Igene dentale degli animali domestici

Tutti noi ricordiamo il bell’aspetto dei denti dei nostri amici,  quando da cuccioli splendevano bianchi e lucenti come porcellana.

A cura del Dott. Francesco Orifici – con la collaborazione della Dott.ssa Chiara Di Dio – Medici Veterinari A.N.M.V.I

Manteniamo una corretta igene orale ai nostri Pets

Col tempo sono ingialliti e si sono ricoperti di tartaro, le gengive, ritraendosi hanno perso la perfetta aderenza allo smalto, mentre pian piano si è infiltrato sotto di esse il tartaro, colonizzato da germi maleodoranti.

Spesso guardiamo a questo fenomeno come a qualcosa di inevitabilmente legato all’invecchiamento e lo accettiamo in maniera passiva.

Invece anche le loro bocche, come le nostre, possono mantenersi in ottime condizioni, anche nell’età adulta e nella vecchiaia. Basta davvero un piccolo impegno quotidiano e l’aiuto dei Medici Veterinari per mantenere i loro denti sani e belli, a lungo.

Placca, un nemico invisibile

Esaminiamo velocemente cosa accade nel tempo sul candido smalto dei nostri animali: i residui del cibo ingerito, unito alla saliva durante la masticazione, portano alla formazione della cosiddetta “placca” che aderisce in modo piuttosto tenace alla superficie dei denti, in maniera subdola e invisibile.

Essa col passare del tempo, ma in non meno di 48 ore, mineralizzerà, andando a formare il “tartaro”, una concrezione ben visibile dopo un po’ di tempo, che andrà a ricoprire la parte visibile del dente, incorporando un gran numero di germi che conferiranno ben presto uno sgradevole odore all’alito dell’animale.

Dolore costante

L’azione più dannosa del tartaro è quella che esso esplica infiltrandosi sotto le gengive: ciò crea delle tasche che ben presto si riempiono di pus, rendendo ancor più maleodorante l’alito e scollando il dente dal suo alveolo.

Il risultato è che esso diventa instabile, causando una situazione di fastidio se non addirittura di costante dolore e portando quindi a quella grave patologia che è la Parodontite, malattia spesso non più curabile se non con l’estrazione dei denti affetti e che in più rappresenta un costante serbatoio di infezione per molti organi interni, come i reni e le valvole cardiache.

I residui del cibo ingerito, unito alla saliva, portano alla formazione della “placca” che aderisce alla superficie dei denti in maniera subdola e invisibile Nell’arco di 48 ore la placca mineralizza formando il “tartaro”, alla base dei problemi di alitosi dei nostri animali.

Spazzolino e dentifricio (per loro)

Possiamo fare molto per prevenire la formazione del tartaro o quanto meno ritardarne lo sviluppo, allontanando quindi nel tempo la necessità di cure dentali da parte del Veterinario.

La migliore prevenzione si fa, come noto ormai a tutti, spazzolando i denti con gli spazzolini e i dentifrici specifici per animali. Questi ultimi non contengono quelle sostanze presenti nei nostri dentifrici, che risulterebbero tossiche una volta ingerite (ricordiamoci che i nostri amici non hanno la
possibilità di espellere il dentifricio col risciacquo).

Per gioco

Naturalmente si tratta di un’operazione più facile per i cani che non per i gatti, ma vanno comunque entrambi abituati con pazienza sin da piccoli, dapprima giocherellando col solo dito e una garzina, per poi col tempo introdurre gli spazzolini in gomma o silicone, magari a forma di ditale.

Non dovremo mai procedere con la forza, ma sarà necessario far passare questa operazione come se fosse un gioco. Si raccomanda di farlo almeno ogni 24 ore, per non dar modo alla placca di mineralizzare e trasformarsi in
tartaro.

Anestesia totale

Nonostante tutte le nostre attenzioni, inevitabilmente si arriva al giorno in cui durante una visita anche solo di controllo annuale, il nostro veterinario di fiducia ci dirà che è giunto il momento di sottoporre il nostro amico a una seduta di Detartrasi, operazione per la quale anche noi andiamo ormai
semestralmente dal Dentista.

Nei nostri animali la procedura, seppur analoga, si effettua in maniera diversa e più complessa, in relazione alla necessità di anestesia, non essendo la semplice sedazione sufficientemente sicura e scevra da complicanze o conseguenze.

Spazzolando i denti con gli spazzolini e i dentifrici specifici per animali possiamo prevenire la formazione del tartaro, allontanando quindi nel tempo la necessità di cure dentali da parte del veterinario.

Superficie liscissima

Alcuni toelettatori tolgono il tartaro usando un apparecchietto a ultrasuoni: si tratta però di una pratica sostanzialmente inefficace, che non rimuove il tartaro sottogengivale annidato in profondità, vera causa della Parodontite, né quello sui premolari e i molari più arretrati.

La Detartrasi condotta in maniera professionale consiste invece nell’asportazione accurata e delicata del tartaro dalla superficie dentale e dallo spazio sottogengivale tramite un apparecchio a ultrasuoni (Ablatore), che viene seguita dalla lucidatura con pasta da profilassi, rendendo liscissima la superficie dello smalto, dando di conseguenza, oltre che un aspetto migliore, anche una minor possibilità di adesione alla placca dentale.

Intubati

Durante la Detartrasi con l’Ablatore si libererà una notevole quantità di Aerosol contenente batteri che potrebbero essere inalati dall’animale in anestesia, con rischio quindi di gravi polmoniti: è anche per questo motivo, oltre che per la necessità di fornire ossigeno e anestetici durante la respirazione, che si rende necessaria l’intubazione tracheale.

Con l’animale in anestesia sarà poi possibile valutare con un’apposita sonda le eventuali tasche gengivali, ricercare eventuali carie, e se necessario eseguire le radiografie endorali con l’apparecchio radiologico dentale.

Un risultato inaspettato

Per i veterinari è sempre un momento piacevole vedere lo stupore sul volto dei proprietari alla riconsegna dell’animale, alla scoperta del risultato finale.

Mai avrebbero pensato che quei denti incrostati di tartaro, in bocche di cui si sentiva il cattivo odore anche a distanza, potessero riacquistare la primitiva bellezza. Successivamente spesso saranno gli stessi proprietari a chiedere un nuovo trattamento, quando si renderanno conto di una recidiva del problema.

Anestesia in sicurezza

Nella maggior parte dei casi non è il costo della detartrasi a spaventare i proprietari, quanto la necessità dell’anestesia per la procedura. C’è da dire che spesso capita di dover fare questo intervento anche su animali anziani o con problemi concomitanti quali cardiopatie o malattie metaboliche che possono rendere più complicata l’anestesia.

In questi casi le attuali tecniche anestetiche, nelle mani di Anestesisti Veterinari, possono permettere di addormentare gli animali in maniera sicura, consentendo di risolvere quindi problemi di grossa importanza, spesso sottovalutati in passato con un po’ di superficialità.

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