Fino a pochi anni fa non si pensava che il gatto soffrisse di osteoartrosi, o che ne fosse poco colpito a causa della maggiore difficoltà nella diagnosi della malattia ed anche per il diverso quadro sintomatologico rispetto al cane.
Dott.ssa FEDERICA MICANTI – Medico Veterinario
Osteoartrosi nel gatto oggi sappiamo cos’è
L’osteoartrosi nel gatto e in genere è caratterizzata da fenomeni degenerativi della cartilagine che si trova a livello articolare. Le estremità delle ossa che compongono l’articolazione sono rivestite da un tessuto cartilagineo che ha la caratteristica di essere semirigido e lubrificato da un sottile strato di liquido denominato “sinoviale”.
Il tutto è destinato a sopportare gran parte delle sollecitazioni meccaniche dell’articolazione. In particolare la cartilagine che si trova a questo livello ha la funzione di “cuscinetto”, ossia agisce come ammortizzatore per ridurre l’impatto sulle ossa e fornisce una superficie che serve da frizione per un movimento dell’articolazione regolare, morbido e indolore.
Degenerazione inarrestabile
Questo sistema funziona grazie a un perfetto equilibrio anatomico/funzionale di tutte quante le componenti della struttura articolare. Quando un qualsiasi fattore viene ad alterare questo delicato equilibrio assistiamo al lento e progressivo instaurarsi di tutte quelle modificazioni patologiche che portano alla malattia che chiamiamo artrosi.
Le articolazioni sono composte da differenti tipi di tessuto: quello osseo, quello cartilagineo (che lo ricopre), e quello fibroso di cui sono composti i legamenti che si trovano a questo livello detti “capsulari” (che fanno della struttura articolare quasi una cavità virtuale).
A vista d’occhio
In primo luogo la degenerazione della cartilagine induce lo “sfregamento” di due capi ossei, con conseguente dolore, infiammazione, e danneggiamento delle articolazioni, che diventano sempre più rigide. L’osteoartrosi è una malattia molto invalidante che spesso peggiora di giorno in giorno. Può colpire i gatti di tutte le età, anche se si ha una maggiore incidenza negli anziani, e di tutte le razze (anche quelli “europei”)
Comportamento insolito
Il gatto colpito da artrosi può essere riluttante al movimento e trascorrere quasi tutto il suo tempo dormendo, tanto da sembrare molto pigro. A volte si può osservare un cambiamento evidente di comportamento: il micio tende a pulirsi meno il pelo, è più irritabile e può arrivare a fare i bisogni fuori dalla lettiera. Questo quadro sintomatologico è dovuto al dolore che prova l’animale e che manifesta in maniera diversa rispetto al cane.
La diagnosi dell’artrosi è prevalentemente radiologica. Infatti il veterinario proprio attraverso una radiografia potrà accertare la localizzazione dell’artrosi, la gravità ed eventualmente sarà in grado di formulare una prognosi. Spesso dalla visita non si possono ottenere molte informazioni perché il gatto non ama molto essere trattenuto e manipolato.
Lotta la dolore
Per curare l’artrosi la terapia è farmacologica e tende principalmente ad alleviare il dolore; essa è quindi a base di antinfiammatori e antidolorifici. Può essere utile anche la somministrazione di integratori per supportare le cartilagini affette dalla patologia.
Fino a poco tempo fa non esistevano farmaci antidolorifici sicuri da poter somministrare al gatto. Infatti è altamente sconsigliabile utilizzare farmaci destinati ai cani o ancora peggio all’uomo poiché si possono fare molti danni fino anche a provocare, in alcuni casi, la morte del gatto. Per fortuna recentemente molte aziende farmaceutiche hanno commercializzato dei farmaci che possono essere tranquillamente somministrati anche ai nostri mici.
Nel cane colpito da artrosi i sintomi sono evidenti. La rigidità dei movimenti e la zoppia all’inizio sono marcate durante l’esercizio fisico e scompaiono con il riposo prolungato. Con l’avanzare della malattia l’animale può zoppicare in modo pronunciato anche “a freddo” e meno o nulla sotto sforzo. I raffreddamenti e l’umidità peggiorano il deficit motorio. Nel gatto i sintomi non sono molto evidenti e in molti casi possono non presentarsi per niente.