Agli albori della Pet Terapy

Da sempre, l’uomo ha nutrito sentimenti contraddittori nei confronti del gatto.

A cura dell’ANFI Associazione Nazionale Felina Italiana

Animali Divini

Nell’antichità un anonimo della Crimea scriveva: “Il re Salomone con occhi di gatto guardava fisso e sapiente nella creazione”, ma il moralista Plutarco (46 d.C – 120/125 d.C) causticamente sentenziava: “Si allevano con amore cani ringhiosi e cavalli ombrosi, sovente anche linci, gatti, scimmie e leoni, e non si sopportano gli umori, le ambizioni e le ignoranze dei propri fratelli!”

Secoli dopo la contraddizione permane. Nel “Liber confortatorius” (1082-1083) di Goscelin de Saint-Berthin, dedicato ad un’amica che aveva lasciato il suo convento inglese per apprestarsi a condurre una vita di clausura, egli così la esortava: “Non tenere con te alcun animale, né gatte né uccelli, nessuna bestiola o essere privo di ragione. Sii solitaria e sola con Dio”. Nello stesso periodo, il trattato spirituale “L’Ancrene Riwle” (La regola della monaca) recitava: “Non dovrai possedere alcuna bestia, mia cara sorella, fatta eccezione per un gatto”. 

Gatti salvatori…

Durante il tredicesimo secolo San Francesco d’Assisi proclamò che gli uomini sono “fratelli di tutte le creature viventi” e, mentre il gatto veniva arso al rogo, si diffondeva la leggenda di un micio che spuntò miracolosamente dalla manica del saio del Santo e lo salvò da un’invasione di topi.

… e gatti salvati

Mentre la chiesa continuava a sterminare gatti e streghe, la gente comune, meno colta ma più legata alla natura, continuava ad amare i felini, tanto da ricorrere ai Santi o a Dio stesso per la loro protezione. Ecco una filastrocca popolare dei bambini del 1400- 1500 circa:
“Se perdessi il mio gattino assai triste io sarei/ e che fare a San Girolamo domanderei/ lo chiederei proprio a San Girolamo per il fatto/ che è il solo Santo che abbia avuto un gatto”. Ed un’antica preghiera, ritrovata in Russia recitava: “Proteggi Signore i nostri raccolti, le nostre famiglie  e vigila sul piccolo gatto che tanta gioia porta nelle nostre case” 

Sui letti

Attingendo alle leggende del folclore russo, si trova notizia di una tradizione delle madri di lasciare che un gatto blu dormisse sul letto dei propri bimbi affinché li proteggesse. Quale miglior esempio di amore verso il Gatto o di addirittura di Pet Therapy popolare?

Sapienti

L’idea di gatto “educatore”, “spirito benefico” quasi “divinizzato” la ritroviamo anche nei Paesi dell’Est. Si racconta del  Kot Bajun, il sapiente gatto maschio russo, che ha il potere di raccontare tutte le storie. Chi ascolterà le sue fiabe avrà il dono supremo del sonno e di risvegliarsi con un grande senso di benessere.

La storia viene ripresa da Aleksandr S. Puskin nell’opera “Ruslan e Ljudmila” (1820): “Su di un lembo di mare che si insinua dentro la terra c’è una quercia verde; una catena d’oro vi è su questa quercia: giorno e notte un gatto sapiente gira intorno alla catena; se gira a destra innalza un canto, se gira a sinistra racconta una fiaba. (…) Sono stato là, ho mangiato il miele; vicino al mare ho visto la quercia verde; mi sono seduto ai suoi piedi e il gatto sapiente mi ha raccontato le sue fiabe”

Sfingi senza tempo

Che i gatti abbiano qualità addirittura da filosofo lo affermava Giovanni Rajberti (1805-1861): “Io, che quando mi lascio tentare ad aprire alcun libro filosofico, di solito grido dopo due pagine: “oh che bestia di filosofo!” ogni qual volta penso alle virtù del gatto, esclamo: “Oh che filosofo di bestia!”. Ma anche Charles Baudelaire (1821 – 1867): “Come quelle enormi sfingi distese per l’eternità in nobile posa nel deserto sabbioso, essi scrutano il nulla senza curiosità, calmi e saggi”.

Romanzeschi

Che il Gatto possa avere anche qualità da letterato lo testimoniano altri vari autori come Theophile Gautier (1811-1872) artista romantico ed esteta,
profondamente innamorato dei gatti (e autore tra le altre cose di “Capitan Fracassa”, del Balletto “Giselle” e del libro “Ménagerie Intime” pieno di commoventi pagine sui suoi A-mici).

Una delle sue beniamine, Madame Théophile, una splendida micia
bianca e rossa, oltre ad avere un posto fisso a tavola, era abituata
a mangiare prendendo il cibo direttamente dalla forchetta di Théophile. Spettava a lei il compito di accogliere i numerosi ospiti di Gautier, il quale si fidava a tal punto del loro istinto, da stringere amicizia solo con quelle persone che risultassero simpatiche anche ai suoi Mici.

Spontanei

Che il gatto ci attragga pure per la semplicità e naturalezza con cui sa distinguersi lo affermava pure Albert Einstein (1879 – 1955): “Le persone fanno molta fatica ad esprimere la propria personalità. Per un gatto di strada è una cosa facilissima: gli è sufficiente qualche spruzzatina qua e là e la sua presenza nei giorni di pioggia rimane per anni”.

Ma anche Paul Gallico (1896 –1976): “Come mai un gatto non agisce come l’animale da preda che è, ma come un essere umano d’animo elevato? Non conosco la risposta. Ma il punto è che lo fa … rendendovi suo schiavo per sempre. Perché, dopo aver ricevuto un topo in dono dal vostro gatto, non sarete più la stessa persona. Vi potrà usare come un tappetino. E state certi che lo farà”.

Un amore senza fine

Possiamo dire che dopo tanti secoli di tormentato amore ci siamo arresi all’evidenza. “I Gatti ci fanno uscire allo scoperto, c’è qualcosa che provoca, anche nelle persone normali, passioni decisamente non comuni. Forse il loro temperamento indomito, il loro rifiuto di imparare sciocchi giochini o di indossare un guinzaglio, forse la  loro imprevedibilità, la loro abilità di trasformarsi da dolcissime palle di pelo a violente e irrefrenabili furie scatenate in un “batter di baffi”. Ma soprattutto è la loro bellezza, il loro fascino e la loro innegabile grazia che ce li rendono così attraenti”

© Riproduzione riservata