Rondone salvato con un “trapianto”

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Storia particolare per un rondone trovato ferito a morte in via Castel Weinegg a Bolzano e salvato con un “trapianto”.

I rondoni sono volatili delicatissimi e popolano con buona diffusione anche i cieli bolzanini. Da non confondere con le rondini con cui condividono, però, l’incapacità di volare staccandosi da terra. “Una volta al suolo non hanno delle zampe atte al recupero in volo. Quando si trovano a terra, dunque, c’è sempre qualche condizione di base che li ha danneggiati”. Conferma il Dott. Stefano Capodanno di Südtirol Exotic Vets.

Il ritrovamento ad Oltrisarco e quelle vetrate da mettere in sicurezza 

È esattamente quello che è successo al rondone di questa storia che è stata trovato da una signora tra le macchine parcheggiate in via Castel Weinegg a Bolzano. “Una femmina palesemente ferita – racconta la donna – che con ogni probabilità si è schiantata contro la struttura di vetro di un ascensore. Cercava di nascondersi sotto le macchine ma non era chiaramente in grado di volare. Pensavamo avesse un’ala fratturata. Comunque l’abbiamo recuperata e portata immediatamente alla clinica per esotici del Centro storico. Qui ha trovato le mani accudenti del veterinario Capodanno”.

La prima cosa fondamentale da dire di questa vicenda nasce proprio dalla causa dell’incidente: le vetrate. Questi uccelli semplicemente non le vedono quindi dobbiamo aiutarli coprendo i vetri con delle immagini che evochino altri volatili di cui sono prede. In questo modo eviteranno di volarci vicino. 

La diagnosi con le penne remiganti danneggiate

Tornando al rondone ritrovato ecco che gli esami clinici hanno mostrato una situazione diversa e, per certi, versi altrettanto complessa. “Le sue penne remiganti erano danneggiate. Si tratta di quelle deputate al volo quindi una simile diagnosi può anche essere mortale per questo animale. Basti pensare che possono volare tra gli 80 e i 170 chilometri orari quindi hanno bisogno di fendere molto bene l’aria. La nostra femmina, in quelle condizioni, non era più in grado di farlo. In natura sarebbe morta”.

Il rondone è stato salvato con la tecnica dell’imping

Da qui l’operazione per salvarla: “Abbiamo appurato non ci fossero fratture, l’abbiamo ricoverata alimentandola solo ad insetti (che è la loro dieta necessaria) e poi siamo passati ad analizzare nel dettaglio le penne remiganti e il loro stato. Visto il danno ho optato per un intervento molto particolare ed efficace che si chiama imping. Consiste nel tagliare le penne danneggiate ad una certa altezza mettendo del collante e applicando una penna nuova. In questo modo la stagione successiva cadranno durante la muta dando spazio alle nuove remiganti perfettamente funzionali”. 

“E’ più o meno una sorta di talea animale o trapianto. Purtroppo in clinica non abbiamo ancora le remiganti di altri animali che vengono prelevate da volatili deceduti. Non solo, devono essere sottoposte a precise misurazioni ed essere perfette al millimetro quando poi si va ad effettuare l’imping (è una condizione necessaria). Così ho portato il rondone femmina al centro specializzato dell’associazione Liberi di Volare di Trieste con cui ho già collaborato in passato. Qui abbiamo verificato come le penne fossero effettivamente non danneggiate in modo permanente procedendo anche ad una terapia antibiotica per una sintomatologia respiratoria che già presentava e le è stata messa a disposizione una palestra di volo in una stanza.

Qui avrà la possibilità di aggrapparsi alle pareti ripartendo da lì. Grazie all’imping, tecnica davvero molto bella ed importante quando ci sono le condizioni per applicarla, contiamo di liberarla nuovamente in natura entro qualche settimana”. 

Un volo che sarà anche un’emozione per il rondone e per chi l’ha salvato. 

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