L’apparato urinario dei nostri animali domestici, così come il nostro, è formato da reni, ureteri, vescica e uretra. Ognuno di questi organi può essere interessato da diverse patologie. Cerchiamo di conoscerle meglio.
A cura del Dott. Francesco Orifici Medico Veterinario
Funzionalità compromessa
La principale funzione del rene è quella di filtrare il sangue per eliminare i prodotti di scarto e riassorbire l’acqua e i sali minerali importanti per l’organismo.
Le patologie renali, proprio come nell’uomo, sono molto comuni nei nostri animali da compagnia. Quando la funzionalità renale è compromessa si ha un accumulo di sostanze tossiche e una perdita di liquidi che possono portare anche a morte.
Malattie acute…
È importante distinguere tra malattie renali acute e croniche. Il danno renale acuto presenta insorgenza e decorso molto rapidi, quindi necessita di un intervento tempestivo.
Spesso ha un’origine infettiva: è causato da microrganismi che arrivano ai reni attraverso la circolazione sanguigna (come nel caso della Leptospirosi) oppure risalendo dalla vescica (in corso di cistite batterica). Altre volte il danno renale acuto può seguire l’ingestione massiva di tossici (ad esempio il glicole etilenico, il comune “antigelo” per auto) o di farmaci nefrotossici (ad esempio alcuni antinfiammatori).
… o croniche
La malattia renale cronica, invece, è caratterizzata da un’insorgenza e da un decorso più lenti. Può derivare da una patologia congenita (ad esempio la malattia policistica renale del gatto Persiano), oppure da un’esposizione progressiva a tossici di varia natura; può essere causata da microrganismi, come Leishmania, che nel tempo portano a insufficienza d’organo; può essere causata da un tumore del rene, ma più comunemente è causata da fenomeni degenerativi dell’organo stesso.
Segnali d’allarme
Ma quali sono i primi segnali che devono mettere in allarme il proprietario? Sicuramente l’aumento dell’urinazione e, conseguentemente alla perdita di liquidi, l’aumento della sete.
Altri segnali possono essere l’inappetenza, il vomito, la perdita di peso, la debolezza. In presenza di uno o più di questi sintomi è quindi importante portare il proprio quattrozampe dal veterinario.
Il sospetto di malattia renale cronica può comparire già alla visita clinica, che comincia con il colloquio con il proprietario che riferisce i segnali sopracitati. Il primo esame che viene solitamente effettuato è quello delle urine, che in caso di patologia presentano un colore chiaro e un peso specifico basso (indici di scarsa concentrazione delle sostanze di scarto).
È importante verificare altresì la presenza di proteine nelle urine (proteinuria), che non dovrebbero essere eliminate da un rene sano.
Esami
Le urine possono essere raccolte dal
proprietario stesso, oppure possono essere prelevate dal medico
veterinario mediante cateterismo o cistocentesi eco-guidata:
quest’ultimo metodo è il più indicato nel caso in cui si voglia
procedere anche ad un esame batteriologico, che permetta di accertare
la concomitante presenza di un’infezione urinaria. L’esame successivo è generalmente
quello del sangue: i primi parametri esaminati sono la creatininemia
(concentrazione di creatinina nel sangue) e l’azotemia
(concentrazione di azoto ureico nel sangue), che risultano aumentati
in corso di patologia.
Ecografia
Un’altra indagine molto utile in corso di insufficienza renale cronica è l’ecografia, che permette di visualizzare i reni in due dimensioni e di valutarne forma, dimensioni e margini.
Con l’ecografia si possono rilevare segni di degenerazione, malformazioni suggestive di neoplasia, infarti renali, calcoli e altri segni di patologia; è inoltre possibile procedere a prelievi citologici e addirittura istologici (biopsie), che sono indispensabili per distinguere in maniera sicura
una degenerazione renale da un tumore.
Molto importante è anche la misurazione della pressione arteriosa, poiché se è eccessivamente alta andrà a peggiorare la funzionalità renale.
Cosa fare?
In caso di insufficienza renale cronica la terapia è di tipo “conservativo”, per ridurre il carico di lavoro del rene, alleviare i segni clinici delle intossicazioni da sostanze di scarto nel sangue, ridurre al minimo i disturbi degli equilibri idrici e minerali e quindi rallentare la progressione della
malattia.
Menù specifico
Dal momento che l’iperazotemia è dovuta all’accumulo di metaboliti proteici, dobbiamo somministrare una dieta che contenga una ridotta quantità di proteine che siano però di elevata qualità: in questo modo otterremo un calo della produzione di scarti azotati, con conseguente miglioramento dei segni clinici.
Possiamo utilizzare diete commerciali specifiche, oppure rivolgerci a un Medico Veterinario specialista in nutrizione.
Fosforo
In corso di nefropatie, può verificarsi anche una riduzione dell’escrezione urinaria di fosforo, con conseguente accumulo nel sangue. L’iperfosfatemia, oltre a predisporre allo sviluppo di alcune patologie gravi come l’iperparatiroidismo secondario, peggiora anche la situazione renale.
Le diete “renal” sono già povere di fosforo, ma in alcuni casi risulta utile somministrare anche degli integratori che legano il fosforo in eccesso a livello intestinale e ne permettono l’eliminazione.
Nel caso in cui al paziente nefropatico sia stata diagnosticata anche ipertensione sistemica, è indicato intervenire con una terapia medica antipertensiva.
Lotta al rischio
Ma cosa si può fare per ridurre il rischio di patologie renali nei nostri pet? Per quanto riguarda alcune patologie ereditarie, come il rene policistico del gatto Persiano, è importante la selezione genetica dei riproduttori. Per proteggere i nostri cani da alcune patologie infettive come la Leptospirosi, trasmessa dai topi, abbiamo una grande arma: la vaccinazione.
Per la Leishmaniosi, trasmessa dai pappataci, abbiamo la possibilità di vaccinare e di utilizzare repellenti specifici, per quanto purtroppo ad oggi non ci sia ancora un trattamento preventivo con efficacia paragonabile a quello per altre malattie infettive.
Ostruzioni indesiderate
Per quanto riguarda gli ureteri,
ricordiamo le patologie congenite, ad esempio l’uretere “ectopico”,
ovvero uno sbocco in posizione anomala di uno o di entrambi gli
ureteri. Tale difetto, che porta solitamente a perdite involontarie
di urina, può essere risolto chirurgicamente. Altra patologia che può colpire
l’uretere è l’ostruzione da calcoli, che impedisce il passaggio
dell’urina in vescica e che spesso rende necessario il ricorso alla
chirurgia.
Intervento tempestivo
Se poi il calcolo arriva in vescica, può dare luogo a cistiti anche di grave entità per l’azione meccanica dello stesso sulla parete dell’organo. Si possono verificare fenomeni di dolore durante la minzione e sangue nelle
urine.
Infine, se il calcolo è di grosse dimensioni e si impegna in uretra, può verificarsi un’ostruzione uretrale: in questo caso, la vescica non può svuotarsi, quindi l’animale non riesce ad eliminare le sostanze azotate dal suo corpo. Se non si interviene tempestivamente, l’animale raggiungerà uno stato comatoso e potrà addirittura morire in pochi giorni.
Cistiti
Per quanto riguarda la vescica, bisogna ricordare anche le cistiti batteriche, fungine e parassitarie (che spesso vengono trattate farmacologicamente), le cistiti “da stress” tipiche del gatto (che prevedono una terapia di tipo alimentare, insieme a un arricchimento ambientale) e infine le neoplasie, che tipicamente vengono trattate con chirurgia, chemioterapia e radioterapia