Un cane fra Oriente e Occidente
A cura di ANGELICA D’AGLIANO
L’Akita americano è una razza antichissima e straordinaria
La sua storia è strettamente legata all’Akita Giapponese, col quale condivide una parte importante del suo passato. Come detto, le sue origini si perdono nella notte dei tempi. Sono stati infatti rinvenuti resti di cani riconducibili al tipo Akita che risalgono addirittura al 3000 a.C. La razza prende il nome dalla regione nella quale ha avuto origine, vale a dire la prefettura giapponese di Akita, dove fin dai primi anni del Seicento esistevano dei cani denominati Akita Matagi, impiegati sia per la caccia all’orso sia per i combattimenti.
Taglia grande
Gli Akita Matagi erano originariamente dei cani di taglia media. Nella seconda metà del diciannovesimo secolo, tuttavia, si cominciò a incrociarli con i Tosa e i Mastiff, il che portò a un aumento della loro taglia. Il prezzo da pagare per questa scelta a livello di selezione fu il fatto che gli esemplari ottenuti andarono via via perdendo le caratteristiche dei cani di tipo spitz.
Cani… monumentali
Il tempo passò e anche la storia degli Akita andò avanti. Sottratti ai combattimenti tra cani, continuarono a essere allevati e selezionati, con l’intento di “creare” una grande razza giapponese. Un anno molto importante in questo senso fu il 1931, quando nove Akita vennero nominati “Monumento nazionale”.
Confiscati
Questa sensazionale fioritura subì un durissimo contraccolpo durante la Seconda Guerra Mondiale, quando gli Akita furono confiscati dalla polizia per la loro pelliccia, che venne usata per vestire i militari, e per la loro carne, utilizzata come alimento. La razza rischiò quindi di scomparire, e con essa tutto il patrimonio genetico e la lunga tradizione di cui era portatrice.
Negli ultimi dieci anni, la razza ha visto un aumento notevole di estimatori e appassionati in Italia. Se nel 2007 i soggetti iscritti all’ENCI erano appena 34, nel 2016 il dato è cresciuto a ben 473 iscrizioni.
Diversificazione
Furono in pochi gli Akita a sopravvivere ai rigori del secondo conflitto mondiale. Per di più, si erano moltiplicati i tipi. Esistevano infatti tre varietà distinte: l’Akita Matagi, l’Akita da combattimento e infine l’Akita da pastore. Questa notevole diversificazione portò all’esigenza di ripristinare la razza nella sua “purezza” originale.
Le storie si separano
Fu a questo punto che cominciò a delinearsi la strada dell’Akita americano. Diversi soggetti di una particolare linea di sangue, la linea Dewa, conobbero una grande popolarità. Erano gli esemplari che mostravano caratteristiche sia del Mastiff sia del Pastore Tedesco, avevano un carattere sveglio e al pari degli altri Akita erano attivi e intelligenti.
Un grande successo
Molti di questi cani furono portati nel Nuovo Continente dai soldati americani, dove conquistarono in breve tempo un numero sempre maggiore di allevatori e appassionati. Questo grande successo decretò un aumento dei soggetti allevati e la prosecuzione della selezione. Nel 1956 nacque il Club americano dell’Akita, mentre fu negli anni Settanta che la razza fu accettata dall’American Kennel Club. In questo modo, però, gli Akita allevati in America diventarono via via sempre più diversi rispetto ai loro “cugini” giapponesi.
Indipendenti
Amichevole, sveglio, responsabile, dignitoso, docile e coraggioso, l’Akita americano conserva molte delle doti caratteriali che aveva in comune con i suoi simili giapponesi. Si tratta di animali fieri, con una grande autostima e senso di indipendenza, sebbene siano più legati agli umani rispetto agli Akita giapponesi. Lo standard descrive l’Akita americano come cane da compagnia. In realtà, si rivela un guardiano piuttosto solerte. Inoltre, il suo fisico prestante, allo stesso tempo forte e dinamico, lo rende un ottimo atleta da impiegare in numerosi sport cinofili, sebbene non sia una delle razze maggiormente portate all’addestramento.
Le origini della razza sono antichissime, basti pensare che sono stati rinvenuti resti cani riconducibili al tipo Akita che risalgono al 3000 a.C.
Robusti e longevi
Per quanto riguarda la convivenza con altri cani, bisogna ricordare che l’Akita americano ha la tendenza a non andare molto d’accordo con esemplari del suo stesso sesso. Inoltre, ha un alto istinto predatorio, cosa che potrebbe rendere pericolosa la convivenza o la frequentazione con animali molto più piccoli di lui. Per quanto riguarda la salute, si tratta di cani piuttosto robusti e abbastanza longevi.
Trattandosi di cani di grande taglia, possono essere soggetti a dilatazione-torsione di stomaco, un problema che purtroppo può rivelarsi addirittura fatale, se non affrontato tempestivamente e nel modo giusto. La razza prende il nome dalla regione nella quale ha avuto origine, vale a dire la prefettura giapponese di Akita, dove fin dai primi anni del Seicento esistevano dei cani denominati Akita Matagi, impiegati sia nella caccia all’orso sia nei combattimenti.
Se il troppo stroppia
L’alimentazione degli Akita americani deve seguire i criteri dell’alimentazione dei cani di taglia grande. In commercio esistono alimenti industriali di alta e altissima qualità, pensati apposta per le esigenze di questi cani in tutti i momenti della loro vita, dalla nascita fino all’età adulta e alla vecchiaia. È importante seguire sempre scrupolosamente le dosi indicate dal medico veterinario di fiducia o presenti sulla confezione. Gli Akita americani, infatti, sono cani che tendono a ingrassare, se nutriti in modo improprio.