Per garantire benessere e buona qualità di vita ai nostri cani e gatti anziani è fondamentale adottare accorgimenti e seguire cure che rispettino la fragilità e la vulnerabilità dei loro “anni d’oro”.
A cura della Dott.ssa Sabrina Giussani (Medico Veterinario Esperto in comportamento animale, Dipl. ENVF)
I nostri cani e gatti invecchiano come noi
Come per noi, anche per cani e gatti anziani la vita media ha subìto negli ultimi anni un confortante aumento. Con il risultato che, dati alla mano, un folto e longevo esercito a due e quattro zampe vive fianco a fianco anche da senior, condividendo problemi e bisogni tipici della terza età.
Problemi dentali, renali, epatici ed oculari, artrosi, diabete e cardiopatie sono infatti all’ordine del giorno anche per i quattro zampe anziani e/o geriatrici.
E dalle obbligatorie trasformazioni della vecchiaia non è esente nemmeno il loro cervello. Tant’è che vanno incontro a forme di degenerazione cerebrale che si manifestano come minor efficienza delle funzioni di memoria, emotività e capacità di apprendimento, fino a sfociare in vere e proprie “demenze senili”, simili all’Alzheimer dei pazienti geriatrici umani.
La fragilita dei nostri cani e gatti anziani
Anche se il normale invecchiamento non può certo considerarsi una malattia, si porta appresso, un inevitabile calo delle capacità funzionali e adattative di vari organi. Che può mettere una seria ipoteca sulla possibilità dei nostri amici animali di vivere in salute e benessere i loro “anni d’oro”.
L’intestino si fa pigro; il cuore rallenta l’azione di pompa; reni e fegato riducono le capacità di smaltimento e depurazione; ossa e articolazioni diventano rigide e non garantiscono più un adeguato sostegno e movimento; i sistemi immunitario ed endocrino si indeboliscono, preparando la strada ad infezioni e disfunzioni varie; le funzioni cerebrali si riducono e compaiono quei cambiamenti di comportamento e umore che ci avvertono come il viaggio nella terza età sia iniziato.
Questa zona grigia, che precede anche per molto tempo una vecchiaia francamente patologica, si chiama “fragilità” ed è alla base della suscettibilità dell’anziano a essere più esposto a stress di varia natura e, dunque, ad ammalarsi con più frequenza e facilità.
Consigli pratici per pazienti “fragili”
Uno dei modi migliori per salvaguardare gli “anni d’oro” dei nostri amici a quattro zampe è di agire proprio sulla loro “fragilità”, adottando, in stretta collaborazione con il veterinario di fiducia, strategie mirate a innalzare questo limite soggettivo di vulnerabilità, sotto il quale si è in balia dei tanti pericoli della terza età, dunque del rischio di “malattia conclamata”.
In primo luogo, vale agire sull’ambiente e sullo stile di vita. L’alimentazione, ad esempio, deve essere equilibrata e adatta alla terza età. Da non trascurare poi l’attività fisica che, pur facendo attenzione a sforzi intensi o troppo prolungati o evitando passeggiate con temperature o troppo rigide o troppo calde, va regolarmente effettuata.
Continuiamo a coinvolgere i nostri “vecchietti” di casa nella vita di famiglia, impegnandoli in diverse attività di gioco che mantengano la mente elastica e allenata. Trasmettano loro la sensazione di essere sempre al centro delle nostre attenzioni e del nostro affetto.
Altrettanto importanti sono i check-up veterinari periodici, fondamentali per riferire al veterinario eventuali sintomi o comportamenti “sospetti” e metterlo nelle condizioni di agire con tempestività
Nell’ambito di questo programma integrato di attenzioni e cure per l’anziano (pet senior care), vale privilegiare scelte terapeutiche compatibili con la sua intrinseca fragilità.
Usiamo dunque, quando servono, le necessarie misure farmacologiche tenendo presente la possibilità di approcci curativi “più dolci”, che possono potenziare gli effetti benefici dei farmaci e ridurne dosaggi, tempi di somministrazione e, dunque, effetti avversi (BOX).