Con l’avanzare dell’età i nostri amati pet possono avere vari disturbi. Per questo è importante farsi seguire dal Veterinario di fiducia e adottare determinate accortezze per la cura e la salute del cane e gatto anziano.
A cura di Elisabetta Parise
Cane e gatto anziano la cura
I nostri amati pet, proprio come noi umani, risentono del passare del tempo:; il metabolismo rallenta, l’efficienza dell’apparato digerente comincia lentamente a vacillare e subentrano alcune patologie che di fatto sono inevitabili con l’avanzare dell’età.
La vita dei “pelosetti” si sta allungando e, quindi, i proprietari devono imparare ad affrontare nuove problematiche legate all’invecchiamento. Generalmente, un gatto è considerato anziano attorno ai dieci anni ma possono arrivare anche a 20 anni; sono considerati “senior” tra gli 11 e 14 anni e anziani oltre i 15.
Per i cani, invece, la valutazione cambia in base alla taglia. Mediamente la loro aspettativa è di 13 anni: gli esemplari di taglia grande o gigante sono considerati “senior” da 6/8 anni e “geriatrici” dai 9; quelli di taglia piccola rispettivamente dai 7/10 e dagli 11 anni.
Come cambia l’organismo con l’avanzare dell’età
Con l’avanzare dell’età l’organismo di cani e gatti subisce delle lente, ma inevitabili trasformazioni. Assolutamente raccomandabile, se non obbligatorio, è un controllo costante del Veterinario; questo, infatti, permetterà di capire, diagnosticare e, in caso, agire tempestivamente qualora subentrino delle patologie tipiche della “terza età”.
Nei pet anziani si possono presentare variazioni del ritmo del sonno, un calo della memoria spaziale (per cui le bestiole riescono ad orientarsi di meno) o un eventuale disorientamento anche in ambienti noti. Senza dimenticare la diminuzione delle funzioni cognitive o la perdita di nozioni apprese.
Inoltre, tendono a sopportare meno gli ambienti rumorosi ed affollati: per questo spesso tendono a riposarsi vicino al padrone, cosa che li rassicura. Restano, inoltre, attenti agli stimoli positivi, ma tendono a “disinteressarsi” a quelli negativi: un modo per evitare l’esposizione agli stress.
Ma non è tutto: non vanno esclusi anche eventuali problemi fisici come l’artrosi, che dà dolore e difficoltà di movimento. Calano anche udito, vista, olfatto e possono comparire dei peli bianchi; i cani, si ingrigiscono soprattutto sul muso, mentre il gatto anziano tende a pulirsi di meno e questo rende il pelo meno bello e lucido.
Problemi dentali: consigli per una corretta igiene orale
Denti e gengive giocano un ruolo centrale per la salute: il tartaro nei pet anziani, infatti, può incrementare il rischio di gengiviti ed infezioni. Per questo è importante curare l’alimentazione, ma prestare attenzione anche alla masticazione.
È assolutamente importante che il Veterinario rimuova periodicamente gli accumuli di tartaro, altrimenti le gengive possono ritirarsi provocano la caduta dei denti.
Un’ottima abitudine è quella di lavare i denti dell’animale con spazzolino e dentifricio appositi: a tal proposito, possono essere sufficienti da due a tre lavaggi settimanali. Questa pratica, infatti, è un valido sistema per prevenire stomatiti, placca e tartaro.
Per curare l’igiene orale del pet è opportuno parlare con dolcezza alla bestiola (così da non farla allarmare), sollevare le “labbra” e iniziare a spazzolare delicatamente i denti.
Attività fisica ridotta: i rischi dell’aumento di peso
In età senile il metabolismo rallenta e per questo è necessario ridurre l’apporto calorico dell’alimentazione anche del 30%. Ovviamente è importante che questo cambiamento sia fatto in maniera graduale, sotto consiglio medico, in modo da non creare disagio ai pelosi. Tale controllo aiuterà ad evitare sovrappeso, obesità e l’insorgere di altre patologie, come artrite o problemi ossei.
La maggior parte dei pet, durante l’invecchiamento, tende ad aumentare di peso: questo è dovuto tendenzialmente al fatto che i pelosetti mangiano più di quanto necessitano, dato che il loro fabbisogno energetico si riduce con l’età. Tuttavia, una differenza sostanziale la ritroviamo nei gatti (rispetto ai cani): a partire da 13 anni di età, infatti, il fabbisogno energetico di Micio torna ad aumentare.
