Il riccio africano

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Il riccio africano

Tra gli animali insoliti che ci può capitare nei pet shop vi è un simpatico animaletto spinoso, il riccio africano (Ateletrix albiventris) è un piccolo mammifero che proviene dal continente Africano.

A cura della Dott.ssa. DOMENICA DI BARI Medico Veterinario Esperto Animali Esotici FB: Monica Di Bari IG: vet.dibari_animaliesotici monica.dibari@gmail.com

Riccio africano le origini

Le zone di origine del riccio africano sono rappresentate dai territori dell’Africa centrale, calde e aride.
Per questo, è facile intuire come questo animale, a livello domestico, abbia bisogno di un’installazione particolare per quanto riguardo i parametri ambientali.

A differenza del riccio europeo (animale selvatico), il riccio africano (pet esotico) non va in letargo e la temperatura ambientale, nel luogo in cui vive, deve essere costante tutto l’anno. Sbalzi termici, soprattutto temperature troppo basse, possono esporlo a gravi problemi di salute, come l’ipotermia.

Comportamento

È un pet esotico molto timido e ha abitudini prevalentemente notturne e/o crepuscolari. Per socializzare con il riccio africano bisogna approcciarsi gradualmente e con delicatezza, nel momento in cui è più attivo, come la sera, e incoraggiarlo ad interagire con noi usando il suo cibo preferito, in modo che possa associare le nostre mani ad un “odore” familiare.

Piccolo riccio africano in mano al suo proprietario
Riccio Africano

La particolarità del riccio è quello di emettere un range di suoni molto simili ad un grugnito, specialmente se si sente minacciato. Non a caso quando si sente in pericolo è in grado di appallottolarsi, esponendo le spine. Per questo si sconsiglia di maneggiarlo quando decide di chiudersi completamente con il corpo, potremmo rappresentare una fonte di stress.

Considerate le caratteristiche biologiche della specie, prima di scegliere un riccio africano come pet è necessario scegliere la giusta installazione dove poterlo accogliere.

Un’ambiente sicuro per il riccio africano

In casa ha bisogno di una teca o terrario specifico per ricci africani, sicura e antifuga, costituita prevalentemente di vetro. Sarà importante avere un termometro e igrometro per ricreare il microclima presente in natura e monitorare la temperatura e l’umidità del giorno e della notte.

esemplare di riccio africano su un panno di lana

Un abbassamento brusco di gradi o un’umidità troppo elevata possono causare problemi metabolici e respiratori al nostro pet. La temperatura ideale di giorno deve essere tra i 28 e 30 °C, di notte tra i 18 e 20 °C. Per il riscaldamento possiamo usare dei tappetini termici, in corrispondenza del fondo della teca (coprendone la metà), oppure possiamo usare lampade riscaldanti (infrarossi o ceramica).

È sempre consigliato interporre tra la lampada riscaldante e l’animale una rete metallica per evitare incidenti come ferite da ustioni. Per l’areazione e per assicurare un buon ricambio d’aria, la teca dovrà essere dotata di griglie di ventilazione su due pareti opposte. Una in basso (per l’aria fredda) e una in alto (per l’aria calda).

Arredamento

La teca deve essere sviluppata in senso orizzontale, con dimensioni minime di 80 cm di lunghezza, 60 di altezza e 40 cm di profondità. Per l’arredamento sarà necessario avere tane e rifugi in diversi punti (meglio se in plastica per facilitare le operazioni di sanificazione). Una ciotola per il cibo e per l’acqua dovremmo offrire sia il beverino a goccia che una ciotola antiribaltamento, poiché non tutti i ricci africani si abituano al beverino in cattività.

Il riccio africano in primo piano

Per l’arricchimento ambientale si possono creare dei tunnel con carta, cartone riciclabile o in bambù e installare delle ruote in plastica (anche quelle ideate per i cincillà). Giochi o rifugi in tessuto sono da evitare, poiché il riccio scavando può incastrarsi nei fili, i quali possono causare necrosi delle falangi.

