Gli occhi del cavallo sono più grandi tra tutti gli altri mammiferi terrestri (5cm. per 6,5cm.) e la sua vista è diversa da quella umana.
A cura di ANDREA BRIGNOLO Medico Veterinario
Il campo visivo del cavallo
La posizione laterale degli occhi del cavallo gli consente una vista panoramica, il campo visivo infatti è molto più ampio del nostro ed è di circa 350°.
Anteriormente l’animale, in un arco di circa 70° davanti a sé, utilizza una vista binoculare (impiegando cioè i due occhi contemporaneamente). Ciò gli consente di riconoscere correttamente la profondità degli spazi, di mettere più dettagli a fuoco e ha quindi un’ottima visione a distanza.
Vista monoculare
Un’altra parte di campo visivo è invece controllata da ciascun occhio singolarmente, vista monoculare, il che significa che ogni occhio è in grado di vedere cose differenti da quella dell’altro occhio. La vista monoculare è molto ampia (140° circa) ma fornisce una visione solo bidimensionale cioè piatta, senza profondità e non consente quindi la percezione precisa delle distanze. Per questo a volte questi animali hanno reazioni di paura, da noi ritenute esagerate, che invece rappresentano modelli comportamentali selezionati per garantire sopravvivenza della specie
Il tapetum lucidum
Il cavallo può vedere anche con una intensità di luce che non consente all’uomo di vedere. Questo è dovuto sia alle caratteristiche della retina che alla funzione di una struttura sottostante la retina chiamata “tapetum lucidum”. I cavalli non percepiscono tutta la gamma dei colori visibili dall’uomo e si ritiene che abbiano una vista bicromatica e siano in grado di percepire solo alcuni colori tra cui il blu in diverse sfumature.
Gli occhi del cavallo sani
Quando si osservano gli occhi si deve verificare che siano ben aperti e simmetrici. Le palpebre dovrebbero essere aperte alla medesima ampiezza, la superficie (cornea) dovrebbe essere lucida e le pupille (i fori centrali neri) dovrebbero essere della stessa grandezza. Inoltre gli occhi dovrebbero essere puliti, limpidi e vivaci. Ci sono varie situazioni che potrebbero far pensare a qualche problema come: gonfiori, arrossamenti , pupille di diametro diverso, opacità della superficie o profonde, secrezioni anomale o lacrimazione eccessiva.
Congiuntivite
Una patologia che può accompagnare problemi più seri è la congiuntivite che è un’infiammazione della membrana mucosa (rivestimento rosa) che circonda i bulbi oculari e ricopre le superficie interna delle palpebre. Questa infiammazione può essere dovuta ad irritazione da polvere, insetti, infezione o allergie.
Traumi
Particolare attenzione va prestata ai traumi oculari che possono lesionare gravemente la delicata strutture dell’occhio, sia superficialmente che in profondità, compromettendo anche totalmente la visione.
In alcuni casi la superficie viene danneggiata e può velocemente diventare un ulcera. Se l’ulcera è solo superficiale, la cornea può rapidamente guarire con effetti negativi minimi, o addirittura nulli, nei confronti dell’occhio o delle sue funzioni. Si possono invece avere danni gravi in caso di ulcera non curata in modo appropriato che può portare a perforazione o lacerazione della cornea, con rottura del bulbo oculare. Tra questi due estremi troviamo una serie di traumi che possono coinvolgere tutte o nessuna delle strutture dell’occhio.
Sintomi di trauma nel cavallo
A seguito di un trauma e di una lesione è spesso presente un’intensa lacrimazione. Le congiuntive si infiammano e appaiono più rosse del normale e l’occhio può essere tenuto semichiuso. Durante i primi stadi dell’infiammazione e della guarigione l’occhio può apparire velato o può contenere sangue e frustoli di materiale giallastro (fibrina e detriti infiammatori). In un occhio dolente la pupilla sarà fortemente contratta.
Cura dei traumi
La maggior parte dei casi più lievi guarisce velocemente con l’uso di gocce oftalmiche e pomate che possono essere prescritte dal veterinario dopo averne identificato la tipologia .
Mal della luna
Un’altra patologia tipica degli occhi del cavallo è il “mal della luna”, un termine obsoleto ma entrato nell’uso corrente come tanti altri termini di uso gergale nel mondo del cavallo. I termini più precisi sono iridociclite, oftalmia periodica o più esattamente uveite ricorrente, che definisce così una infiammazione che si ripresenta di tanto in tanto a carico dell’uvea che è il tappeto riccamente vascolarizzato che riveste l’occhio.
L’uveite ricorrente degli equini è una delle principali malattie oftalmiche del cavallo, nonché la più comune causa di cecità in questa specie animale. Fortunatamente, recenti progressi nel trattamento degli equini colpiti dalla malattia hanno consentito di affrontarla con successo. La malattia è caratterizzata da episodi di infiammazione intraoculare si sviluppano a distanza di settimane o mesi dalla regressione di un episodio iniziale di uveite.
Tuttavia, non tutti i casi di uveite equina iniziale evolvono nella uveite ricorrente. I cavalli colpiti da uveite ricorrente, manifestano una grande variabilità di sintomi ma solitamente l’occhio è molto dolente ed il cavallo è poco trattabile.
Diagnosi precoce
La diagnosi di un problema oculare necessita di competenze e strumenti adeguati in quanto qualunque lesione o patologia potrebbe velocemente aggravarsi e compromettere la funzione visiva anche in modo permanente. È quindi indispensabile far sempre intervenire un veterinario che faccia una corretta diagnosi prima di applicare qualunque prodotto.
Consigli utili per gli occhi del cavallo
Se il vostro cavallo ha un problema oculare sarà meno infastidito se tenuto in un ambiente scuro e, in estate, può essere utile utilizzare un repellente per le mosche che potrà essere applicato intorno all’occhio per ridurre l’irritazione da insetti.
Si possono eventualmente utilizzare ”maschere” anti-mosche facendo attenzione a sceglierne una appropriata che non possa andare a contatto con palpebre o occhio.