Nel 2008 un video diffuso in rete commosse il mondo intero: siamo in un’autostrada in Sud America, un cane viene travolto e giace a terra, indifeso fra le auto che sfrecciano da ogni lato. Il povero animale sembra spacciato ma ecco che succede l’imprevedibile: un suo simile si avventura lungo l’autostrada e lo trascina in salvo.
a cura di Angelica D’Agliano
Gli animali provano emozioni?
È una domanda difficile, alla quale probabilmente esiste più di una risposta, ma qualsiasi persona che conviva con un pet non può che rispondere che sì, gli animali provano emozioni ricche e intense. E anche se la scienza non riesce ancora a quantificarle o misurarle ci sono episodi più o meno famosi che possono aiutarci a fugare ogni dubbio a riguardo, se mai ce ne fosse bisogno.
Una sfera affettiva ricca e complessa
Di fronte a un fatto del genere come non pensare che quel cane, in quel momento, non fosse animato da un’emozione, anzi, da un sentimento fortissimo di solidarietà e di fratellanza nei confronti di un proprio simile in difficoltà?
Naturalmente questo è solo uno degli episodi che si potrebbero portare ad esempio per “provare” il fatto che i nostri amici animali abbiano una loro sfera affettiva e una dimensione emotiva complessa e ricca di sfumature.
La scienza ancora non può quantificare o misurare le emozioni, per questo l’unico modo per “provare” che gli animali hanno una loro sfera emotiva è quello di analizzare episodi realmente accaduti, dai quali è possibile evincere come gli animali abbiano una loro dimensione affettiva più o meno sviluppata.
Scarlett, madre coraggio
Ma se ne potrebbero citare altri: come la straordinaria storia di Scarlett, la gattina “madre coraggio” che nel 1996 a New York si gettò tra le fiamme per ben cinque volte per salvare i suoi cuccioli, rimanendo gravemente ferita.
Oppure la vicenda di Tommy, il cane del Brindisino che dopo la morte della padrona, nel 2013, ogni giorno va nella chiesa che era solita frequentare sperando di rincontrarla.
Informazioni sociali
Fino a poco tempo fa la prova che gli animali provassero delle emozioni era affidata unicamente a episodi del genere, di tipo empirico. Ora invece esistono anche degli studi scientifici che conforterebbero ulteriormente questa tesi. Nel febbraio 2014 sono stati diffusi i risultati di una ricerca del Mta-Elte Comparative Ethology Research Group in Ungheria.
La ricerca, pubblicata anche su Current Biology, ha provato che il cervello dei cani usa gli stessi meccanismi di quello umano per elaborare le informazioni sociali, in particolare per quel che riguarda l’elaborazione di suoni carichi di emotività. Questo spiega perché, ad esempio, i cani siano così bravi nell’interpretare l’umore e le emozioni dei propri amici a due zampe.
Tutte le facce di Mal
Nel marzo 2013 un’altra ricerca pubblicata su Journal Behavioural Processes ha dimostrato come, dall’altro lato, le persone possano comprendere e riconoscere le emozioni dei cani a partire dai cambiamenti delle loro espressioni facciali.
In particolare un gruppo di ricerca americano ha mostrato a un gruppo di persone le immagini delle espressioni facciali di Mal, un cane di razza pastore belga, fotografato in momenti di felicità, collera, rabbia, tristezza, paura, sorpresa e disgusto.
Interessante è stato il fatto che le persone interpellate (scelte fra possessori di cani e non) abbiano riconosciuto con una certa facilità quasi tutte le espressioni facciali di Mal, come a confermare ancora di più l’ipotesi che le sfere emotive di uomini e animali, in questo caso cani, possano incontrarsi su un vasto terreno comune di sentimenti e di empatia.
La possibilità di sentire rabbia o dolore, ma anche l’avere una volontà propria e la capacità di intrattenere rapporti sociali sono alcune delle prerogative che, secondo il movimento antispecista, sarebbero comuni a uomini e animali e in virtù delle quali gli animali di specie non umana dovrebbero aver diritto ad uno status etico analogo a quello delle persone.