Nel periodo estivo, il bel tempo invita a passeggiate in campagna, ma… attenti agli imprevisti come possibili incontri con serpenti, il più pericolosa è la vipera e il suo morso!
A cura del Dott. Marco Smaldone Madico Veterinario – Bari
Tra i diversi tipi di incidenti, infatti, il morso di vipera è sicuramente il più temuto perché ci coglie di sorpresa e, ancora più, per la sua gravità.
Luoghi a rischio dove possibile imbattersi nel morso di una vipera
Per fortuna questo tipo di “incontro” non è frequente: i luoghi dove si corre il rischio di imbattersi in una vipera sono i caseggiati diroccati o in abbandono, ubicati frequentemente nelle campagne o nelle zone periferiche dei centri abitati, ma è anche frequente incontrarle vicino ai muri a secco e nei terreni pietrosi ed incolti.
Può essere utile sapere che uno dei nascondigli preferiti dai rettili è infilarsi sotto le pietre. Questo avviene soprattutto nelle ore più calde della giornata e quando vengono spaventate dalla presenza improvvisa di persone o animali. Va da sé che, se dobbiamo spostare una grossa pietra, occorre allontanare il nostro amico a quattro zampe e procedere con un bel paio di guanti, per evitare di infilare le mani nude sotto il sasso ed essere “beccati”.
Morso della vipera attenzione al cane
Fra tutti gli animali, uomo compreso, il cane è sicuramente il più esposto al morso dei rettili. È dovuto essenzialmente a quella che è la sua natura, in quanto predisposto a dare la caccia ai serpenti. Ed ancora più perché portato ad intrufolare il muso dappertutto per appagare la sua curiosità olfattiva. Quindi, annusare in cunicoli ed anfratti come nell’erba alta, lo espone maggiormente al serio pericolo di essere morsicato da una vipera.
Quando un cane subisce l’attacco di un rettile la scena che si verifica è vedere l’aggredito compiere improvvisamente un balzo all’indietro. Questa brusca reazione da parte del cane è un modo inconscio ed istintivo per cercare di sottrarsi all’improvviso attacco spiccato dal serpente. Nel caso in cui il rettile riesca a raggiungere il bersaglio, le parti anatomiche del cane maggiormente colpite sono le labbra, il naso, le orecchie, sotto la gola e alle zampe.
Tra i diversi aspetti inquietanti di questo angoscioso incidente spesso c’è anche quello di non essere in grado di identificare il tipo di serpente. In quei terribili momenti è difficile capire se si tratta del morso di una vipera o, più semplicemente, di un’ innocua biscia. Di fronte ad una simile circostanza e nel dubbio, per non correre rischi, è comunque meglio avviare tempestivamente le previste cure del caso, senza aver paura di esagerare, perché l’azione del veleno di questo rettile è così rapida che un ritardo potrebbe vanificare ogni tipo di cura.
La natura del rettile
Per capire quale sia la natura del rettile si può iniziare osservando il tipo di morso cagionato. Infatti, attraverso un attento esame delle ferite prodotte, si può stabilire se si tratta del morso di una vipera o di quello di un innocuo rettile. Quando a mordere è una vipera i buchini lasciati sulla cute dello sfortunato soggetto colpito sono due e paralleli, abbastanza profondi e distanti tra loro circa un centimetro, seguiti da una serie di altri forellini molto meno evidenti.
Quando invece a mordere è un altro tipo di rettile non velenoso, i buchi sono tutti piccolissimi ed uguali.
Va però detto che esistono anche eccezioni: come riuscire a vedere solo uno dei buchi attraverso il fitto pelo del cane o perché la vipera in un precedente morso può aver perso una delle zanne velenifere.
A proposito dei denti dei viperidi, è opportuno specificare che sono due, alloggiati nella parte anteriore della mascella superiore; hanno una lunghezza di poco meno di un centimetro e, a bocca chiusa, si posizionano sotto il palato. Ma la loro principale caratteristica è che questi denti sono attraversati da un canalicolo che sbocca ad uno o due millimetri dalla punta degli stessi e che questo condotto comunica con la ghiandola del veleno.
