smette di funzionare. Nel caso venga introdotto improvvisamente il latte nella dieta, il lattosio indigerito verrà eliminato con le feci ma, durante il transito intestinale, richiamerà liquidi e provocherà diarrea.

Come scegliere gli alimenti più adatti per cani e gatti allergici?

Gli ingredienti che vanno sicuramente evitati in un prodotto ipoallergenico sono tutti gli additivi (coloranti, conservanti, addensanti) artificiali che possono essere riconosciuti come estranei dal sistema immunitario. Stesso discorso vale per gli ingredienti ricchi di istamina, come il tonno. Un’altra regola comune è che qualsiasi prodotto scegliate, deve contenere il minor numero di ingredienti possibile, in modo da restringere il più possibile il campo.

Optate quindi per quei mangimi denominati “monoproteici”, in quanto contengono una sola fonte di proteina animale. Ancora meglio se anche la fonte di carboidrati e di grassi è singola.

Un prodotto commerciale completo è formulato in modo da soddisfare pienamente i fabbisogni nutritivi del vostro animale, anche se somministrato per lunghissimi periodi, se non a vita. 

Ecco alcuni esempi di dieta casalinga

Proprio per raggiungere lo scopo di limitare al minimo il numero di ingredienti, alcuni veterinari dermatologi prescrivono una dieta casalinga, che in genere si prepara con tre ingredienti, come cavallo, polenta e olio di mais. Può essere una valida soluzione, ma, come tutte le diete casalinghe, presenta alcuni inconvenienti, come la difficoltà di bilanciarla in risposta ai fabbisogni dell’animale e la dispendiosità in termini di tempo e denaro.

Leggere sempre l’etichetta degli alimenti con attenzione

Per scegliere un alimento che sia davvero ipoallergenico per il proprio animale non basta che sia presente la dicitura sulla confezione, ma devono essere assenti tutti quegli ingredienti che l’animale ha assunto o potrebbe avere assunto nel corso della sua vita, perché il suo organismo potrebbe essersi sensibilizzato ad uno di questi.

Ecco perché nei mangimi ipoallergenici non troverete quasi mai manzo, pollo, soia, mais, riso e latticini, in quanto ingredienti comunemente utilizzati per alimentare un cane o un gatto. Se invece il vostro beniamino ha mangiato bistecche di agnello per tutta la sua vita, nonostante essa sia considerata una carne ipoallergenica, non lo sarà nel suo caso e andrà quindi evitata.

Idrolizzati: attenzione ai componenti

Esiste poi una categoria di prodotti commerciali che utilizzano ingredienti comuni e magari considerati fra i più allergizzanti, come pollo o soia, che vengono trattati in modo tale da non creare nessun tipo di reazione nel soggetto allergico.

É il caso dei prodotti idrolizzati, le cui proteine vengono frammentate artificialmente e ridotte in molecole molto piccole, che passano inosservate la barriera presidiata dal sistema immunitario. Paradossalmente, quindi, un cane allergico al pollo, potrà tranquillamente assumere un prodotto a base di proteine idrolizzate del pollo, senza sviluppare alcuna reazione.

Alcune regole fondamentali

L’aspetto basilare che molti proprietari erroneamente non colgono è l’importanza di non variare l’alimentazione di un soggetto allergico. Spesso, convinti che l’animale si stufi o peggio possa avere delle carenze alimentari, essi passano da un alimento ipoallergenico all’altro, al fine di variare il gusto del mangime.

Niente di più sbagliato. Questo concetto è già errato in un animale sano, visto che, a differenza dell’uomo, esso non ha necessità di cambiare dieta e, anzi, ogni mutazione degli ingredienti è uno stress per l’apparato digerente che deve adattare enzimi e microflora batterica intestinale ai nuovi nutrienti.

La dieta vegetale per allergie di cani e gatti

Innanzitutto questo discorso, a parere di chi scrive, vale solo per il cane. Il gatto, infatti, è affetto in minor percentuale da allergia alimentare ed è più semplice trovare un alimento efficace per trattare il suo problema.

In secondo luogo, il gatto è un carnivoro stretto ed è estremamente pericoloso alimentarlo con prodotti di sola origine vegetale poiché si rischierebbero carenze di proteine ed amminoacidi anche molto pericolose per la sua salute. La scelta di una dieta vegetale per il cane deve avere una valida motivazione medica, mentre è egoistico scegliere questo tipo di dieta per soddisfare le proprie convinzioni etiche.

Anche se in maniera meno restrittiva del gatto, il cane resta pur sempre un carnivoro ed il suo organismo assimila in maniera efficace soprattutto le proteine di origine animale.

Un cane allergico al pollo potrà assumere un prodotto a base di proteine idrolizzate del pollo senza sviluppare alcuna reazione. 

Diagnosticare allergie in cani e gatti

Detto questo, il cane con sospetto o diagnosi di allergia alimentare può assumere una dieta commerciale vegetale per “resettare” il sistema immunitario.

Le proteine vegetali, infatti, creano il minore stimolo possibile per il sistema immunitario, che quindi viene messo in stand-by. I sintomi, quindi, dopo circa due mesi, dovrebbero iniziare ad attenuarsi, che siano essi dermatologici o gastroenterici.

A questo punto, si può reintrodurre una dieta carnivora, scegliendo un mangime ipoallergenico e monoproteico, che contenga ingredienti mai assunti dal vostro beniamino. Nella scelta, fatevi guidare dal vostro veterinario di fiducia, evitando il “fai da te”.

Una dieta a lieto fine

Esistono casi particolari in cui la dieta vegetale può essere adottata per periodi più lunghi, anche per tutta la vita. Uno di questi è l’atopia, un tipo di reazione allergica di cui non si conosce la causa, molto spesso perché più fattori contemporaneamente ne provocano la sintomatologia.

In questo caso, anche se la causa non è alimentare, una dieta vegetale può ridurre ai minimi termini la stimolazione del sistema immunitario, nella speranza che anche i sintomi si attenuino.

Un altro caso è quando il povero peloso, con il passare del tempo, si è ormai sensibilizzato a tutte le proteine animali contenute nei prodotti commerciali ipoallergenici.

La soluzione potrebbe essere un prodotto idrolizzato, che spesso crea non pochi problemi al proprietario, che si deve scontrare con una scarsa appetibilità e con un prezzo molto elevato, vista la procedura di produzione all’avanguardia. Esistono diversi casi “a lieto fine”, in cui la situazione disastrosa si è risolta con la dieta vegetale.

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