La dermatite è un processo infiammatorio della cute, le cui cause possono essere svariate e le cui manifestazioni possono andare dal semplice arrossamento e prurito, fino alla perdita totale del pelo e alla formazione di croste e altre lesioni.
A cura della Dott.ssa SABRINA DOMINIO Medico Veterinario
La cute rappresenta un importante barriera di difesa per i nostri amici a quattro zampe. Innanzitutto, mantiene il corpo nelle condizioni di temperatura e idratazione ideali. In secondo luogo, protegge l’organismo dai principali agenti patogeni, come virus, batteri, funghi e parassiti e limita il contatto con gli allergeni contenuti nell’ambiente. Ne sono un esempio i pollini, la polvere, la forfora, alcune muffe e gli acari.
Dermatite atopica malattia cronica
Il tipo di dermatite più diffuso e sicuramente più complicato da risolvere è la dermatite atopica. Si tratta di una patologia cronica che in genere si sviluppa a causa di una reazione allergica nei confronti degli allergeni che si trovano nell’ambiente. I sintomi si manifestano fra i 6 mesi e
i 3 anni di età, con una ormai nota predisposizione ereditaria.
Prurito insopportabile
Il primo sintomo che si evidenzia è il prurito, che in genere inizia in zone ben definite, per poi arrivare a diffondersi a tutto il corpo. Un cane o un gatto con prurito reagiscono in una sola maniera: grattandosi e leccando incessantemente le aree interessate.
Se il prurito è forte, il povero animale può arrivare a mordicchiare l’area colpita. Questo comportamento, seppur logico e spontaneo, porta la situazione ad aggravarsi sempre di più, perché in poco tempo si formano delle lesioni che permettono il passaggio e la proliferazione di batteri e
lieviti, che possono provocare infezioni secondarie.
Perdita di pelo
La dermatite atopica in genere inizia con l’arrossamento e il prurito di alcune aree, quali muso, spazi interdigitali, ascelle e addome. Spesso vengono coinvolte anche le orecchie, che il povero animale scuote in continuazione. L’evoluzione porta alla perdita del pelo, dovuta al grattamento e al leccamento e si possono formare croste, inscurimento della pelle e ispessimento.
Nel gatto, il segno caratteristico è la cosiddetta “alopecia simmetrica felina”, ossia la presenza di zone prive di pelo a livello dell’addome. Ciò è dovuto al fatto che la lingua del gatto, estremamente ruvida, è in grado di spezzare il pelo alla base creando delle aree completamente glabre.
Una lunga battaglia
La conferma della diagnosi si ottiene con il test intradermico, nel quale si inoculano nella cute i diversi allergeni sospetti: se nel sito d’inoculo, dopo circa 10-20 minuti, si sviluppa un arrossamento e un ispessimento della cute (pomfo), significa che l’animale è allergico a quello specifico allergene.
La seconda strada diagnostica consiste nel test sierologico, in cui viene prelevato il sangue del paziente allergico e viene fatto reagire con i principali allergeni. Una volta scoperta la causa della dermatite del vostro beniamino, purtroppo, siamo solo all’inizio di una dura e lunga battaglia.
Una strada difficile
La migliore soluzione terapeutica di questo tipo di dermatite naturalmente è la rimozione della causa scatenante, ossia dell’allergene coinvolto. Ciò è possibile se si parla di alimenti, ricorrendo a una dieta privativa, o di pulci, grazie ad un trattamento antiparassitario mirato.
Ma se sfortunatamente, l’allergene (o gli allergeni) incriminato/i sono presenti nell’ambiente, sarà praticamente impossibile eliminarli del tutto e ci si dovrà limitare alla terapia sintomatica. La soluzione più logica consiste nel fare un vaccino iposensibilizzante, contenente gli allergeni che
hanno provocato la reazione allergica.
Proseguendo con un protocollo vaccinale ben definito dal vostro Medico Veterinario Dermatologo, l’organismo gradatamente si abituerà a quelle sostanze e man mano diminuiranno le reazioni cutanee. Si tratta di una terapia efficace nel 75% dei pazienti, ma è abbastanza costosa e comporta un certo impegno e rigore da parte del proprietario.