Entrambe le ghiandole velenifere sono provviste di muscolo compressore, che entra in azione nel momento in cui il serpente morde, riuscendo così ad iniettare il contenuto delle ghiandole, ovvero tutto il quantitativo del veleno da esse elaborato direttamente nella ferita provocata dal morso.
Altri segni caratteristici del morso della vipera
Altri segni che si possono evidenziare nella sede del morso sono i “sintomi locali”, dovuti all’iniziale assorbimento del veleno: consistono in un vivo dolore della parte morsicata con la comparsa di gonfiore ed intenso arrossamento.
Il gonfiore (l’edema), dapprima è localizzato solo alla parte morsicata, ma poi, con il trascorre delle ore, tende ad allargarsi in modo molto vistoso in tutta l’area circostante, con una colorazione della pelle rosso bluastro.
Ci sono poi i “sintomi generali”, che di solito cominciano ad evidenziarsi all’incirca dopo una mezz’ora da quando il soggetto è stato morsicato. Consistono in un grave malessere generale con segni di instabilità, quali vertigini, vomito, diarrea, brusco calo di pressione e shock, unitamente a compromissione cardio-respiratoria, che possono evolvere con il coma e la morte, spesso preceduta da sincope e da convulsioni.
Aspetti evidenti
Evidenzierò ora i molteplici aspetti somatici della vipera al fine di poterla facilmente riconoscere e così mantenere le giuste distanze nel caso di un incontro improvviso per evitare dei seri pericoli. Ritengo opportuno cominciare dal colore del suo corpo, perché anche se non è un dettaglio determinante a colpo d’occhio permette nell’immediato di poter subito capire la differenza con i tantissimi altri serpenti non velenosi.
Questo perché il suo colore è molto particolare: bruno rossastro picchiettato di nero e questo può fare un’immediata differenza nel farci dedurre che non si tratta di un comune serpente, come ad esempio lo “scorzone”, che è interamente nero e di dimensioni maggiori o il “cervone”, molto presente nelle nostre campagne, con manto multicolore di dimensioni ancora più grande.
Un ricordo
A proposito di questo serpente, mi viene in mente un ricordo di quando ero piccolo: l’ho potuto conoscere da vicino in un giorno d’estate. In compagnia di mio nonno Marco mi ero recato in campagna, dove, al centro del suo vigneto, c’era una piccola casetta fatta di tronchi e canne, dove mio nonno si andava a riparare dal forte caldo nelle ore della siesta.
Quel giorno eravamo appena entrati nel pagliaio (così veniva denominato in gergo paesano quella casetta di campagna) quando, inaspettatamente per me, vidi comparire un grosso serpente e fui subito assalito da una grande paura, per cui acchiappai immediatamente la scopa per cercare di neutralizzarlo.
All’istante mio nonno mi bloccò dicendomi di deporre l’attrezzo perché quel serpente era un suo amico e si era presentato al centro del pagliaio poiché, avendo udito i suoi passi, era uscito per salutarlo.
Mi disse che era lì da molti anni e che lui, una volta alla settimana, gli portava da mangiare, mentre il serpente a sua volta gli restituiva l’importante servizio di presiedere al controllo dei topi di campagna, che facilmente si sarebbero potuti impossessare di quella casuccia.
Quindi, vigeva tra loro un mutuo e reciproco rapporto di convivenza, che a me servì d’insegnamento. Da quel giorno riuscii a superare la paura dei serpenti ed avere anche rispetto verso di loro.
Udito dei rettili
Nel descrivere questo aneddoto ho parlato di udito del serpente. In questo sono molto diversi da noi, perché non posseggono orecchie esterne, ma, al contrario, hanno un orecchio interno, con una spiccata sensibilità nel sentire le vibrazioni. Per questo avvertono molto bene i nostri passi.
