Fur Free Europe 

fur-free-lav

Si è conclusa con enorme successo l’iniziativa “Fur Free Europe”, che ha ottenuto ben 1.701.892 firme in meno di 10 mesi.  

Ora si chiede alla Commisione UE di dare inizio all’iter per il formale divieto!

Fur Free Europe è stata lanciata il 18 maggio 2022. L’obiettivo è vincolare la Commissione Europea ad avviare un’iniziativa legislativa per la messa al bando, in tutta l’Unione, degli allevamenti di animali per la produzione di pellicce e, per coerenza, del commercio (ed import) di prodotti di pellicceria. 

“Una grande vittoria! La campagna di raccolta firme Fur Free Europe si è conclusa in anticipo e con un enorme successo. Ma il nostro impegno non termina qui, perché adesso porteremo 1.701.892 firme di cittadini europei al tavolo della Commissione Europea per ottenere subito un divieto all’allevamento e al commercio di pellicce”. Dichiara Simone Pavesi, Responsabile LAV Area Moda Animal Free. 

Fur Free Europe, che ha beneficiato del supporto di oltre 80 ONG europee (in buona parte rappresentate dall’organizzazione ombrello Eurogroup for Animals e dal network Fur Free Alliance), è una Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) formalmente depositata dalla LAV (nella persona del responsabile dell’Area Moda Animal Free, Simone Pavesi) e da altri 6 componenti del costituito Citizens Panel.

Per avere successo, una ICE deve raggiungere 1 milione di firme validate entro 1 anno e superare in almeno 7 Stati Membri la soglia nazionale assegnata. Questa soglia è stabilita dal valore ottenuto moltiplicando il numero di eurodeputati del singolo Stato membro per il numero complessivo di membri del Parlamento UE. 

Fur Free Europe è una ICE dei record 

  • +50.000 firme nel primo giorno di campagna. 
  • 1 Stato membro ha raggiunto la propria soglia nazionale in un solo giorno di raccolta firme (Finlandia).
  • +1.000.000 firme in meno di 7 mesi (il target era stato raggiunto il 5 dicembre). 
  • 21 Stati membri hanno superato la propria soglia nazionale, nei quasi 10 mesi di campagna (in ordine di arrivo: Finlandia, Danimarca, Svezia, Lituania, Olanda, Germania, Bulgaria, Slovacchia, Polonia, Francia, Lettonia, Belgio, Grecia, Austria, Rep. Ceca, ITALIA, Estonia, Croazia, Romania, Malta, Slovenia). 
  • 53.580 firme, la soglia per l’Italia, raggiunte il 2 febbraio in meno di 9 mesi. 
  • +1.701.892 firme in UE in meno di 10 mesi
  • Chiusura anticipata di due mesi e mezzo (l’1 marzo invece del 18 maggio). 

Oggi Fur Free Europe ha totalizzato 1.701.892 firme e 21 Stati membri hanno superato la soglia nazionale. 

La decisione di anticipare la chiusura della ICE è stata presa per il potenziale impatto che potrebbe avere sull’imminente revisione della legislazione dell’UE sul Benessere degli Animali in allevamento, come parte della strategia Farm to Fork della Commissione europea. 

Entro la fine del 2023, la Commissione Ue pubblicherà una proposta volta a migliorare la legislazione dell’UE sul Benessere degli Animali in allevamento per allinearla alle più recenti conoscenze scientifiche. Numerosi studi scientifici condotti nei decenni di sfruttamento degli animali per la produzione di pellicce hanno sistematicamente dimostrato che visoni, volpi, cani procione e ogni altro animale sfruttato in questa filiera produttiva non perdono le loro caratteristiche etologiche di animali selvatici.

Di conseguenza, nella proposta della Commissione, grazie alla istanza della ICE Fur Free Europe, dovrebbe essere incluso da subito un divieto all’allevamento di animali per la produzione di pellicce, per l’impossibilità di soddisfare le più basilari esigenze etologiche di questi animali nei sistemi di allevamento. 

Un definitivo e totale divieto di crudeltà

Inoltre, poiché le importazioni di prodotti animali dovrebbero seguire gli standard dell’UE, l’ICE chiede anche il divieto di immettere sul mercato europeo prodotti di pellicceria.  

Come per gli altri partner promotori della ICE Fur Free Europe, LAV non vuole esportare la crudeltà degli allevamenti di pellicce in paesi terzi, ma mira a porre una definitiva fine alla Industria della pelliccia in Unione Europa. 

“Non potrei essere più orgogliosa dei nostri sforzi congiunti. Questa Iniziativa dei Cittadini ha acquisito slancio fin dal primo giorno e dimostra che i cittadini europei, rappresentati da tutte le organizzazioni coinvolte, stanno inviando un messaggio cristallino alla Commissione europea. E’ giunto il momento per un’Europa Senza Pellicce. L’allevamento di animali ‘da pelliccia’ rappresenta un enorme punto cieco morale e con la nuova legislazione sul Benessere degli Animali in arrivo, l’UE ha l’opportunità di porre fine a questa inutile sofferenza una volta per tutte”. Afferma Reineke Hameleers, CEO, Eurogroup for Animals. 

“Sono stati dieci mesi molto intensi, con tante iniziative in Italia ma anche presso le istituzioni UE a Bruxelles e Strasburgo, ringraziamo le migliaia di italiani che ci hanno sostenuto per tutto questo tempo, le ONG nostre partner in Italia Essere Animali, Humane Society Europe/Italia, Animal Law Italia. Così come non possiamo non ricordare l’impegno di aziende che si sono esposte per un più marcato e diretto supporto a questa Iniziativa, da LUSH Italia a Save the Duck, sino ad Elisabetta Franchi (la prima casa di moda in Italia a dotarsi di una policy fur-free, già nel 2012, per una moda più sostenibile ed etica) anche in occasione della recente Milan Fashion Week”. Conclude Pavesi. 

© Riproduzione riservata