Soluzioni possibili
L’alternativa è ricorrere a prodotti contro il prurito che, purtroppo, andranno somministrati anche per tutta la vita. Alcuni di essi, come i cortisonici, sono molto efficaci, ma presentano effetti collaterali anche molto pericolosi, per cui non si possono somministrare per lunghi periodi.
Inoltre, con il passare del tempo, le terapie a base di cortisonici
provocano assuefazione e si è costretti a utilizzare dosaggi sempre
più alti e a ravvicinare sempre più i tempi di somministrazione,
con il rischio, però, di aumentare anche gli effetti collaterali.
La ciclosporina, sebbene efficace come il cortisone ma meno ricca di effetti collaterali, ha il difetto di essere molto costosa. Gli antistaminici sono farmaci antiprurito meno pericolosi, ma la loro efficacia è registrata solo
nel 35% dei soggetti.
Nuove frontiere
Le nuove frontiere della ricerca scientifica sono rivolte a trovare delle sostanze prive di effetti collaterali, che possano sostituire i farmaci succitati o perlomeno diminuirne i tempi di somministrazione e i dosaggi. Per fortuna queste sostanze esistono e, soprattutto se utilizzate in terapia multimodale (più principi attivi e terapie contemporanee, al fine di aumentarne l’efficacia e ridurre i dosaggi di alcuni farmaci), possono condurre a risultati davvero soddisfacenti.
Sicurezza totale
Qualche anno fa sono stati introdotti gli acidi grassi essenziali, estratti dall’olio di pesce o da alcuni semi oleosi, ma l’innovazione più recente riguarda le aliamidi. Dato che queste particolari molecole sono contenute nelle membrane cellulari di tutti gli esseri viventi, la sicurezza di utilizzo è totale, anche in quegli animali definiti “fragili”, come gli anziani, i cuccioli, quelli affetti da patologie renali, epatiche o dal sistema immunitario compromesso.
La loro presenza e il loro meccanismo d’azione è stato scoperto dalla famosa Rita Levi Montalcini e il suo team di ricerca sta continuando studiarle, perché le potenzialità di queste sostanze sono ancora da scoprire completamente. Esse sono in grado di bloccare il processo infiammatorio e il prurito agendo su alcune cellule coinvolte, i mastociti, cui viene impedita la liberazione di tutte quelle sostanze coinvolte nella reazione allergica e infiammatoria.
Sinergie
Alla terapia per via orale è sempre opportuno associare uno o più trattamenti topici, con sostanze in grado di agire direttamente sulla cute. Esistono moltissime lozioni, gel, spray o creme in grado di esercitare un’efficace azione a livello cutaneo, riducendo il prurito e l’infiammazione e curando le lesioni che si sono create in seguito al grattamento e al leccamento da parte del vostro beniamino.
È importante non limitarsi ai soli trattamenti locali, perché la dermatite, sebbene si manifesti a livello superficiale, in realtà coinvolge meccanismi molto più complessi del sistema immunitario e richiede un trattamento anche sistemico.
Shampoo terapia
Nel caso del cane, è caldamente consigliato l’ulteriore trattamento con uno shampoo curativo specifico, appositamente formulato. No al “fai da te” con shampoo per neonati, sapone di Marsiglia o affini, rischiereste di provocare
danni già ad una cute sana, figuriamoci su una affetta da dermatite.
Fatevi consigliare dal vostro Medico Veterinario di fiducia e, in caso di bisogno, rivolgetevi a un toelettatore professionista, preparato nell’esecuzione di bagni medicati. Se il vostro amico peloso avesse anche contratto infezioni battericine o da lieviti secondarie, sarà cura del vostro Medico Veterinario associare al protocollo terapeutico anche un trattamento specifico a base di antibiotici o antifungini.
Infine, è sempre buona regola eseguire la profilassi contro le pulci e controllare l’alimentazione somministrando una dieta di eliminazione, in quanto i soggetti affetti da dermatite atopica sono più predisposti alla
dermatite da pulci e all’allergia alimentare. Solo con questi accorgimenti, la terapia desensibilizzante potrà godere di una maggiore efficacia.