Continua il nostro viaggio nel mondo dei problemi dell’apparato digerente. Questa volta parleremo dei disturbi che colpiscono l’intestino e di quali rimedi dietetici è possibile utilizzare per aiutare il nostro fedele amico a sentirsi meglio.
Dott.ssa Chiara Mariti gruppo ETOVET Dipartimento di Anatomia, Biochimica e Fisiologia Veterinaria, Università di Pisa
Una sieta specifica per il cane e il gatto
Lo scopo di una dieta specifica è quello di fornire all’animale tutti i fattori nutritivi di cui necessita e, nel contempo, permettere all’intestino di riprendere la sua normale attività.
L’acqua ed i sali minerali sono di fondamentale importanza se il soggetto
soffre di diarrea acuta, perché le perdite di liquidi e micro-elementi (soprattutto potas-sio) sono massive. Nei casi più seri, è meglio supportare la normale assunzione di acqua dell’animale con una terapia fluida per via endovenosa; oppure, esistono in commercio delle soluzioni di acqua, glucosio, aminoacidi e minerali appositamente studiate per reidratare l’animale.
Come regola di base
La dieta deve essere altamente digeribile e principalmente composta da proteine derivanti da muscoli e visceri, mentre é meglio evitare la somministrazione di ossa e tessuti cornei. Quale fonte di carboidrati, è consi-gliabile scegliere per il cane mais, frumento, riso e orzo, che sono i più digeribili, mentre per il gatto la scelta è meno vincolata perché, a dispetto della sua natura di carnivoro stretto, ha meno problemi ad assimilare i carboidrati.
In ogni caso, è sempre meglio utilizzare cereali finemente macinati e ben cotti, in quanto sono più facilmente assimilabili dall’intestino. Dosi massive di lipidi possono aggravare la patologia intestinale ma, nello stesso tempo, non è consigliabile ridurne l’apporto in modo drastico, perché sono la principale fonte energetica per i carnivori ed incoraggiano l’assunzione del cibo nei soggetti inappetenti, prevenendo l’eccessive perdita di peso.
Il disturbo che colpisce più di frequente i nostri amici animali quando
c’è qualche problema intestinale è sicuramente la diarrea. E’ importante sottolineare che la diarrea non è una malattia, ma semplicemente un sintomo, che denuncia una situazione patologica a carico dell’intestino o di altri organi correlati, come ad esempio il pancreas. Curare questo sintomo, quindi, può risultare perfettamente inutile, se alla fine non si scopre quale problema c’è alla base!
Per definizione, la diarrea è determinata da un cambiamento nel numero e nella frequenza delle defecazioni ed è caratterizzata dall’emissione di feci di scarsa consistenza e spesso aumentate di volume.
La diarrea viene definita cronica se permane per più di 3 settimane,
altrimenti si parla di diarrea acuta. Esistono tanti tipi di diarrea, che vengono classificati in base al meccanismo fisiopatologico che le determina.
A questo proposito la dieta intestinale deve contenere dal 12 al 15 %
di grassi nel cane e dal 15 al 22% nel gatto.
L’apporto energetico
Deve essere tale da permettere all’animale di fare tanti piccoli pasti durante la giornata e permettergli di recuperare il peso perso ma, allo stesso tempo, non deve essere eccessiva, perché si affa-ticherebbe ancora di più l’intestino. Meglio scegliere un alimento che apporti dalle 3,5 alle 4 Kcal/grammo.
In alcuni tipi di diarrea molte proteine vengono perse e si possono verificare casi di carenze. Per questo motivo, è importante che il mangime ne contenga quantità elevate. Esse devono inoltre essere altamente digeribili e, se il vostro veterinario sospetta una forma di intolleranza o allergia alimentare, è opportuno somministrare un alimento che ne contenga una sola fonte e che, per questo motivo, è detto “monoproteico”.
Il ruolo della fibra in caso di diarrea è molto controverso.