Un primo consiglio utile, dunque, è quello di mantenere il più possibile invariati orari e alimenti: una bestiola anziana, infatti, fatica di più ad abituarsi ai cambiamenti e, in caso, deve farlo in maniera graduale.
Via libera a dosi più piccole, avendo cura di limitare anche i carboidrati: con l’età, infatti, la glicemia fatica di più a rientrare nei parametri normali. Inoltre, l’intestino diventa pigro ed è importante apportare all’organismo il giusto quantitativo di fibre.
Un’altra indicazione è quella di optare per proteine di alta qualità ed eventuali integratori vitaminici specifici, qualora l’animale necessiti di un supporto ulteriore. Sono importantissimi anche gli acidi grassi essenziali, che possono limitare l’insorgenza di problemi legati all’artrite.
Problematiche osteoarticolari: sintomi e soluzioni
Col passare del tempo cani e gatti tendono a sviluppare una minore resistenza alla fatica e a diminuire attività fisiche importanti. Per limitare gli sforzi dei propri animali, dunque, si deve evitare di farli saltare, offrendo loro cuscini e cucce imbottite.
Inoltre, è importante asciugarli bene dopo una passeggiata sotto la pioggia, far sì che non dormano all’esterno durante i periodi più freddi ed eventualmente utilizzare integratori mirati per rallentare i processi di degenerazione articolare.
Tutti questi accorgimenti, infatti, contribuiscono a ridurre la comparsa dei dolori articolari ed il progredire dell’artrosi.
Entrando nel dettaglio, l’osteoartrosi rappresenta una condizione patologica molto comune nei soggetti anziani: interessa le articolazioni mobili ed è caratterizzata dalla comparsa lenta e graduale di dolore, rigidità e limitazione della mobilità a livello di tali distretti.
È bene ricordare che tutte le articolazioni possono essere colpite da questo disturbo: ciò determina instabilità articolare, sollecitazione eccessiva delle cartilagini ed infiammazione cronica. I rischi a lungo termine sono davvero molteplici: riduzione dell’attività e dell’appetito, alterazioni della postura e reazioni al contatto con le zone dolenti.
Nella cura del cane e gatto anziano attenzione alla perdita di vista e di udito: come intervenire
Alcuni animali sono sordi e ciechi dalla nascita, altri invece perdono l’udito e la vista con l’avanzare dell’età. È importante ricordare che un cane o un gatto con ipoacuità visiva e uditiva possono essere diffidenti verso ciò che non possono vedere e sentire.
In presenza di cecità-sordità senile, dunque, è consigliato approcciarsi con cautela ai propri pet, magari avvicinandoli con del cibo appetibile o accarezzandoli con gradualità; così che possano associare inconsciamente lo stimolo olfattivo gradevole ed il tatto amico alla persona. In presenza dei primi campanelli d’allarme la figura di riferimento sarà comunque sempre il Medico Veterinario di fiducia, che saprà indicare e consigliare il percorso diagnostico/terapeutico più appropriato.
Particolarmente devono “insospettire” dei comportamenti impacciati (ad esempio, quando Fido sbatte contro gli oggetti oppure inciampa e cade), la diminuzione o l’assenza di risposta ad una minaccia (ad esempio, quando Micio non reagisce se gli si agita una mano davanti agli occhi) o il campo visivo alterato (ad esempio, se il cane stende la zampa in modo errato quando vuole avvicinarsi a una superficie o a un oggetto).
Disturbi neurologici e cognitivi
In età avanzata, infine, possono comparire anche diversi disturbi neurologici. La disfunzione cognitiva è una condizione patologica comune dopo i 13 anni nel cane ed i 15 anni nel gatto; e determina una progressiva riduzione dell’attitudine al gioco, l’alterazione del ritmo sonno-veglia, minzioni e defecazioni inappropriate o anomale interazioni con le persone. Tale disturbo può essere molto frustrante per il proprietario, perché l’animale talvolta può sembrare disinteressato anche ai movimenti e ai richiami.
La prevenzione, dunque, è sempre basilare: controlli frequenti, visite cliniche, ecocardiogramma ed esami del sangue; infatti, sono fondamentali per identificare piccole insufficienze, rallentare l’evoluzione di patologie più gravi o diagnosticare precocemente l’insorgere di neoplasie.