LA SINDROME METABOLICA EQUINA

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Descrizione della sindrome metabolica equina una patologia che colpisce sia gli esseri umani che molte specie animali.

A cura del Dott. ANDREA BRIGNOLO Medico Veterinario

Cavavalli Obesi e la sindrome metabolica equina

La Sindrome Metabolica equina è una patologia nutrizionale scoperta recentemente; è stata studiata in molte specie animali e anche nell’uomo; l’agente scatenante non dipende da carenze alimentari, bensì dall’eccessivo assorbimento di nutrienti protratto nel tempo.

Nell’uomo la sindrome metabolica si manifesta in presenza di una condizione clinica caratterizzata da diversi fattori scatenanti; – tra cui il più evidente è l’obesità – che aprono la strada a malattie cardiovascolari, al diabete e alla gotta.

Il principale agente scatenante: l’obesità.

Nel cavallo l’EMS è stata rilevata solo a partire dal 2010. E’ una conseguenza dell’obesità ed è caratterizzata da un elevato punteggio di body condition e dalla presenza di depositi di grasso in specifiche regioni corporee (adiposità localizzata sul collo, cresty neck).

Questo indice importante deriva dalla resistenza all’insulina (bassa sensibilità cellulare all’azione dell’insulina) con conseguente disordine che coinvolge il metabolismo energetico dei carboidrati e dei lipidi; dalla predisposizione alla laminite o dalla laminite conclamata.

In precedenza, veniva spesso confusa con altre disfunzioni ormonali tra cui la PPID (Disfunzione della parte intermedia dell’ipofisi); dalla quale oggi si può distinguere grazie a un esame specifico ( dosaggio ACTH). Negli equidi esiste una certa predisposizione genetica in particolare nei pony, nei cavalli arabi e nelle cosiddette razze “potenti” il cui metabolismo è meno strutturato per sopportare l’eccesso energetico in assenza di lavoro muscolare.

Le varie fasi dell’EMS

Nelle fasi precoci della malattia, in uno stadio ancora primordiale, si rileva un semplice eccesso di produzione di insulina da parte del pancreas. La glicemia risulta comunque regolata, con differenze ancora sostanziali tra livelli di glucosio nel sangue prima e dopo l’esercizio e prima e dopo i pasti.

Nelle fasi avanzate della malattia invece, ossia quando il pancreas non riesce più a far fronte alle aumentate richieste di insulina necessarie; per il corretto utilizzo del glucosio come fonte energetica della cellula (i cui recettori sono diventati appunto “resistenti” a questo ormone).

Assistiamo alla progressiva incapacità di controllo della glicemia con comparsa della sintomatologia clinica: laminite, innescata dall’eccesso di insulina e glucosio (da vasculiti e alterazioni del microcircolo, danno lamellare diretto, favorita dal sovrappeso).

Obesità generale od adiposità localizzate, sempre per eccesso energetico (gli adipociti che tendono ad accumulare grassi in questi casi sono quelli alla base della criniera, della coda, sopra la spalla); poliuria/polidipsia causate dalla elevata glicemia; scarsa tolleranza allo sforzo muscolare (le fibre muscolari tendono a produrre molto acido lattico in presenza di eccesso di glucosio come fonte energetica); fertilità ridotta e disturbi del ciclo sessuale; coliche ricorrenti (da fermentazioni anomale e sovraccarico epatico).

Nel soggetto anziano possiamo avere anche la concomitante presenza della Sindrome di Cushing con alti livelli di cortisolo circolante, che contribuisce ad aggravare la sindrome metabolica, generando un quadro complesso in cui le manifestazioni cliniche dell’una e dell’altra tendono ad intrecciarsi.

Appare importante quindi isolare questa patologia attraverso un dosaggio plasmatico dell’ACTH, per poi impostare, se necessario, una corretta terapia farmacologica (la Sindrome di Cushing verrà trattata prossimamente).

Esami di laboratorio per la diagnosi della Sindrome metabolica

Vediamo ora quali esami di laboratorio sia utile effettuare per avere una corretta diagnosi e quale monitoraggio praticare per la gestione di questi soggetti: emocromo completo: valutazione della serie bianca, per il controllo dell’infiammazione; livello di insulina sierica mattutina (dopo somministrazione di solo fieno nelle 6-8 ore precedenti);

Profilo Sindrome Metabolica equina (EMS): se con il primo test di screening del livello di insulina non si ottiene un adeguato riscontro diagnostico, si possono misurare i vari rapporti insulina/glucosio correlati;
I vari parametri di questo profilo sono insulina, glucosio, fruttosamina, RISQUI (Reciprocal Inverse Square Insulin), MIRG.

Gestione della malattia

La gestione egli equini affetti dalla patologia richiede una terapia farmacologica in caso di concomitante Sindrome di Cushing, oltre a un corretto management gestionale ed alimentare in caso di EMS, che andiamo di seguito a descrivere: limitazione dei concentrati a base di cereali a vantaggio di un pascolo povero; aumento dell’esercizio fisico; riduzione dei fieni ricchi da sostituire con quelli poveri di proteine, fruttani e carboidrati non strutturali; predilezione per i fieni “grossolani” ricchi in fibre.

In commercio sono disponibili degli appositi fieni pellettati e dei mangimi a basso indice glicemico (indicati per i soggetti predisposti alla laminite), in alternativa si può procedere al “lavaggio” ripetuto dei fieni per solubilizzare i carboidrati e ridurne il valore nutrizionale.

In conclusione

Per quanto riguarda la Sindrome di Cushing si consiglia poi un controllo regolare del livello di ACTH. Condizione necessaria per un aggiustamento terapeutico mirato del dosaggio del farmaco indicato per questa affezione (Pergolide).

Per quanto riguarda la Sindrome Metabolica invece si consiglia un controllo del rapporto insulina/glicemia in modo da adeguare dieta e cura alla perdita di peso. O al mantenimento di una condizione corporea corretta del paziente senza innescare pericolosi disordini metabolici; come la lipidosi dovuta all’eccessiva restrizione calorica, specialmente per quanto riguarda i pony.

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