Alcuni esperti dicono che essa ha diversi effetti positivi sulla salute dell’intestino. Innanzitutto regolarizza la motilità intestinale ed assorbe le tossine e gli acidi in eccesso. Inoltre, essa favorisce la crescita della microflora intestinale e normalizza la consistenza delle feci, regolando l’assorbimento di acqua.
D’altro canto, molti sostengono che questo nutriente diminuisca la digeribilità degli alimenti, aumentando i materiali di scarto nell’intestino e caricandolo di un ulteriore lavoro digestivo. Per iniziare, è consigliabile somministrare un alimento che ne contenga quantità moderate, dal 5 al 10%, e poi correggere il dosaggio in base alla risposta dell’animale. L’ideale è mantenere una certa proporzionalità fra le fonti di fibra solubile
ed insolubile. La prima, contenuta soprattutto nelle carote cot-te e nei semi di psyllium, viene fermentata dai batteri intestinali e trasformata in diversi acidi organici.
Il risultato finale è la creazione di un ambiente ideale per lo sviluppo di questi batteri buoni, che quindi ostacola la crescita di quelli patogeni. Inoltre, questi acidi hanno effetti positivi sulle cellule intestinali e stimolano il sistema immuni-tario di questo organo.
La fibra insolubile, contenuta nella crusca di frumento e nella cellulosa, regolarizza la motilità intestinale e modifica il tempo di permanenza delle feci nell’intestino.
Tuttavia, la fibra ha anche l’effetto collaterale di diminuire la digeribilità dell’alimento e per questo motivo bisogna fare attenzione ad aggiungerla nella dieta di un animale che già soffre di problemi digestivi. A questo proposito, è consigliabile scegliere un alimento che contenga al massimo il 5% di fibra, meglio se di tipo solubile.
La più diffusa è sicuramente la diarrea osmotica, che è dovuta alla presenza di materiale alimentare indigerito nell’intestino. Questo cibo, a causa di una legge fisica, richiama i liquidi nel canale intestinale, determinando la formazione di feci molto molli o liquide. In genere, il sintomo si risolve spontaneamente in 24-36h.
Un altro tipo di diarrea molto comune è quella essudativa, provocata dalla perdita di integrità di alcuni tessuti dell’intestino, a causa di infiammazioni o ulcere. Spesso è presente del sangue nelle feci e queste di norma contengono molte proteine, che l’intestino non riesce più ad assorbire. Questo tipo di diarrea non guarisce spontaneamente ed è consigliabile tenere l’animale a digiuno per 12-24h, per mettere a riposo l’intestino.
Altri tipi di diarrea meno comuni nel cane e nel gatto sono la secretoria e
quella dovuta ad una motilità intestinale alterata, che invece sono più diffuse nell’uomo. Le cause di diarrea sono moltissime ed in questa sede parleremo più che altro delle strategie nutrizionali che possiamo adottare per migliorare lo stato di salute del povero animale. Naturalmente, in caso di diarrea persistente, è d’obbligo far visitare l’animale da un Medico Veterinario, che saprà diagnosticare la causa del malessere ed imposterà la terapia mirata.
La glutammina è il nutrimento delle cellule intestinali e mantiene
sana la mucosa di questo organo.Gli alimenti per cani e gatti contengono questa molecola, ma è molto difficile determinarne le quantità.
A questo proposito, è sempre meglio addizionarla alla dieta di un
soggetto affetto da diarrea, mediante somministrazione d’integratori
che contengono questa sostanza.
Assieme alle altre sostanze, l’animale colpito da diarrea perde anche molto
bicar-bonato e questo potrebbe provocare problemi di acidità del sangue (acidemia). A questo proposito, è meglio scegliere un alimento che renda il pH urinario superiore a 6.8.
Le vitamine idrosolubili vengono perse massivamente in caso di diarrea e vanno somministrate in dosi superiori rispetto ad un soggetto sano. Per quanto riguarda le liposolubili (A, D, E, K), la carenza in caso di diarrea è meno frequente e può verificarsi nel caso che nelle feci vengano persi molti grassi (steatorrea), a causa di un problema di malassorbimento.
