Il nome di questa antica razza di gatti deriva da Ankara, l’attuale capitale della moderna Turchia.
A cura di MARCO BELLAGAMBA
Nella prima metà del Novecento i gatti Angora rischiarono l’estinzione
A causa del programma di selezione della razza Persiana, questo indusse il governo turco a vietarne per un lungo periodo le esportazionidichiarando la razza tesoro nazionale.
Le prime notizie riguardanti l’Angora
Turco risalgono al 1400, ma i primi esemplari arrivarono in Europa nel 1626, per opera del romano Pietro della Valle, viaggiatore e umanista. La razza si diffuse però grazie a Nicolas Claude Fabri de Peiresc, che fece conoscere questi gatti ai nobili francesi: gli esemplari di colore bianco, in particolare, furono largamente apprezzati. Il loro mantello semilungo, una vera novità per l’epoca, e il loro aspetto elegante li resero così molto popolari.
L’ascesa e il declino
Durante l’Ottocento l’Angora si diffuse anche in Inghilterra, dove la selezione produsse un gatto molto diverso dall’antico Angora, ovvero quello che sarebbe divenuto il moderno Persiano.
Il 13 Luglio 1871 Harrison Weir, l’ideatore delle moderne esposizioni feline, organizzò la prima esposizione al Crystal Palace di Londra, lo stesso Weir rimase affascinato dall’aspetto di questi gatti e gettò le basi per poter
distinguere i Persiani dagli Angora.
Negli anni successivi, purtroppo, molti gatti Angora furono incrociati con i Persiani per migliorare esclusivamente la razza Persiana, commercialmente più apprezzata, questo causò un grave calo degli esemplari Angora, calo che nel 1956 spinse il governo turco a vietare le esportazioni.
Già nei primi anni del Novecento gli zoo di Ankara e Istanbul avevano intrapreso un programma di selezione per conservare gli standard dei soggetti puri: i gatti selezionati erano esclusivamente di colore bianco, preferibilmente con occhi impari (di colore diverso tra loro).
L’Angora ama correre e giocare, molti esemplari giocando imparano a riportare piccoli oggetti.
Rinascita
Dopo svariati tentativi, negli anni Sessanta alcuni allevatori americani convinsero il governo turco a esportare alcuni soggetti, tra di essi il colonnello Walter Grant e la signora Lynn Pierce.
Nel 1973 la CFA riconobbe ufficialmente la varietà bianca dell’Angora Turco, iscrivendo unicamente i discendenti degli esemplari provenienti dagli zoo turchi di Ankara e Istanbul, e cinque anni dopo riconobbe anche altre varietà di colore del mantello.
In Europa il riconoscimento della razza avvenne molto più tardi, e precisamente nel 1989 la FIFe ammise la varietà bianca, nel 1993 vennero riconosciuti anche gli altri colori.
In Gran Bretagna, invece, a causa delle difficoltà di importazione la GCCF decise di adottare uno standard diverso incrociando diverse razze orientali a pelo lungo. Oggi in Italia i soggetti più diffusi sono di colore bianco.
In passato l’Angora era molto apprezzato come dono dai sovrani e dalla nobiltà a causa dell’aspetto elegante che questo gatto ha sempre posseduto.
Lo standard
L’Angora Turco è un gatto robusto, lungo e snello, agile, dall’andatura fluida e elegante, che si distingue dai gatti di tipo Orientale per la testa più arrotondata e le orecchie più piccole.
- Il peso varia dai 4 ai 7 Kg e il dimorfismo sessuale è netto (ovvero, maschi e femmine differiscono molto nelle dimensioni e nel peso).
- La testa, da piccola a media, è cuneiforme, le mascelle sono affilate, il naso è di media lunghezza, senza stop.
- Le orecchie sono larghe alla base, con ciuffi di pelo sulle punte.
- Gli occhi, piuttosto grandi e leggermente obliqui, sono a forma di mandorla: solitamente si presentano color ambra, ma non è difficile trovare soggetti con occhi blu o impari.
- Le zampe sono sottili, quelle posteriori sono poco più lunghe delle anteriori, i piedi sono piccoli.
- La coda, lunga, affusolata e proporzionata al corpo ha l’aspetto di un pennacchio largo alla base che si assottiglia in punta, viene portata in modo che non tocchi mai terra.
- Il mantello è semilungo, setoso, soffice e lucente, privo di sottopelo lanoso.
La questione del colore è delicata e tutt’ora molto discussa: alcuni allevamenti selezionano esclusivamente esemplari bianchi, anche se tutte le principali associazioni catofile riconoscono ormai molte colorazioni ad eccezione dei mantelli di tipo Point, esclusi da tutti gli standard.
La vita media si aggira intorno ai quindici anni.
Adattabile
Il suo carattere lo porta ad adattarsi alle situazioni più disparate come bambini in casa e presenza di altri cani o gatti, purché lo rispettino. Di solito la femmina è più attiva e cacciatrice rispetto al maschio che invece tende ad avere un’indole più tranquilla.
Molti Angora tendono ad affezionarsi in modo particolare a un solo compagno umano con il quale stringono un legame più forte. È un gatto dotato di una spiccata sensibilità che lo porta a interagire spesso con i suoi compagni umani. Tende ad esprimersi spesso con miagolii modulati ma mai a volume eccessivo.
Secondo una credenza popolare turca, il padre della moderna Turchia Mustafa Kemal Atatürk sarebbe destinato a reincarnarsi in un Angora bianco dagli occhi impari.
Bassa manutenzione
L’Angora Turco, pur essendo un gatto dal pelo semilungo, non richiede attenzioni particolari perché privo di sottopelo: per evitare che si formino nodi fastidiosi basteranno due spazzolate nell’arco di una settimana. In periodo di muta sarà invece necessario spazzolare il gatto tutti i giorni.
Quanto alla dieta
l’Angora non ha particolari esigenze: in assenza di patologie andrà
bene un mangime bilanciato somministrato secondo le dosi riportate
sulla confezione.