La centralità del Medico Veterinario nella gestione della Leishmaniosi richiede aggiornamento avanzato. Non solo per il cane, ma anche per il gatto e l’uomo
a cura della redazione
Quali novità nella diagnosi e nella terapia della leishmaniosi
Oltre 600 Medici Veterinari sono stati impegnati ad affrontare una zoonosi che ha subito una recrudescenza importante.
Proprio in territori, come quello emiliano che ha registrato decessi nell’uomo e che dimostrano come l’epidemiologia della Leishmaniosi non abbia più connotati geografici.
Della Leishmaniosi – una malattia infettiva che colpisce l’uomo e gli
animali domestici e selvatici il congresso organizzato dalla SCIVAC (Società
Culturale Italiana Veterinari per Animali da Compagnia) ha cercato di delineare anche le prospettive future per contrastarla non solo nel cane -che pure svolge il ruolo di reservoir principale del parassita – ma anche nel gatto e nell’uomo. La complessa centralità del Medico Veterinario richieda una preparazione costante e avanzata.
Il ruolo del Medico Veterinario è fondamentale nel controllo sanitario e
nella prevenzione delle malattie trasmissibili all’uomo, specie in seguito
all’evoluzione della malattia in tutta Italia, con una presenza ormai endemica anche nel Nord.
È stato delineato il quadro epidemiologico nazionale ed europeo e sono
state analizzate le ragioni della sua espansione, non solo legate ai
cambiamenti climatici, ma anche alle condizioni igienico-sanitarie che possono favorire i flebotomi e ad una maggiore mobilità della popolazione umana e animale.
Una patologia”dai mille volti”-
La Leishmaniosi canina è una patologia zoonotica importante e complessa, le cui trasmissione, patogenesi, manifestazioni cliniche, diagnosi, terapia e prevenzione sono oggetto di numerosi studi.
Nel paziente animale, la Leishmaniosi presenta complicanze oftalmologiche (Alberto Crotti) alterazioni ematologiche e proteiche, dermatologiche e renali, oltre a presentarsi in forme atipiche e difficilmente sospettabili o a indurre gli studiosi ad approfondire possibili correlazioni con le malattie immuno-mediate. Le analisi di laboratorio possono essere sfruttate al massimo per la diagnosi e la gestione clinica della leishmaniosi.
Leishmaniosi felina
La specie felina era considerata, fino a poco tempo fa, relativamente resistente all’infezione da Leishmania. Eppure, lo sviluppo sia della medicina felina che di tecniche diagnostiche più sensibili e specifiche, come la sierologia e le metodiche molecolari, ha portato negli ultimi decenni a un aumento dei casi documentati di leishmaniosi felina. Nel corso dei lavori congressuali è stato presentato uno studio epidemiologico e clinico-patologico su un caso di infezione da Leishmania Infantum nei gatti in Emilia-Romagna.
La prevenzione
Repellenti antiparassitari, profilassi vaccinale e comportamenti efficaci possono ridurre l’incidenza della malattia, specie se combinati fra loro, senza bisogno di arrivare a suscitare allarmismi (la malattia è trasmessa dal flebotomo non dagli animali), sconfiggendo le credenze errate, restituendo alla prevenzione il ruolo di educatore permanente del Medico Veterinario nei confronti dei proprietari di cani e gatti e della società, quanto più possibilmente in dialogo one health con gli altri operatori sanitari.