Il funzionamento del cervello di un gatto è stato paragonato a quello di un bambino di due o tre anni e, rispetto a un cane, la memoria del gatto è quasi 200 volte più ritentiva.
A cura della Dott.ssa EWA PRINCI Consulente esperta in comportamento ed etologia del gatto Centro di Cultura Felina
La memoria del gatto
Gatti e altri animali usano la memoria associativa per archiviare informazioni che li aiutano a sopravvivere. Non sorprende che questo significhi ricordare i luoghi in cui trovano cibo e riparo. Questi ricordi associativi sono comunque degli apprendimenti che avvengono quotidianamente. Anche senza che ce ne rendiamo conto, ad esempio, il gatto corre in cucina quando sente il rumore della scatoletta. Questo è lo stesso modo in cui si ricorda di noi: attraverso la memoria associativa.
I gatti ricordano le persone e gli altri animali?
Chiaramente, è difficile dire in modo certo per quanto tempo i gatti ricordino i loro umani o quanto siano veramente legati a loro. I gatti possiedono un’eccellente memoria a lungo termine. Avere memoria per i gatti significa anche sofferenza, quando membri del gruppo muoiono o spariscono perchè si ricordano e sono consapevoli della loro mancanza.
Sebbene gli studi dimostrino che la memoria a lungo termine di un gatto può durare fino a 200 volte di più di quella di un cane, i gatti sono altamente selettivi su ciò che ricordano (come d’altronde su molte altre cose!).
Fondamentalmente, i gatti ricordano ciò che li avvantaggia.
Vari studi confermano che i gatti possono riconoscere e differenziare i volti umani, e possono ricordare altri gatti anche se non è certo per quanto tempo. Probabilmente, il ricordo di un altro gatto – il cui riconoscimento e mantenimento del legame avviene tramite lo scambio di odori personali reciproci – dipende dalla lunghezza e dall’impatto della relazione dei due animali.
I gatti ricordano i luoghi?
Tutti sono concordi nel dire che il fenomeno del saper tornare indietro anche da una lunga distanza, si spiega con il senso dell’orientamento che è innato negli animali e presente anche nell’uomo, ma le opinioni differiscono sul meccanismo utilizzato per orientarsi.
I gatti possiedono una sorta di “istinto di casa”, ma spesso un gatto smarrito viene intrappolato, ferito o comunque non riesce a tornare a casa. In alcuni casi, dopo un trasloco i gatti cercano di ritrovare la strada per tornare alle loro vecchie case (territori) ma possono facilmente perdersi durante il tragitto.
Anche se alcuni gatti compiono imprese straordinarie per tornare a casa da molto lontano, la maggior parte dei gatti smarriti non ce la fa. Se ti sei appena trasferito tieni il tuo gatto all’interno almeno per un mese circa finché non si sarà ben adattato nella sua nuova casa.
Una bussola non sempre affidabile
Il senso dell’orientamento del gatto è comunque un argomento affascinante. Spesso si leggono storie incredibili su gatti che sono stati in grado di ritrovare la strada di casa anni dopo essersi persi. Facendo affidamento solo sui loro sensi e sulla capacità di sentire i campi magnetici, i gatti sembrano essere molto bravi ad orientarsi.
Anche se questo può essere vero per i gatti selvatici o comunque che vivono liberi, le cose sono diverse per i gatti domestici. Molto probabilmente, infatti, i gatti, ai quali viene offerta la flessibilità di esplorare l’aperto, acquisiscono una comprensione più rapida dei territori circostanti.
La memoria del gatto a breve termine
Conosciuta anche come “memoria di lavoro”, è il tipo di memoria che ti consente di ricordare il numero di telefono di qualcuno per diversi minuti o forse solo pochi secondi. La “memoria a breve termine” nei gatti è cruciale perchè può aiutare i gatti a ricordare dove trovare la preda e se hanno già pattugliato una particolare zona del territorio in quel giorno.
