Quando pensiamo alle allergie le prime cose che ci vengono in mente sono le fioriture di alcune piante stagionali, gli acari della polvere o magari qualche particolare alimento.
Rubrica a cura di ANMVI Articolo del Dott. Alessio Arbuatti Medico Veterinario
Di certo non tutti sanno che anche i nostri pet possono essere colpiti da numerose allergie che necessitano sempre di tempestivi e rapidi interventi veterinari per riconoscerne la causa e trovare la terapia corretta che possa garantire il loro benessere.
Cos’è l’allergia
L’allergia può essere considerata una risposta eccessiva che il sistema immunitario di un organismo mette in atto quando alcune specifiche molecole “not self” (allergeni), si ripresentano dopo una prima esposizione avvenuta in precedenza. Alla base di questa risposta esagerata vi possono essere molte cause, spesso genetiche o ambientali. Rispondendo eccessivamente, gli stessi sistemi deputati alla difesa corporea divengono causa di sintomatologia (allergica) nell’organismo del pet.
DAP
Le pulci sono tra i parassiti più comuni del cane e del gatto. Cosmopolite e diffuse attraverso numerose specie, questi insetti si nutrono di sangue pungendo la cute dei mammiferi. La dermatite allergica da pulci (DAP) è una delle forme allergiche più comuni nel cane e nel gatto e consegue proprio all’attività di questi parassiti. La condizione è nota nel mondo anglosassone come “ipersensibilità da morso di pulce”, proprio perché gli allergeni, ossia le molecole alla base della reazione allergica, sono presenti nella saliva della pulce.
Sintomi
I sintomi visibili sul pet derivano da una serie di fenomeni a cascata che, partendo dall’infiammazione e dal prurito, stimolano il cane e il gatto a lambirsi e grattarsi nella zona lombosacrale, dorsale, caudale, inguinale e ombelicale irritandosi e ferendosi ulteriormente.
Queste zone appaiono dunque infiammate, prive di pelo, con lesioni crostose, squamose e quando il problema persiste da tempo, la cute può apparire iperpigmentata e ipercheratosica. Non da ultimo, la continua attività sulle lesioni da parte del pet può favorire l’insorgenza di infezioni batteriche secondarie e/o contaminazioni da lieviti del genere Malassezia. Nei gatti si apprezza anche dermatite miliare, granulomi eosinofilici e piaghe.
I sintomi della “ipersensibilità da morso di pulce” visibili sul pet sono la conseguenza di due forme di ipersensibilità. La prima, di tipo 1 (allergica), conduce alla degranulazione dei mastociti che rilasciano sostanze pro-infiammatorie, mentre la seconda è di tipo 4 ossia cellulo mediata con l’entrata in azione di linfociti sensibilizzati.
Trattamento mirato
Il trattamento deve essere tempestivo, svolto solo previa visita veterinaria e finalizzato ad eliminare il contatto pulce-pet. Sarà fondamentale sterminare i parassiti che vivono sia sul pet, utilizzando specifici antiparassitari, sia nell’ambiente procedendo a una sanificazione domestica.
Gli adulti infatti possono vivere sia nel pelo sia, in numero ben maggiore, nell’ambiente dove il pet trascorre il suo tempo. In caso di DAP, ogni trattamento che non preveda anche una sanificazione ambientale è destinato all’insuccesso.
In base ai singoli casi potranno poi essere prescritti dal veterinario ulteriori farmaci per il trattamento delle lesioni e per ottenere la guarigione dei tessuti nel più breve tempo possibile.
Attenti alla ciotola
L’ipersensibilità dietetica canina è suddivisibile in due grandi gruppi, in relazione o meno al coinvolgimento immunologico. All’interno del primo, ricadono le allergie alimentari propriamente dette, le quali sono conseguenza di reazioni mediate da specifici anticorpi (IgE). Nel cane gli allergeni più spesso coinvolti sono proteine presenti nel manzo, nel pollo, nel latte, nelle uova, nel mais, nel grano e nella soia.
Sfregamento eccessivo
Negli esemplari allergici è possibile osservare principalmente una sintomatologia gastrointestinale e cutanea. Aree prive di pelo e lesioni a livello periauricolare, delle zampe, dell’inguine, del collo, della testa e del perineo sono tra i sintomi più comuni.
L’infiammazione comporta spesso un eccessivo sfregamento con seguenti auto traumatismi secondari che possono divenire apripista per infezioni batteriche e da lieviti (Malassezia).
Cambio di menù
Il veterinario effettuerà prima un’approfondita visita clinica, cercando di escludere altre possibili cause di lesioni simili (parassiti, allergia da pulci), avvalendosi, se necessario, anche di test specifici. Il cambio dell’alimentazione e l’eliminazione della fonte proteica/allergene alla base della patologia, comporta un lento e progressivo miglioramento della situazione. Anche in questo caso il veterinario può prescrivere ulteriori farmaci in base a eventuali lesioni o esigenze del singolo caso clinico.
Cibi speciali
In commercio sono disponibili numerose linee alimentari dedicate a cani e gatti allergici; tutte contengono fonti proteiche poco comuni: cervo, bisonte, aringa, pecora, insetti e molti altri, proprio perché è importante non utilizzare quelle proteine con cui l’organismo ha già avuto un precedente contatto. Sono inoltre disponibili sia alimenti completi monoproteici, ossia contenenti solo un’unica fonte proteica animale o vegetale, sia con proteine idrolizzate specifiche per gli esemplari allergici.
Le intolleranze alimentari, invece, non sono frutto di reazioni del sistema immunitario verso un antigene riconosciuto come “pericoloso”, bensì il risultato della mancanza di enzimi endogeni che consentono la corretta digestione o assorbimento del principio nutritivo.
Allergeni ambientali e da contatto
Gli allergeni inalatori più comuni che possono essere causa di allergie e di conseguente dermatite atopica nei pet sono i pollini di alberi, di erbacee in fioritura, muffe, acari della polvere e persino cellule epiteliali umane o di gatto (nel cane). Allo stesso modo forme allergiche da contatto sono segnalate a causa di lettiere, cucce, giochi e persino lana utilizzata per le
imbottiture.
In entrambi i casi, nei soggetti allergici, ne consegue una dermatite atopica che è più comune nei cani tra uno e cinque anni di età, mentre nei gatti si può osservare durante tutta la vita.
Opzioni terapeutiche
Le opzioni terapeutiche sono numerose e comprendono, dove possibile, il risanamento ambientale da associare a specifiche terapie per combattere il prurito e favorire la ricrescita del pelo. Esistono poi vaccini mirati a diminuire la sensibilità dell’organismo nei confronti degli antigeni che scatenano la sintomatologia allergica.
In genere questa terapia è efficace in circa il 50% dei cani e i primi risultati possono vedersi dai 3 mesi a un anno dall’inizio del trattamento la cui successiva frequenza o sospensione sarà decisa dal veterinario di fiducia.