Permesso di lavoro per assistere il cane a casa dopo un intervento per carcinoma mammario, il proprietario a casa concorre al successo delle cure veterinarie. Fondamentale la continuità di assistenza prescritta dal Veterinario curante.
Permesso di lavoro retribuito per assistere il cane
Un permesso di lavoro retribuito per assistere il cane gravemente ammalato non ha precedenti nel diritto del lavoro, ma non sorprende. “Ci troviamo di fronte ad uno di quei casi in cui la giurisprudenza e la società anticipano il legislatore”, dichiara il Presidente dell’ANMVI Marco Melosi.
Per l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani è nell’interesse del paziente animale poter contare su una assistenza certa e appropriata a casa, in situazioni di gravità e necessità sanitaria, specie se discriminanti per la guarigione e la qualità della guarigione stessa.
L’accudimento domestico, senza interruzioni del piano terapeutico prescritto dal Medico Veterinario,
concorre infatti alla pronta guarigione, specie in un decorso post-chirurgico di particolare delicatezza come nel caso della proprietaria-dipendente dell’Università La Sapienza.
La “compliance”, cioè il fedele proseguimento a casa delle cure impartite dal Medico Veterinario “è fondamentale per il successo dell’intervento e delle terapie veterinarie eseguite nella struttura veterinaria”- spiega Melosi, apprezzando il gesto dell’Ateneo romano.
Formalmente, il permesso di lavoro è stato accordato o per un grave motivo famigliare e personale, su certificazione del veterinario.
“A chi si fosse sorpreso di questo- aggiunge Melosi, ricordiamo il precedente del Codice della Strada che richiede l’attestazione veterinaria dello “stato di necessità” per il soccorso ad animali vittime di incidenti stradali”.
Per i permessi di lavoro, l’ordinamento attuale non copre il caso della proprietaria romana, “ma se ci saranno evoluzioni il Medico Veterinario potrà senza dubbio avere voce in capitolo come è avvenuto in questo caso”- conclude il Presidente ANMVI.