Il petauro dello zucchero è un piccolo mammifero e proviene dalle foreste pluviali della Nuova Guinea e Australia. Il suo habitat è rappresentato da alti arbusti, infatti, il petauro passa il giorno in tane create nei tronchi degli alberi.
A cura della Dott.ssa Domenica Di Bari, n° O.M.V. 988, Bari
Dal 2013 membro SIVAE (Società Italiana Veterinari Animali Esotici)
Medico Veterinario Esperto in Animali Esotici e non convenzionali, Freelance, Puglia. Specializzazione TePacs (Tecnologia e Patologia delle Specie Avicole, del Coniglio e della Selvaggina)
Biologia
I petauri sono roditori onnivori e si alimentano soprattutto di notte.
Il loro alimento preferito è rappresentato dalla linfa di acacia e di eucalipto, soprattutto durante l’autunno e l’inverno, mentre la dieta è ricca di insetti in primavera e in estate, stagione che coincide con il momento della riproduzione. Una parte della loro alimentazione è rappresentata anche da fonti proteiche come uova di piccoli uccelli, e vertebrati come lucertole. Si nutrono anche di nettare e polline.
Vivendo sugli alberi sono abili arrampicatori ma possono effettuare anche salti notevoli, usando la lunga coda come bilanciere.
Si spostano, infatti, saltando da un ramo all’altro planando utilizzando il patagio, una plica di pelle che si estende dal polso alla caviglia, da ciascun lato, grazie alla quale possono planare. Per questo sono conosciti come “scoiattoli volanti”.
Maschio o femmina ?
Il maschio adulto di petauro dello zucchero può essere distinto senza difficoltà dalla femmina per la presenza di una zona priva di peli, a forma di rombo, localizzata sulla testa, che compare dopo i 7 mesi di età, ed è una ghiandola odorosa usata per marcare il territorio.
Inoltre il maschio adulto ha un peso medio di circa 135 gr, mentre il peso medio delle femmine è di circa 110 gr. La lunghezza invece è uguale per entrambi, circa 13 – 15 cm.
Un’altra caratteristica importante per la distinzione del sesso è che la femmina a livello dell’ombelico presenta un’apertura longitudinale, il marsupio. La gestazione, come per tutti i marsupiali, è di breve durata, solo 16 giorni. Successivamente il cucciolo resta nel marsupio per due mesi. Dopo i due mesi il piccolo esce dal marsupio, e dopo 10 giorni circa apre gli occhi. Lo svezzamento inizia dopo un mese dall’uscita del marsupio.
Un alloggio sicuro…
Considerando le caratteristiche biologiche ed etologiche della specie, in casa sarà fondamentale creare un ambiente idoneo per garantire le condizioni di benessere di questi animali molto particolari.
La temperatura ideale dell’ambiente in cui alloggiare i petauri è compresa tra 18 e 25°C. Le temperature basse sono mal sopportate. La media ideale per tutto l’anno è 24-27 °C. Sarebbe ideale avere uno spazio della casa recintato, una voliera o una gabbia sviluppata in senso verticale, antifuga, con le seguenti dimensioni: 150 cm di larghezza e di 200 cm di altezza.
È necessario creare un ambiente arricchito, con piante, foglie e rami che possano ricordare il loro ambiente naturale. In particolare, le piante che possono essere lasciate a disposizione per essere consumate come alimenti sono: Eucalyptus, Banksia, Leptospermum, Grevillea, Acacia, Melaleuca, Callistemon, Hakea. Mentre non vanno offerte i rami di piante resinose come conifere (es. pino e abete) o tossiche, come oleandro e/o alloro.
Essendo animali notturni, è importante offrire diversi rifugi, nella zona alta della gabbia, dove gli animali possano sentirsi riparati. Le tane possono essere di cocco, legno di faggio, in vimini, o di tessuto, in questo caso sarà importante monitorarne l’usura. La plastica per questi animali è sconsigliata.
Inoltre è opportuno creare delle piattaforme comode, a metà altezza dell’installazione, dove collocare le ciotole per il cibo. Per le ciotole si consigliano quelle antiribaltamento in ceramica o quelle in acciaio, basse. Per l’acqua è consigliabile usare acqua naturale di bottiglia, sia i beverini a goccia, che la mantengono sempre pulita, sia in una ciotolina antiribaltamento.
L’alimentazione del Petauro dello Zucchero
In natura la dieta si basa soprattutto di insetti ricchi di proteine e su sostanze zuccherine (come la linfa di acacia ed eucalipto) che si trovano nella foresta pluviale australiana.