Il materiale usato sul fondo della teca va scelto con attenzione per assicurare un buono stato di salute del nostro pet. Il tipo di materiale indicato per questa specie è il cilindretto o cubetto di legno (di faggio o conifere) che si usa anche per i conigli e i roditori.

I ricci, in natura, amano scavare per creare tunnel e gallerie, permettergli la stessa operazione anche in catività garantisce il giusto consumo delle unghie. Substrati non idonei sono: lettiera profumata per gatti, tappetini di erba finta in plastica, giornali e volantini colorati, moquette, segatura o il tutolo di mais.

Questi ultimi sono particolarmente sconsigliati poiché sono materiali sono poco igienici, possono essere ingeriti per sbaglio, causare problemi oculari e respiratori (come congiuntiviti e riniti) e problemi dermatologici (come le podo-dermatiti).

simpatico musetto di riccio africano

Pericoli in casa?

Il riccio africano è un animale solitario e per questo non dobbiamo imporgli un “coinquilino” all’interno del suo alloggio. È un abile arrampicatore e può fuggire dalla teca se non viene chiusa in modo opportuna.
Lasciato libero in casa può essere esposto a diversi pericoli: presenza di animali “predatori” come cani e gatti; contatto con sostante tossiche come detersivi, o piante ornamentali; sbalzi termici importanti.

Il riccio africano è un animale onnivoro ma prevalentemente insettivoro.

La sua dieta sarà caratterizzata da un’elevata percentuale di proteine animali e pochi grassi. In cattività è difficile offrire una dieta bilanciata, pertanto, bisogna affidarsi al Medico Veterinario Esperto in animali esotici, che darà indicazioni sul piano alimentare da seguire in base allo stato fisiologico del paziente, soprattutto per evitare problemi carenziali e di obesità, tipici in questa specie. In commercio esistono cibi secchi specifici per ricci africani, che possono essere offerti, moderatamente, come cibo di mantenimento.

Si consiglia di variare la fonte proteica per cercare di offrire un’alimentazione più varia possibile. Possiamo anche offrire durante la settimana: insetti e/o gasteropodi; crocchette per gatti adulti sterilizzati di elevata qualità, light e altamente digeribili.

La verdura, ricca di vitamine, va introdotta gradualmente e si può offrire 2/3 volte a settimana (come indivia, carota, finocchio, sedano). La frutta essendo, invece, ricca di zuccheri va offerta una volta a settimana in piccole quantità. Cibi commerciali ricchi di carboidrati e grassi da evitare sono: snack per roditori, frutta secca, cereali, miscele di semi, prodotti a base di zuccheri e carboidrati ad uso umano.

Un riccio africano che si nasconde dietro un albero

Attenzione

Ricordiamo che il riccio in presenza di sostanze a lui sconosciute, inizia a salivare abbondantemente, spargendo la schiuma prodotta sul suo corpo. Questo comportamento naturale si chiama “anting”. Inoltre, questo pet non deve essere lavato, poichè l’utilizzo di prodotti igienizzanti per la cute rischia di farlo venire in contatto con sostanze a lui nocive. Sono vietati shampoo o salviette per cani e gatti, che possono alterare il “ph” della cute e abbassare le difese immunitarie della sua pelle.

Gestione sanitaria

Per questi piccoli mammiferi è indicato consultare il Medico Veterinario Esperto in animali non convenzionali entro 7 giorni dall’arrivo a casa. Per avere le corrette informazioni sulla gestione e per valutare lo stato di salute generale.

Da un punto di vista medico per questi animali sono previsti controlli sanitari almeno due volte l’anno per valutare lo stato clinico dell’animale con esame coprologico. Non sono invece previsti protocolli vaccinali, ma è importante effettuare un piano di prevenzione antiparassitaria in estate e in inverno, con antiparassitari specifici per la specie, prescritti dal Medico di riferimento.

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