L’offerta dei pesci tropicali per l’acquario d’acqua dolce è aumentata esponenzialmente negli ultimi 20 anni e sempre più spesso si trova-no in commercio nuove specie e varietà, alcune delle quali non sono il semplice frutto della selezione e dell’incrocio di individui con particolari caratteristiche fisiche o cromatiche.
A cura del Dott. Alessio Arbuatti – Medico Veterinario
Commercio ed etica
Gli allevamenti intensivi del Sud Est Asiatico sono i principali produttori ed esportatori di pesci tropicali allevati in cattività e sono anche i principali artefici dei trattamenti di colorazione artificiale ai quali vengono sottoposte numerose specie successivamente esportate in tutto il mondo.
A partire dalla fine degli anni 80’ sono comparsi nei nostri negozi numerose specie di pesci tropicali d’acqua dolce caratterizzate da sgargianti colorazioni metalliche simil-fosforescenti, tra i colori più utilizzati troviamo: giallo, rosso, verde metallico, viola e blu.
Purtroppo alle spalle di quest’aspetto estetico, in realtà vi sono scelte tecniche commerciali molto discutibili. Infatti, in realtà, i soggetti che mostrano queste intense colorazioni sono artificialmente trattati mediante inoculazioni intradermiche di pigmenti artificiali.
Molto spesso queste operazioni, nei luoghi d’origine,
Sono condotte direttamente da minorenni poiché sono facilitati, date le piccole dimensioni delle loro mani, nelle manualità applicate su pesci di piccole dimensioni. Inoltre va comunque ricordato che si è visto come, parallelamente all’aumento del numero dei soggetti sottoposti a colorazione artificiale, vi è una concomitante diminuzione della vita dell’animale e un aumento dei casi di Linfociti virali, forma patologica che spesso colpisce pesci stressati o le cui difese immunitarie non funzionano correttamente.
Pesci di vetro (Chanda ranga), non colorati artificialmente, sono colpiti dalla patologia in una misura del 90% inferiore rispetto ai loro cospecifici colorati.
Storicamente la specie più colorata artificialmente è il Chanda ranga,
un pesce naturalmente grigio metallico, che in commercio è sempre venduto con due sgargianti bande colorate fosforescenti, una sulla parte superore, una su quella inferiore del corpo.
La tecnica d’inoculazione prevede l’apposizione di piccolissime quantità di colorante mediante delle siringhe molto piccole, tipo da insulina, che comunque, rapportate alle dimensioni dell’animale, sono di dimensioni eccessive, in varie regioni del corpo. Il colore deve essere inoculato in diverse zone vicine poiché non si diffonde autonomamente lungo il corpo dell’animale.
Vi è anche un’altra tecnica, ancora meno corretta, che prevede la rimozione del muco superficiale mediante immersione in sostanze acide per facilitare la successiva apposizione di colori nel pesce.
Le specie maggiormente colorate artificialmente sono i Chanda ranga, i Corydoras albini, riconoscibili per il colore bianco, gli occhi rossi e sgargianti zone generalmente rosa o blu (zone colorate artificialmente), i Barbus tetrazona, I Labeo, i Botia, i Kriptoterus ed i Ciclidi Cichlasoma “parrot” già frutto di incroci tra specie diverse.
La scelta dell’acquisto dei pesci è nelle mani dell’acquirente, sta a lui a scegliere se acquistare o meno questi pesci, purtroppo però spesso, mai nessuno parla di cosa è nascosto, realmente, dietro a dei piccoli bei pesci con dei colori sgargianti…