Virus in vasca

Le patologie virali sono senza dubbio quelle meno conosciute in ambito acquariofilo poiché spesso i sintomi vengono imputati a batteri che, in realtà, subentrano alla malattia già presente.

Dott. ALESSIO ARBUATTI – Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Teramo – Laboratorio di Psicobiologia, Cognizione e Benessere animale

Patologie virali nei pesci d’acquario

La malattia dello stress

La malattia da linfocisti è sicuramente la patologia virale più comune in acquariofila, favorita da molti fenomeni che causano stress (termici, chimici o una scarsa manutenzione dell’acquario). Si caratterizza per la formazione sul corpo dell’animale di piccole strutture simili a palline biancastre, rotondeggianti, abbastanza nette, senza margini sfrangiati e differenti dalle formazioni fungine che si mostrano fioccose.

Inappetenti

Le linfocisti compaiono sul corpo e sulle pinne dei pesci infetti; sono il risultato dell’aumento di volume delle cellule superficiali.
Dopo circa 4 settimane dalla comparsa dei noduli, i virus vengono liberati in acqua e possono infettare nuovi ospiti.

Generalmente gli animali colpiti mostrano letargia, inappetenza e modificazioni del comportamento. Inoltre le lesioni possono andare incontro ad una contaminazione da parte di batteri presenti in acquario, anche di quelli che, di per sé, non hanno un elevato potere patogeno.

Niente medicine

La malattia da linfocisti non causa direttamente la morte del soggetto, infatti le lesioni scompaiono liberando nuovi virus. Come tutte le patologie virali, non vi sono presidi medici capaci di attaccare direttamente il patogeno, ma va migliorata la gestione della vasca e al massimo, in presenza di batteriosi secondarie, può essere apportato un trattamento con farmaci antibatterici.

In quarantena

La viremia primaverile della carpa colpisce principalmente i possessori di carpe koi e Ciprinidi i generale; specialmente gli allevamenti. E’ diffusa negli U.S.A. e in Europa. Il virus è eliminato con le feci, l’urina, e tramite le cellule superficiali che vanno incontro a desquamazione.

La sintomatologia spesso coinvolge i soggetti più anziani e i segni clinici possono comprendere: aumento di volume dell’addome, anoressia, esoftalmia, e lesioni emorragiche superficiali. L’aumento della temperatura dell’acqua favorisce la comparsa della malattia (17°-20°) e causa una maggior mortalità nei soggetti giovani (fino al 70%). Una corretta quarantena da parte dei grossisti e degli allevamenti  esportatori è la tecnica migliore per il controllo della malattia.

Morte improvvisa

La setticemia emorragica virale colpisce principalmente circa 50 specie di pesci d’acqua dolce e marina nell’emisfero boreale, principalmente gli allevamenti di salmonidi, ed è stata segnalata anche nelle carpe koi.

L’agente si trasmette mediante l’acqua dove sopravvive in forma libera per 14 giorni, ma anche con lo spostamento di animali e le uova contaminate. I sintomi sono dovuti alle lesioni che il virus provoca nei vasi sanguigni. Infatti si osservano estese emorragie interne e superficiali, apatia, debolezza, modificazioni del comportamento. Un gran numero di soggetti è colpito da morte improvvisa.

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Gli altri nemici

Oltre a quelle citate, ci sono numerose altre patologie virali che colpiscono le specie d’acqua dolce, anche se spesso non coinvolgono specie strettamente ornamentali. Vista la loro rilevanza dal punto di vista infettivo, meritano comunque di essere ricordate.

Tra queste abbiamo la Pancreatite necrotica infettiva, che colpisce con altissima mortalità i Salmonidi in generale dopo aver causato emorragie interne a carico della regione intestinale.

Tra le sindromi sostenute da virus della Famiglia degli Herpesviridae vanno ricordate quelle che causano lesioni superficiali con placche bianco giallastre nelle carpe anche ornamenali (fish pox), o sintomatologie emorragiche nei pesci gatto (channel catfish virus).

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