Le articolazioni dei nostri amici animali sono strutture anatomiche fondamentali, direttamente coinvolte nella meccanica locomotoria complessiva dell’animale. Nonché necessarie per movimenti e attività funzionali localizzate in specifici distretti corporei.
a cura di A.N.M.V.I. articolo del Dott. ALESSIO ARBUATTI, Medico Veterinario
Queste unità complesse delimitano intere porzioni anatomiche e si differenziano per tipologia, funzione e struttura. Appare dunque evidente quanto la salute del cane, del gatto e di molti pet non convenzionali passi anche attraverso la corretta funzionalità e salute articolare.
Un termine per innumerevoli specializzazioni
Con il termine di “artrologia” si indica lo studio delle articolazioni, vere e proprie unità funzionali che si compongono di strutture anatomiche finalizzate all’interconnessione ossea. Quando molti pensano a una struttura articolare, potrebbero essere portati a sottostimare la grande complessità di forme articolari e di conseguenza le singole specificità.
Una prima classificazione le suddivide in due gruppi. Il primo include le articolazioni che consentono movimenti limitati o del tutto assenti (sinartrosi). Ne sono esempi quelle della testa ma sono presenti anche lungo gli arti e nel tronco.
A loro volta si distinguono in “sinfibrosi” e “sincondrosi”. Vi sono poi le articolazioni dotate di una mobilità intermedia, definite come “anfiartrosi”. In questa categoria rientrano quelle che uniscono tra loro i corpi vertebrali tramite legamenti e l’interposizione di un disco fibrocartilagineo.
Infine, vi sono le “diartrosi”, ossia le articolazioni dotate di specifica motilità e strutturalmente complesse.
A tal proposito, proprio in relazione alla capacità di movimento, se ne riconoscono ben sei tipologie. In generale le “diartrosi” sono formate da due estremità ossee rivestite di cartilagine articolare e delimitate da una cavità articolare contenente la “sinovia”.
Questo liquido, che proviene dall’omonima membrana, svolge un ruolo fondamentale. È composto da acqua, sali minerali e, in minor misura, da zuccheri e lipidi. Si presenta trasparente e vischioso, ha la duplice funzione di apportare sostanze nutritive alle fondamentali cartilagini articolari che si raffrontano, nonché di fungere da lubrificante naturale.
In aggiunta, esistono ulteriori mezzi d’unione articolari tra i quali i legamenti, piccole ma fondamentali strutture come i menischi, i cercini e persino i tendini, ai quali fa capo l’intera componente muscolare di quel dato distretto corporeo. Questa, attraverso la propria tonicità, supporta l’unità articolare e la funzionalità locomotoria stessa.
La salute articolare e i pericoli che la minano
La differenziazione articolare, osservabile anche in relazione alle singole specie, fa ben comprendere quanto queste strutture possano essere soggette a insulti di diversa natura, dai traumatismi acuti fino alla penetrazione di corpi estranei, d’origine naturale o anche dolosa, fino a patologie su base genetica e forme neoplastiche, primarie o metastatiche.
Le patologie articolari sono innumerevoli e possono colpire tutti i cani e gatti a prescindere dalla taglia, dall’età o dallo stile di vita, con una differente incidenza come evidenziato dalla mole di bibliografia scientifica sul tema.
Ci si trova dunque di fronte a una tematica veterinaria immensa ed estremamente sfaccettata; per tale motivo il proprietario deve seguire con estrema attenzione ogni indicazione fornita dal proprio Medico Veterinario. Alcune patologie insorgono in forma acuta e improvvisa, basti pensare a traumi o alla rottura di un legamento o di tendine in un pet, altre sono croniche e potrebbero inizialmente passare inosservate se non vengono rispettati i periodici controlli veterinari.
Alcune Cause Componente genetica
Diverse patologie tra quelle più note mostrano una componente genetica che agisce in unione a fattori ambientali, alimentari e manageriali. Tra le più diffuse a carico dell’arto anteriore vi sono la “displasia del gomito” che può essere apprezzata radiologicamente fin dalla giovane età e che comprende una complessa unità della quale fanno parte ben tre strutture ossee: radio, ulna e la porzione distale dell’omero.
Patologie su base anche genetica a carico dell’arto posteriore sono invece la “displasia dell’anca”, frequente soprattutto nelle razze canine e feline di grande taglia. Questa consegue a un’alterazione a carico dell’articolazione coxofermorale, è caratterizzata da una non perfetta congiunzione tra la testa del femore e la fossa acetabolare e porta a una lenta degenerazione della cartilagine articolare e dei margini ossei con conseguente osteoartrosi.
