Cani nei pubblici esercizi: una partita ancora aperta

Grazie alle novità introdotte da Fipe sulle norme igienico-sanitarie per i pubblici esercizi, i cani possono finalmente entrare nei locali, se accompagnati dal loro padrone e provvisti di museruola e guinzaglio.

a cura di ANGELICA D’AGLIANO

Normativa europea sulle norme igienico-sanitarie per i pubblici esercizi.

Tra queste, c’era il via libera per gli amici a quattro zampe che da quel momento in poi, si legge in una comunicazione ufficiale, “potranno entrare liberamente assieme ai loro padroni”. Ma si tratta davvero di una rivoluzione “Pet friendly?”

Come tutti i cinofili possono testimoniare, la materia “cani nei pubblici esercizi” è complessa e in evoluzione. Lo scorso ottobre la Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) ha aggiunto un tassello importante al mosaico presentando un manuale sul tema delle norme igienico-sanitarie (attenzione, non si tratta di una nuova legge!) in cui in pratica si dice che non ci sono motivi di natura igienico-sanitaria per impedire l’accesso ai cani nei locali.

Questo è un passo avanti, nel senso che la documentazione presentata dalla Fipe, in questo modo, ha di fatto sdoganato il concetto che i nostri amici a quattro zampe non sono creature di per sé “anti-igieniche”, da allontanare dai luoghi normalmente frequentati da molte persone, cui segue la naturale deduzione, se mai ci fosse stato il bisogno di farla, che Fido può a pieno diritto seguire il proprio compagno a due zampe ovunque vada.

L’ultima parola

Questo vuol dire che non vedremo più i cartelli “io non posso entrare” tanto detestati da tutti i cinofili? Finalmente i cani di tutta Italia potranno accedere liberamente negli oltre 320mila esercizi sparsi per il Paese? La risposta è no. Se è vero infatti che non ci sono motivi di natura igienico-sanitaria per impedire l’accesso ai cani nei locali (che dovranno naturalmente essere accompagnati dal proprietario e provvisti di guinzaglio e museruola), è altrettanto vero che l’ultima parola sull’argomento spetta ai singoli gestori, che restano comunque liberi di far entrare o meno i nostri amici pelosi nei loro esercizi.

Una lunga storia

Questo ovviamente significa che se in un locale la presenza di cani non è gradita possiamo comunque trovare i classici cartelli di divieto, con l’unica differenza che non ci può più essere l’indicazione “come da norme igienico-sanitarie del Ministero della Salute italiano”, poiché queste norme sono ovviamente decadute allineandosi a quelle europee (che, lo ricordiamo, sono in vigore già da nove anni). Nessuna legge vieta quindi l’uso del cartello “io non posso entrare” e nessun padrone può quindi pretendere di entrare in un locale col proprio beniamino se il gestore ha deciso che i cani non sono graditi nel suo esercizio.

Niente di nuovo sotto il sole

All’atto pratico quindi cosa cambia? Si direbbe ben poco. Nessuna norma igienico-sanitaria infatti oggi impedisce l’accesso ai cani nei locali ma allo stesso tempo questo non garantisce che i nostri amici possano seguirci sempre e comunque.

Ai padroni resta il diritto di scegliere, nella sterminata offerta di locali, bar, negozi, supermercati presenti da nord a sud in tutto lo Stivale, quelli che ritiene maggiormente bendisposti nei confronti dei loro compagni pelosi, come del resto è sempre successo. I locali pet friendly quindi continueranno ad esistere, con le loro invitanti ciotole d’acqua fresca, la gradita sorpresa di un buon bocconcino ogni tanto e una carezza sempre pronta per i nostri amici pelosi, ma molto probabilmente gli esercenti che prima non amavano molto gli animali non per questo cambieranno idea o modificheranno il loro modo di lavorare.

Non è corretto dire che d’ora in avanti tutti i cartelli “io non posso entrare” dovranno sparire dalla circolazione: l’ingresso di un animale in un esercizio pubblico resta comunque a discrezione del gestore. I locali pet friendly continueranno quindi a esistere, così come quelli in cui i cani non sono ben accetti.

Il vero problema

Ma, al di là dell’aspetto normativo, bisognerebbe prendere in considerazione il fatto che se continueranno a esistere cartelli cinofobi in Italia, gran parte della responsabilità è da attribuire a quelle persone (per fortuna poche, e in costante diminuzione) prive di senso civico e di educazione che portano con sé cani ineducati o con problemi comportamentali, che mettono in cattiva luce l’intero popolo di cinofili, compresi quelli che sono sempre stati responsabili e attenti alle regole.

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