Infine, sembra che aggiungere dell’olio di pesce, ricco di acidi grassi Omega 3 aiuti a ridurre l’infiammazione della mucosa intestinale.
Quando si riscontra una diarrea che non si risolve da sola, è meglio tenere
l’animale a digiuno per 24/48h, per mettere a riposo il suo intestino. Poco per volta, si possono introdurre piccole quantità di un alimento specifico per i problemi digestivi, che andrà somministrato in 6-8 piccoli pasti giornalieri. Se, dopo questi accorgimenti, non si verificano altri casi di diarrea, si può aumentare gradualmente la dose di alimento e diminuire poco per volta il numero di pasti.
Costipazione e dieta specifica
La costipazione è caratterizzata dall’emissione di feci troppo dure e asciutte e da una diminuzione della frequenza delle defecazioni. Se la costipazione si aggrava, si può verificare l’ostruzione intestinale, in quanto le feci, sempre più dure, non riescono più a passare nel canale intestinale. Naturalmente l’animale prova dolore ed alcune volte può emettere delle scariche di feci liquide, che riescono a trovare un varco nel canale ostruito. È importante non confondere questa manifestazione con la diarrea, perché si rischierebbe di aggravare ulteriormente la situazione.
Le cause di costipazione sono molteplici e dal punto di vista alimentare
nel cane si tratta spesso di un’eccessiva assunzione di ossa o altri materiali indigeribili, come le pietre. Nel gatto è frequente riscontrare questa patologia nei soggetti a pelo lungo, soprattutto se nel periodo della muta non vengono spazzolati a sufficienza o non viene somministrato loro un integratore in grado di eliminare i boli di pelo.
Anche tutte le cause di un ritardo della defecazione possono causare
costipazione. Ad esempio, interventi chirurgici in prossimità dell’ano o problemi ortopedici possono causare dolore e l’animale diminuisce il numero di defecazioni e ritiene le feci più a lungo.
Questo provoca un maggiore assorbimento di liquidi a livello intestinale e le feci diventano più dure e asciutte. Infine, disturbi neurologici che bloccano la motilità intestinale o masse tumorali che ostruiscono l’intestino possono essere altre cause di questo disturbo. Anche in questo caso, l’assunzione di acqua è fondamentale, per permettere alla feci di ammorbidirsi nuovamente e venire espulse.
Incoraggiate il vostro animale a bere posizionando in tutta la casa ciotole di acqua fresca e pulita, magari aromatizzata con un po’ di brodo e scegliete mangimi di consistenza umida (dieta casalinga o scatolette).
I probiotici sono i “batteri buoni” dell’intestino e sono contenuti negli integratori a base di fermenti lattici, nello yogurt e nei latticini fermentati. Questi microrganismi, se somministrati all’animale, colonizzano l’intestino ed ostacolano la crescita dei batteri patogeni, spesso responsabili della diarrea. I prebiotici, invece, sono il nutrimento di questi batteri buoni e ne
permettono la crescita, garantendo quindi la salute dell’intestino. Di solito si tratta di particolari carboidrati e, fra i più diffusi ci sono certamente i MOS (mannano-oligo-saccaridi), che si estraggono dal lievito ed i FOS (frutto-oligo-saccaridi), che derivano dalla cicoria.
La fibra in questo caso è di fondamentale importanza, perché stimola
la motilità intestinale e rende le feci più morbide e voluminose.
Alcuni tipi di fibre, come quelle contenute nei semi di psyllium, polpa di barbabietola, carote o pectine hanno la capacità di formare un gel, che ha uno spiccato effetto lassativo. Queste fibre, infatti, si comportano come una spugna ed assorbono fino a 10 volte il loro peso di acqua, creando un gel molto viscoso, in grado di far scorrere le feci nel canale intestinale.