La tutela degli animali domestici in Italia e in Europa

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Tutela degli animali domestici

Attenzione per la tutela degli animali domestici in Italia e in Europa che accompagnano le nostre vite da millenni, ma solo recentemente si è iniziato a prestare attenzione anche ai loro diritti.

Rubrica a cura di Elena Braghin Giornalista & copywriter freelance www.elenabraghin.com

Dopo un lungo dibattito etico e filosofico, che ha interessato diversi Stati e numerose figure professionali, tra cui scienziati, giuristi, sociologi e politici, il 15 ottobre 1978 si è giunti alla proclamazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale, presso la sede UNESCO a Parigi.

Dagli anni ‘70, l’Europa è tra i territori più attivi giuridicamente in tema di tutela degli animali domestici e di educazione dei cittadini al loro benessere e al rispetto di ogni essere vivente. In questo articolo approfondiamo le basi su cui si poggiano le normative in tutela degli animali in Italia e nell’Unione Europa.

Esseri senzienti

La svolta nella tutela degli animali, almeno dal punto di vista giuridico, è arrivata con il riconoscimento della loro natura di esseri senzienti. La nostra giurisprudenza considera gli animali come essere viventi dotati di sensibilità psico-fisica; capaci di provare emozioni come felicità e tristezza, nonché capaci di percepire ciò che accade loro, manifestando dolore o benessere.

Cane a passeggio con il suo padrone

Le 5 libertà del benessere animale

Una definizione di benessere, riferito agli animali, è stata fornita nel 2008 dall’Organizzazione mondiale per la salute degli animali (OIE); “un animale presenta uno stato di benessere soddisfacente se è sano, comodo, ben nutrito, sicuro, in grado di tenere il comportamento innato e se non patisce disagi riconducibili ad esempio a dolore, paura, sofferenza”.

Per garantire un tale livello di benessere sono state individuate cinque libertà animali da preservare. Le cinque libertà, promulgate per la prima volta nel 1979 dal Governo inglese tramite il “Farm Animal Welfare Council”, sono associate ai bisogni primari ed essenziali degli animali. Su di esse si basano le normative europee e le conseguenti normative degli Stati membri.

Bellissimo barboncino con la sua padrona in braccio

Quali sono le cinque libertà?

Le cinque libertà che impattano sulla vita degli animali sono:

  1. Libertà dalla fame e dalla sete
    Gli animali devono essere preservati da una cattiva alimentazione, garantendo loro facile accesso all’acqua fresca e pulita e fornendogli una dieta idonea a favorire un buono stato di salute.
  2. Libertà dai disagi ambientali
    Agli animali deve essere garantito un ambiente fisico dove vivere adeguato, dotato di ricoveri e zone riposo confortevoli.
  3. Libertà dal dolore, dalle ferite e dalle malattie
    L’intento è preservare gli animali dai traumi attraverso la prevenzione e l’accesso rapido alle diagnosi e alle cure.
  4. Libertà di manifestare comportamenti caratteristici della specie. Consentire agli animali di comportarsi secondo le caratteristiche della specie di appartenenza, fornendo spazi adeguati e consentendo la compagnia di altri animali della stessa specie.
  5. Libertà dalla paura e dallo stress
    Si intende tutelare il benessere psichico degli animali, assicurando loro condizioni di vita che non creino sofferenza mentale.

La tutela degli animali domestici in Europa

Negli anni Settanta si è iniziato a promulgare le prime normative in tutela degli animali da allevamento. Oggi l’Unione Europea è tra i territori con gli standard più alti al mondo per il benessere degli animali. In oltre quarant’anni sono state promulgate leggi e direttive in tutela di tutti gli animali: da compagnia, da allevamento e selvatici.

Non mancano neanche le leggi in contrasto al commercio illegale degli animali, al trasporto, nonché alla sperimentazione. Dal 2018, ad esempio, in UE è vietato sia eseguire test sugli animali per i cosmetici, sia vendere prodotti cosmetici così testati. Vista l’interconnessione commerciale a livello globale, molte di queste normative hanno avuto un impatto positivo anche sui paesi dell’area extra-UE.

Gatto in primo piano

Il commercio illegale di animali da compagnia

Uno degli aspetti su cui si sono concentrate le norme europee riguarda il commercio illegale di animali. Una realtà purtroppo diffusa in tutto il mondo, compresi gli Stati dell’UE. È una pratica illegale con gravi ripercussioni sul benessere degli animali. Cani e gatti vittime del commercio illegale sono spesso allevati in cattive condizioni igieniche, sono allontanati prematuramente dalle cure materne e sono costretti a viaggi spesso lunghi e stressanti, privi di spazio adeguato, cibo e acqua.

Oltre al benessere degli animali il commercio illegale di animali è un fenomeno che interessa anche la salute pubblica. I cuccioli allevati a questo scopo spesso non sono vaccinati e possono essere veicolo di parassiti e malattie. La registrazione degli animali da compagnia tramite microchip in apposite anagrafi e l’utilizzo del passaporto europeo per gli animali sono tra le soluzioni adottate dall’Unione Europea per il contrasto di questo fenomeno.

Tutela contro i maltrattamenti

In Italia, come abbiamo visto in un precedente articolo, maltrattare gli animali può portare a gravi conseguenze penali. Nel nostro ordinamento esistono diverse norme a tutela del benessere degli animali; come i divieti di uccisione e di maltrattamento, sanzionati dagli articoli 544 bis e 544 ter del Codice Penale.

Ciotola con crocchette per il cane

Non solo divieti, anche obblighi

Sempre nell’ottica di tutelare il benessere di cani e gatti (ma non solo!) l’ordinamento italiano impone una serie di obblighi ai proprietari per la cura degli animali.

  • Tra questi ricordiamo quelli, basilari, definiti dalla legge n. 281/1991:
  • Non far mai mancare all’animale cibo e acqua fresca;
  • Assicurare le cure veterinarie necessarie;
  • Garantire spazi adeguati ed esercizio fisico idonei a soddisfare le esigenze dell’animale;
  • Predisporre le precauzioni necessarie ad impedirne la fuga, al fine di evitare che l’animale possa diventare un pericolo per sé o per gli altri. A tal proposito, è importante ricordarsi che il proprietario è sempre responsabile per i danni causati dal proprio animale; a meno che non si riesca dimostrare il caso fortuito (ex art. 2052 C.c.);
  • Dal 2005, è fatto obbligo al proprietario del cane di identificare l’animale tramite microchip sottocutaneo.

In Italia, inoltre, è sempre bene controllare le direttive e i regolamenti in tema di animali a livello locale, perché ogni territorio ha la possibilità di stabilire norme più o meno stringenti riguardo al possesso e la cura degli animali domestici come, ad esempio, il numero massimo di cani e gatti che è possibile tenere in appartamento.

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