Riconoscere i segni e adottare le cautele necessarie per favorire la riproduzione gravidanza della cavalla, del parto in tutte le sue fasi.
A cura del Dott. ANDREA M. BRIGNOLO Medico Veterinario
La durata della gestazione
La gravidanza equina si differenzia sostanzialmente da quella di altre specie per una serie di fattori caratteristici tra i quali la durata della gestazione che è estremamente imprevedibile potendo variare dai 320 ai 350 giorni.
Un ciclo non proprio regolare
La cavalla ha dei calori dipendenti dalla stagione; dal punto di vista riproduttivo viene dunque definita “poliestrale stagionale”. Manifesta dei “calori” ogni 20-22 giorni durante il periodo febbraio-agosto e, in generale, inizia ad avere attività ovarica fertile alla fine dell’inverno, spesso senza ovulazione. I cicli, infine, si regolarizzano verso la metà della primavera terminando in autunno.
Posso riconoscere il calore?
La cavalla in media manifesta il calore per otto giorni (3-10) e in genere il momento fertile, cioè l’ovulazione, avviene nella fase conclusiva. Quasi sempre in questi periodi le cavalle mostrano segni caratteristici che le rendono riconoscibili, tra l’altro accompagnati da atteggiamenti tipici come il “lampeggio” del clitoride, frequenti minzioni, coda alzata, alterazione del comportamento, specialmente in presenza di maschi. Il maschio viene accettato esclusivamente in questi periodi.
L’intervento umano nel ciclo vitale dei cavalli
Con la “monta” guidata dall’uomo, a differenza della monta brada dove stalloni e fattrici facevano tutto in libertà, la tradizione allevatoriale ha dettato i primi metodi di accoppiamento regolando l’incontro tra lo stallone e la fattrice. Negli ultimi anni si sono sviluppate molto anche le tecniche di “inseminazione artificiale” con seme “fresco” e con “seme congelato” che hanno determinato una radicale trasformazione dell’industria dell’allevamento del cavallo.
Assistenza veterinaria continua
In tutti i casi oggigiorno viene fornita una costante assistenza veterinaria mediante “ecografie”, condotte prevalentemente per via rettale, per controllare l’attività ovarica e le condizioni dell’apparato riproduttore in modo da scegliere il momento migliore e più fertile per l’accoppiamento. Successivamente i controlli ecografici serviranno a verificare e monitorare l’embrione ed il feto durante la gravidanza.
Durante la gestazione servono maggiori cure e i vaccini
In gravidanza la cavalla deve essere mantenuta sempre in ottime condizioni ed è prudente vaccinarla contro l’influenza ed il tetano circa uno o due mesi prima del parto, poiché questo aumenta il tasso anticorpale nel colostro (il primo latte) che aiuta a proteggere il puledro dalle infezioni nelle prime settimane di vita. Molto utile è anche la vaccinazione contro l’Herpesvirus equino che può provocare aborto.
Preparare al meglio il luogo che ospiterà il lieto evento
Sarebbe opportuno preparare un box grande e pulito in prossimità del parto. Le fattrici dovrebbero partorire dove possano essere osservate con discrezione e dove sia possibile fornire facilmente assistenza nel caso insorgano dei problemi.
Ciò equivale a un ambiente chiuso, benché le cavalle possano essere lasciate partorire all’aperto se il clima è buono e se possono essere controllate ed eventualmente aiutate.
La lettiera dovrebbe essere di paglia di buona qualità o di gomma. Il truciolo non è indicato poiché tende ad attaccarsi ai fluidi del parto e ad entrare nel naso del neonato.
I segnali che portano al parto
Solitamente 1-4 settimane prima del parto la mammella aumenta di volume e i muscoli della groppa e la vulva si rilassano, rendendo la coda più prominente; inoltre 1-2 giorni prima del parto si distendono i capezzoli e spesso inizia la produzione di un secreto giallognolo detto “cera”. Durante le 24 ore precedenti il parto, la cavalla può apparire irrequieta, accusare qualche dolore e può risistemane la lettiera come per preparare il “nido”. Questi sono segni dell’inizio del primo stadio del parto.
Le fasi più delicate della riproduzione gravidanza della cavalla
Il parto fisiologico nella cavalla dura da 20 a 30 minuti (parte espulsiva) e pertanto può sfuggire anche al più attento proprietario. Il parto avviene quasi obbligatoriamente con il feto in presentazione anteriore.
Il cordone ombelicale è sufficientemente lungo e mobile da rimanere intatto dopo la nascita. Questo permette il mantenimento di un circolo venoso ed arterioso per parecchi minuti dopo la nascita, con una situazione simile a quella del neonato umano, rispetto ad altre specie mammifere. La rottura prematura del cordone ombelicale può privare il neonato di circa un terzo del volume totale circolante. L’ingestione di colostro (il latte prodotto nelle primissime ore) nell’immediato post-partum, è necessaria per il trasferimento dell’immunità passiva.
Il lieto evento richiede ancora attenzioni e cure
La permeabilità intestinale al passaggio degli anticorpi colostrali, perdura soltanto per le prime 24 ore di vita. Il legame fattrice/puledro e la vitalità del neonato, diventano perciò elementi essenziali all’acquisizione di un livello adeguato di immunità passiva e allo sviluppo del sistema immunitario del puledro.
Bisogna ricordare che il puledro neonato, per quanto vitale ed in grado di muoversi autonomamente anche già dopo un’ora dalla nascita, è un individuo particolarmente fragile, con riserve energetiche limitate e scarse capacità di termoregolazione.
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