Altri segni identificativi
La testa della vipera è molto caratteristica: ha forma triangolare e con il muso leggermente all’insù ed è ben distinta dal corpo per il collo più sottile. Gli occhi hanno delle caratteristiche pupille a fessura verticale, come quelle del gatto, anziché rotonde come sono quelle dei serpenti non velenosi.
In quanto alla lunghezza del suo corpo, è piuttosto breve e, spesso, non supera i 60 cm. La coda ha un aspetto caratteristico, poiché corta e tozza.
Se il cane viene morsicato?
In primis bisogna cercare di mantenere la calma e impedire al cane di compiere eccessivi movimenti, perché questo favorirebbe il diffondersi del veleno nel circolo generale. Pertanto, tenerlo in braccio è la cosa migliore. Lavare subito la parte colpita con acqua ossigenata o soluzione fisiologica. In alternativa, anche con acqua corrente o di bottiglie, purché si lavi bene la ferita.
Nel caso sia stato morsicato ad una zampa, la successiva cosa importante da fare è applicare una specie di laccio emostatico, che deve essere leggermente compressivo e va applicato a monte della parte colpita, ovvero alcuni centimetri sopra al punto della morsicatura. Questo serve a rallentare il circolo sanguigno, ma non a bloccarlo.
Quindi deve essere fatto in modo che vi possa scorrere un vostro dito sotto questo ipotetico laccio emostatico. Trovandosi in campagna, sfilarsi la cintura è il rimedio più semplice ed opportuno da utilizzare.
Ricordarsi che questa contenzione non può protrarsi a lungo, al massimo due ore.
Dopo aver individuato i due fori tipici del morso, si deve praticare un’incisione sulla pelle che unisce i due buchi ad una profondità di non oltre 5 mm, per poi esercitare delle lievi compressioni, per favorire la fuoriuscita di sangue unitamente al veleno appena inoculato. Prima di praticare l’incisione, sarà opportuno sterilizzare la lama dell’attrezzo da usare, magari con la fiamma di un accendino.
Inoltre bisognerà prestare particolare attenzione, onde evitare di tagliare zone dove scorrono vasi sanguigni importanti, soprattutto quelli arteriosi. Quindi occhio alle zone che pulsano!
Per una migliore estrazione del veleno, si può procedere anche tramite suzione, ripetuta più volte e sputando poi il veleno.
Ma attenzione! E’ una pratica a volte rischiosa per il soccorritore qualora avesse delle micro lesioni nel cavo orale o delle labbra screpolate. Qualora il cane sia stato morso alla testa o al collo, sfilate subito il collare, togliendo anche quello antiparassitario, nel caso lo avesse.
Come già detto, la zona colpita in pochissimo tempo può diventare tumefatta e gonfia ed eventuali collari stretti e non dilatabili potrebbero soffocarlo. Giunti dal veterinario molti altri presidi medici potranno essere utilizzati per cercare di salvare lo sfortunato paziente, tra cui, quello più importante, di ricorrere all’uso di “siero antiofidico”.
Il siero è essenziale, ma alquanto controverso
Bisognerà essere molto fortunati per trovarlo e molto cauti quando lo si deve usare, per i suoi altissimi rischi di reazioni anafilattiche, che in molti casi sono più temibili del veleno stesso. Terapia questa di esclusiva competenza del veterinario. Una raccomandazione molto importante: nel caso che il serpente responsabile del morso sia stato catturato o ucciso, non dimenticate di portarlo dal veterinario, per una sicura identificazione.
Cosa spesso molto difficile quando si ammazza un rettile, poiché di solito si mira a colpirlo proprio alla testa, spesso sfigurandolo completamente, rendendo impossibile l’identificazione. Concludendo vi invito a diffondere questo articolo in modo che sempre più persone possano essere informate su cosa fare e cosa non fare nel caso in cui, durante una passeggiata in campagna si incontra una vipera.