La prostata del cane

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La prostata del cane

Unica ghiandola accessoria dell’apparato riproduttore del cane, la prostata è una struttura complessa, la cui salute è fondamentale non solo per la funzionalità riproduttiva.

Rubrica a cura di ANMVI Articolo del Dott. Alessio Arbuatti Medico Veterinario

Attenti alla prostata del cane

A differenza della medicina umana, dove le campagne mediatiche hanno evidenziato l’importanza dei periodici controlli e screening dell’organo, in medicina veterinaria molti proprietari tendono a sottovalutare l’importanza della visita andrologica e urologica.

Piccola…

La prostata ha una forma ovoidale, è ricoperta da tessuto fibromuscolare ed è attraversata da una porzione dell’uretra (uretra prostatica), che conduce l’urina nelle porzioni più distali da dove sarà emessa. La prostata nel cane si trova in cavità addominale e mostra contatti anatomici diretti con la sinfisi pubica ventralmente, con il retto dorsalmente e, cranialmente, con la vescica.

Ciò dimostra lo stretto contatto con ben due apparati, quello urinario e quello gastroenterico distale. La corretta funzionalità della prostata dipende dal testosterone prodotto a livello testicolare. L’ormone viene poi convertito, tramite l’enzima 5 alfa-reduttasi, in diidrotestosterone (DHT) che stimola lo sviluppo, la crescita e le secrezioni della stessa ghiandola.

Immagine di molti cane e molte razze

…ma funzionale

La prostata svolge un ruolo fondamentale per la qualità e funzionalità del liquido spermatico. Produce, infatti, un secreto viscoso e trasparente che compone il 90% del liquido seminale canino, nella prima ma in particolare la terza frazione dell’eiaculato stesso.

Questo secreto è caratterizzato da un pH neutro o di poco alcalino fondamentale per neutralizzare il più acido ambiente vaginale e ricreare una condizione più idonea per la movimentazione e l’attività degli spermatozoi.

Le sue funzioni però non terminano qui, poiché questa componente è composta da un’ampia gamma di molecole, tra le quali proteine, enzimi, zuccheri semplici, potassio, acido lattico, rame, sodio, ferro, magnesio, calcio e zinco, fondamentali per garantire una corretta attività spermatica.

Le patologie della prostata nel cane

Così come in umana, anche nel cane le patologie prostatiche non sono evenienze rare. Purtroppo, però, molti proprietari pensano che la visita andrologica sia necessaria solo in alcune fase della vita. Ad esempio, per la valutazione della discesa testicolare nel cucciolo, oppure, se si possiedono esemplari destinati alla riproduzione.

In realtà le patologie prostatiche sono ben diffuse a tutte le età di vita a prescindere dalla razza e dal motivo dell’allevamento o della genetica di quel singolo esemplare. Prostatiti acute e croniche, ascessi prostatici, cisti, ipertrofia prostatica benigna e neoplasie sono tra le patologie più diffuse anche tra i cani.

Foto di un cane bassotto in braccio alla veterinaria per la cura della prostata

Le infiammazioni acute e croniche

Le infiammazioni (prostatiti) acute e croniche non di rado vedono il coinvolgimento di batteri inclusi in differenti generi. Questi microrganismi raramente provengono dalle gonadi o dalla via ematogena, più comunemente invece giungono per via ascendente. Non bisogna infatti dimenticare la diretta correlazione, anche anatomica, tra questa porzione dell’apparato genitale, l’apparato digerente e quello urinario.

Infatti, Escherichia coli, Streptococcus, Proteus, Pseudomonas, Enterobacter, Staphylococcus, Mycoplasma, Klebsiella e Brucella Canis sono tra i microrganismi più frequentemente isolati. Mentre le forme acute si accompagnano a manifesta sintomatologia, anche sistemica, quelle croniche sono più subdole, e spesso sono conseguenza di penetrazioni batteriche perpetuatesi nel tempo o di forme acute trascurate. Un’attenta diagnostica e una precisa terapia veterinaria da seguire scrupolosamente sono fondamentali per la risoluzione della problematica.

Cane bassotto in primo piano

Forma e dimensioni da tenere sotto controllo

Forma e dimensioni sono due parametri da tenere sotto controllo per individuare patologie importanti.
L’Ipertrofia Prostatica Benigna può iniziare a svilupparsi fin dai 2-3 anni di età è può a colpire più del 90% degli esemplari interi oltre i 9 anni d’età. Non è obbligatoriamente accompagnata da una sintomatologia clinica e il decorso può essere asintomatico.

Le cause scatenanti sono ancora oggetto di discussione, ma è è dimostrato che una delle conseguenze e quindi un segnale d’allarme importante di questa patologie è proprio l’aumento del volume della prostata. Le conseguenze sono variabili, anche in relazione ai rapporti che instaura con gli apparati vicini. Il rispetto della terapia veterinaria consente di controllare la volumetria prostatica e la sua funzionalità.

Infine, tra le patologie neoplastiche (che possono causare un cambiamento della forma e delle dimensioni dell’organo colpito) è rappresentata dall’adenocarcinoma canino, è la più temibile. Più comune tra gli esemplari adulti con un’età media di 10 anni, è una patologia androgeno indipendente e la diagnosi definitiva si ottiene attraverso l’esecuzione della biopsia prostatica. Purtroppo, anche a causa di diagnosi spesso tardive, la prognosi è infausta.

L’importanza della prevenzione e della visita specialistica

Appare dunque evidente quanto sia scorretto credere che la valutazione andrologica debba essere condotta solo in particolari momenti. Inoltre, non sempre le patologie prostatiche sono accompagnate da una manifesta sintomatologia come nelle forme infiammatorie acute.

Perciò così come nell’uomo la visita urologica, la valutazione del PSA, l’esame delle urine, l’urocoltura, la valutazione del liquido seminale, la spermiocoltura e altre analisi, sono da tempo di esecuzione non routinaria ma comunque comune, anche nel cane la visita clinica specialistica deve rappresentare un momento importante per la salute stessa del pet.

La palpazione trans rettale, l’esecuzione di studi radiologici ed ecografici, sono tra le tecniche che consentono di valutare diversi stati di sofferenza dell’organo. Che altrimenti sarebbe difficile da approcciare proprio per la posizione in addome. A queste possono fare seguito esami laboratoristici che non sempre ricalcano quelli condotti in medicina umana, causa di differenze anche fisiologiche tra le due specie.

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