Le dermatiti Allergiche nel cane e nel gatto

La cute ed il mantello sono il bersaglio di fastidiose malattie dermatologiche su base allergica che possono pesantemente compromettere la qualità di vita di cani e gatti e di tutto il loro nucleo familiare.

A cura della Dott.ssa CRISTINA MEDORI Medico Veterinario, CeDIS Innovet (Centro di Documentazione e Informazione Scientifica)

Le cause: ovvero “l’imbarazzo della scelta”

Pulci, alimenti, sostanze presenti nell’ambiente esterno (allergeni) come pollini di erbe o di alberi, polvere di casa, acari, muffe, forfora animale ed umana. Ma anche insetti, farmaci ed irritanti da contatto. È questa la lunga lista delle più frequenti cause capaci di scatenare fastidiose dermatiti allergiche nei nostri cani e gatti di casa.

Il problema è che identificare il vero colpevole è tutt’altro che facile. Possono ad esempio passare mesi o anni prima che si riescano ad individuare i cibi o gli allergeni verso cui i nostri animali sono sensibilizzati.

E molte volte l’allergia alle pulci si manifesta, specie nei gatti, anche in assenza di questi parassiti. Nel frattempo, i nostri amici a quattro zampe, affetti da “dermatite atopica” o “dermatite allergica da pulci”, trascorrono gran parte della giornata a grattarsi, leccarsi, mordicchiarsi continuamente il pelo, strofinarsi e scuotere la testa.

Un prurito “a vita”

Le conseguenze di questo costante prurito non tardano ad apparire anche ad occhio nudo. La pelle si arrossa, si formano erosioni, ulcere e croste più o meno diffuse e, in conseguenza del continuo leccamento e grattamento, cominciano a comparire vaste zone prive di pelo.

Oltre ai danni visibili, un cane (o un gatto) che si gratta giorno e notte ha un notevole peggioramento della sua qualità di vita, tanto che il prurito può compromettere le sue normali abitudini, generando ad esempio inappetenza e disturbi del sonno, e ripercuotersi negativamente anche su quelle del nucleo familiare.

Il prurito che accompagna la dermatite atopica, in particolare, è un problema “a vita”. In questi casi, il proprietario è chiamato a prendersi costantemente cura del proprio amico a quattro zampe con attenzioni quotidiane, ma soprattutto con cure che possano garantirgli in tutta sicurezza il controllo a lungo termine di questo sintomo altamente invalidante.

Esempio: Un cucciolo dai 3 ai 6 mesi di età con prurito localizzato al muso, alle ascelle o alla zona addominale è molto probabile che soffra di allergia alimentare. Ma se il prurito ha una comparsa stagionale, allora è più facile che soffra di una forma atopica.

Aiutiamo il veterinario con indizi importanti

  • A che età è cominciato il prurito? Dov’è localizzato?
  • Da quanto tempo dura?
  • È sempre presente o compare solo in una specifica stagione dell’anno?
  • E ancora. Dove è stato adottato l’animale?
  • Ha soggiornato di recente in pensioni o canili?
  • Ha avuto mai contatti con animali selvatici (es. volpi)?
  • E il nostro gatto, dove vive abitualmente, in casa o all’aperto?
  • Ci sono altri animali in casa?
  • Recentemente, è stata variata la sua dieta?


Tutte domande semplici, ma di estrema importanza per aiutare il veterinario ad orientarsi verso la causa del prurito. Un esempio. Un cane adulto con prurito di vecchia data orienta verso una situazione allergica. Se poi questo prurito è stagionale e si localizza prevalentemente alla base della coda, sulle cosce e sull’addome, è molto probabile che la diagnosi sia quella di allergia al morso delle pulci.

Trattamento: una scelta orientata al problema

La terapia ideale si basa sull’eliminazione della causa scatenante. Se, ad esempio, è un alimento, dovremo seguire una dieta specifica, che prevede l’esclusione del componente alimentare incriminato. Se si tratta di allergia alle pulci, una tempestiva profilassi antiparassitaria potrà risolvere il
prurito.

In caso di dermatite atopica (allergia all’ambiente), possono essere molti gli allergeni ambientali implicati nei sintomi allergici e, a volte, solo le “terapie desensibilizzanti” possono migliorare la situazione.

C’è comunque da tener presente che molto spesso non si arriva all’identificazione di un’unica causa specifica. Tant’è che le allergie coesistono frequentemente tra loro e la comparsa di complicanze, generalmente infettive, può ridurre anche i rari periodi di remissione tra una crisi pruritogena e l’altra.

Per questo, la strada giusta è quella di individuare soluzioni terapeutiche in grado di calmare la sensazione di prurito ed avere un profilo di sicurezza che ne garantisca l’uso quotidiano, anche per lunghi periodi di tempo.

Dalla Ricerca un aiuto valido e sicuro per il prurito allergico

Accanto a terapie classiche come immunosoppressori e cortisonici, sono di recente comparse in Dermatologia veterinaria sostanze capaci di potenziare i meccanismi naturali di controllo del prurito allergico e, così facendo, di recuperare il benessere cutaneo “secondo Natura”.

La più studiata di queste utili sostanze è la PEA (palmitoiletanolamide): un lipide che aumenta spontaneamente nella cute dei cani atopici e che, somministrata per via orale, mima e ottimizza le strategie protettive di cui i tessuti, cute compresa, naturalmente dispongono (effetto ALIA).

Oggi la somministrazione orale della forma più biodisponibile di PEA-um (Palmitoiletanolamide ultra-micronizzata) ha dimostrato di controllare in maniera efficace e sicura il prurito e le lesioni cutanee di cani atopici, migliorando altrettanto significativamente la qualità di vita degli animali e
dei loro proprietari.

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