Nello stesso distretto anatomico si riconosce anche la Malattia di Legg-Calvé-Perthes o “necrosi asettica della testa del femore”. Spostandosi distalmente si giunge alla complessa articolazione del ginocchio. Qui, nell’ambito delle patologie che mostrano un’influenza genetica, si ricorda la “lussazione rotulea mediale o laterale” e relative conseguenze a carico delle strutture accessorie del ginocchio (es. legamento crociato craniale).
Fattori esterni
Non bisogna dimenticare che le patologie articolari possono mostrare anche una base eziologica di origine infettiva con il coinvolgimento di batteri, miceti, protozoi del genere Leishmania e Rickettsie, così come vi sono inoltre forme immunomediate.
Appare logico dunque che, qualora dovesse comparire una zoppia, seppur lieve, una dolorabilità della quale ci sia accorge durante le interazioni quotidiane con il pet o un’alterazione dell’andatura, della postura o anche della simmetria, è cruciale rivolgersi tempestivamente al Medico Veterinario. Una diagnosi precoce consente la messa in atto di una terapia altrettanto tempestiva che può evitare conseguenze ben più gravi.
Patologie articolari nel gatto
Le patologie articolari, che coinvolgono questi carnivori, passano non di rado in secondo piano tra alcuni proprietari. Durante un evento scientifico tenutosi nel 2021 è emerso che nel gatto l’osteoartrite è sottostimata e persino riconoscerne il dolore non è sempre facile. Già nel 2002 un’indagine ha evidenziato come nel 90% dei gatti vi fossero evidenze ortopediche degenerative, ma solo il 4% mostrava segni clinici. Il tarso, il gomito, il piano lombosacrale, il ginocchio e l’anca sono tra piani articolari più comunemente coinvolti.
Il ruolo del Medico Veterinario
La complessità della tematica evidenzia quanto sia importante un filo diretto con il proprio Medico Veterinario che deve essere la figura professionale di riferimento. Le patologie articolari sono numerose e possono coinvolgere, seppur talora con specifiche incidenze specie-specifiche e di razza, tutti i pet anche quelli non convenzionali. Vi sono, infatti, diverse patologie osteo-articolari anche in quegli animali che non possiedono gli arti, come taluni rettili e persino nei pesci.
Il monitoraggio della salute articolare dovrà essere costante fin dalla giovane età durante le visite periodiche. In quanto tali strutture rispondono attivamente agli stimoli e lo sviluppo armonico è fondamentale per il corretto accrescimento del pet. Tale riflessione non vale solo per quelle razze maggiormente soggette a specifiche patologie articolari ma per esemplari di qualsivoglia genetica.
Proprio perché le articolazioni e le singole strutture anatomiche che le compongono possono essere soggette a un gran numero di agenti eziologici e patologie, l’attenzione deve persistere per tutta la vita del pet, fino all’età adulta e geriatrica.
Fin dall’esecuzione dell’esame obiettivo generale è possibile apprezzare taluni problemi articolari.
Attraverso l’esecuzione di visita clinica ortopedica sarà possibile approfondire lo stato di salute partendo dalla valutazione della locomozione, fino quella dei singoli elementi articolari. Ciò è possibile attraverso l’esecuzione di specifiche manualità cliniche veterinarie finalizzate alla valutazione di diversi parametri tra i quali la stabilità articolare, la funzionalità articolare e l’eventuale presenza di dolore.
Grazie alla moderna diagnostica, in aggiunta all’indagine radiologica, TAC e risonanza magnetica completano un quadro strumentale che consente un’accurata diagnosi sia delle porzioni ossee sia dei tessuti molli e delle strutture accessorie.
A fronte di un gran numero di patologie che possono coinvolgere queste strutture, la medicina veterinaria mette in campo approcci terapeutici multimodali al fine di affrontare le singole condizioni patologiche. Tra le numerose opzioni si ricorda quella chirurgica standard e quella mininvasiva artroscopica. In base ai singoli casi clinici, vi è poi la possibilità di selezionare tra un’ampia gamma di molecole farmacologiche e persino anticorpi monoclonali.
La corretta dieta e la conseguente gestione del peso, la fisioterapia, la riabilitazione veterinaria, anche in acqua e una mirata attività fisica sono solo alcune tra le opzioni terapeutiche. Queste possono anche essere combinabili tra loro, ma richiederanno sempre la completa collaborazione del proprietario e un continuo filo diretto con l’equipe veterinaria curante.
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