Per far fronte alle esigenze nutrizionali del petauro, in cattività la dieta dovrebbe essere cosi proporzionata: 60% di fonti proteiche, 30% di vegetali e 10% di frutta.
La frutta si somministra in piccole quantità per evitare problemi a livello digestivo. Può essere data 2 o 3 volte a settimana e possiamo optare per: banana, pera, mela, uva, albicocca, nespole, ciliegia, fragole, frutti di bosco, mago e papaia. Il melone o l’anguria sono da evitare perché possono causare fermentazioni anomale intestinali.
Tra i vegetali, che possiamo somministrare 4/5 volte a settimana, abbiamo: carota, peperone, zucchina, sedano, finocchio, piselli dolci, indivia belga, ravanello, lattuga croccante, broccoli, cavolo, cavoletti di Bruxelles.
Sia la frutta che la verdura va offerta lavata, asciugate e a temepratura ambiente.
Per le fonti proteiche è importante avere una variabiltà durante la settimana anche se come base è preferibile scegliere insetti, variando la tipologia tra : grilli, cavallette, lombrichi, camole del miele e camole della farina. Due volte a settimana possiamo integrare la dieta con altri fonti proteiche come: albume di uova cotte, piccoli pezzi di carna bianca bollita senza sale, o tofu.
Come arricchimento nutrizionale durante la settimana si possono offrire fiori e/o boccioli di piante di eucalipto, acacia e ibisco. In alternativa, si possono offrire una volta a settimana preparti commerciali specifici per petauri a base di nettare o polline.
Gli alimenti da evitare sono tutto ciò che e a base di zucchero e carboidrati a destinazione umana (pane, pasta, dolciumi); cibo secco e umido per cani e gatti; miscele di semi e frutta secca o disidratata e snack di cerali.
Integrazione vitaminico-minerale
La dieta ideale deve essere bilanciata e non deve essere troppo grassa, ma soprattutto deve contenere un adeguato rapporto calcio-fosforo in rapporto di 2:1. In cattività molti petauri sono predisposti alle carenze di vitamine e minerali, soprattutto quelle di calcio. Pertanto, è necessario effettuare un integrazione di calcio e multivitaminici, sotto la prescrizione del Medico Veterinario, che valuterà la frequenza e la modalità di somministrazione del calcio in base stato fisiologico dell’animale: cucciolo, adulto o femmina in gravidanza/allattamento.
Igiene
Il petauro dello zucchero si lava da solo, ma non si può addestrare a defecare in una lettiera. Pertanto sarà necessario rimuovere periodicamente le feci sia dal fondo che dalle pareti della gabbia, e sanificare regolarmente con amuchina liquida diluita 1:10.
Il fondo della gabbia deve essere ricoperto da una lettiera assorbente non polverulenta, come i cilindretti di legno, atossici per la specie.
Come maneggiarlo?
Se si hanno altri animali in casa come cani o gatti, sarebbe opportuno collocare la gabbia del petauro dello zucchero in una stanza dove l’animale possa sentirsi al sicuro. Sono mammiferi dalle piccole dimensioni, hanno un indole timida nella fase iniziale di adattamento nel nuovo ambiente famigliare. Per incoraggiare il petauro a socializzare si può offrire del cibo a lui gradito, accogliendolo tra le nostri mani in sicurezza, nel momento della giornata in cui sono attivi, ovvero la sera.
Non bisogna disturbarlo quando mangia o quando si riposa, se si sentono minacciati possono mordere o scappare, incontrando diversi pericoli in casa.
Gestione sanitaria del petauro dello zucchero
Per questi piccoli roditori è indicato consultare il Medico Veterinario Esperto in Animali Esotici entro 7 giorni dall’arrivo a casa.
La prima visita specialistica dal Veterinario è fondamentale, non solo per valutare lo stato di salute dell’animale, ma è necessaria per avere le corrette informazioni sulla biologia e l’etologia di questi animali, in modo da impostare un corretto piano alimentare e conoscere la gestione domestica, per prevenire l’insorgenza di problematiche metaboliche e comportamentali.
Da un punto di vista sanitario per questi mammiferi sono previsti controlli sanitari almeno due volte l’anno in caso di adulti, ogni 3 mesi in caso di giovani in accrescimento. Non sono previsti protocolli vaccinali, ma è importante effettuare una piano di prevenzione antiparassitaria in estate e in inverno.