Avendo appreso che la preda (o il cibo fornito dall’umano) di solito si trova in un luogo particolare, il gatto tornerà in quel luogo. Inoltre, associano la disponibilità di cibo ad un’ora del giorno o ad un intervallo di tempo.
La memoria del gatto a lungo termine
Un “ricordo a lungo termine” consiste in un avvenimento che è accaduto ad un gatto quando era molto più giovane, e che ricordano nonostante siano passati anni. Questi ricordi sono immagazzinati nel cervello e possono essere recuperati a piacimento.
Ad esempio, non è raro che un gatto mostri una preferenza o un’avversione per certe persone sulla base di esperienze precedenti. Magari hanno paura di uomini alti, di oggetti in particolare, o di certi rumori che possono mettere in relazione con un ricordo negativo o un evento accaduto in passato.
Questi ricordi a lungo termine sono quelli che hanno a che fare con eventi molto positivi o molto negativi, ad esempio legati al cibo e alla sopravvivenza e sono eventi che hanno un forte impatto emotivo.
Positivo o negativo
I “ricordi a lungo termine” di un gatto sono quindi direttamente correlati al provare piacere (beneficio) o dispiacere (dolore, paura o minaccia). Ecco perchè ci vuole molto tempo e molta pazienza per ottenere la fiducia di un gatto maltrattato o impaurito. Se ha subito abusi fisici o psicologici da parte di un uomo o di un bambino, associerà quel ricordo a tutti gli uomini e a tutti i bambini.
Lo stesso vale per le esperienze positive. Ogni volta che un gatto riceve affetto, lode o un premio per aver svolto un’attività specifica, viene registrato nella sua memoria come “una cosa buona” e continuerà a usarlo a proprio vantaggio – ad esempio quando ti sveglia la mattina e tu ti alzi per dargli da mangiare.
Problemi di memoria del gatto anziano
La memoria di un gatto diminuisce invecchiando. Con l’avanzare dell’età, i gatti spesso subiscono un declino nel loro funzionamento cognitivo. Questo declino cognitivo viene denominato “disfunzione cognitiva felina”, e colpisce più del 55% dei gatti di età compresa tra 11 e 15 anni e oltre l’80% dei gatti di età compresa tra 16 e 20 anni.
Questo deterioramento oltre a causare disturbi del sonno, disorientamento o ridotta attività, può far dimenticare ai gatti abitudini precedentemente apprese che un tempo conoscevano bene, come la posizione della lettiera o delle ciotole del cibo. Di conseguenza aumenta la loro ansia e la loro tendenza a reagire in modo aggressivo. Anche le loro relazioni sociali possono cambiare sia con l’umano sia con altri gatti conosciuti.
Segnali di disfunzione cognitiva
Un gatto anziano che comincia ad avere problemi conginitivi inizia a non ricordare più azioni elementari come l’uso della lettiera e può comiciare ad eliminare i suoi bisogni fuori da questa. Non riconosce persone familiari e animali domestici, dimostra confusione e disorientamento spaziale. Il gatto comincia a perdersi in luoghi familiari, fissare oggetti, vagare senza meta; può anche rimanere bloccato e non riuscire a superare o aggirare gli ostacoli.
Il gatto anziano è meno meno interessato a coccole, interazioni, oppure, al contrario, ricerca un contatto costante e diventa eccessivamente dipendente. L’attività diminuisce; esplora, si pulisce e mangia di meno.
Aumenta l’irritabilità, vocalizza di più e ha cicli sonno-veglia invertiti.
Alcuni effetti dell’invecchiamento non sono però correlati alla disfunzione cognitiva. Spesso questi effetti possono contribuire a cambiamenti di comportamento che sono solo un normale declino cognitivo. Non dare in ogni caso mai per scontato che il tuo gatto stia “solo invecchiando”. Molti cambiamenti nel comportamento sono segni di disturbi medici curabili.