L’ehrlichiosi canina è una malattia infettiva non contagiosa trasmessa dal morso delle zecche durante l’ingestione del pasto di sangue; è diffusa in tutto il mondo sia nei centri urbani che in aperta campagna.
A cura del Dott. Diego Manca – Medico Veterinario
Una malattia trasmessa dalle zecche
La zecca si infetta del batterio alimentandosi del sangue del cane malato, nella maggior parte dei casi durante la fase acuta della malattia, ed è in grado di trasmetterla ad altri cani anche dopo molti mesi da quando si è infettata.
Pasto infettivo
Bisogna non sottovalutare il fatto che una zecca adulta può sopravvivere fino a 19 mesi senza nutrirsi e può trasmettere i batteri al cane fino a 155 giorni dopo il pasto infettivo. Una volta che l’agente patogeno è all’interno dell’animale, attraverso il sangue raggiunge importanti organi, come fegato, milza e linfonodi.
Il tempo trascorso dalla puntura della zecca fino alla comparsa dei primi sintomi, varia, approssimativamente, dagli 8 ai 21 giorni e quelli iniziali possono essere confusi con molte malattie (febbre, inappetenza) e manifestarsi anche a distanza di mesi dal contagio.
Acuta…
L’infezione può avere un decorso acuto, subclinico o cronico, il tutto è condizionato dal sistema immunitario del paziente. La fase acuta dell’Ehrlichia canis ha un periodo di incubazione di 8-20 giorni (ecco perché se la zecca è salita ieri sul cane, sarebbe utile aspettare 15-20 giorni prima di effettuare gli esami, perché potrebbero risultare falsamente negativi) e dura da 1 a 4 settimane. Il cane potrebbe guarire anche senza terapia, eliminando l’infezione oppure potrebbe entrare in una fase subclinica della durata di mesi.
…o cronica
Nella fase subclinica il cane, di solito, non manifesta nessun sintomo, tuttavia rimane portatore dell’infezione. La fase subclinica dell’Ehrlichiosi nel cane può durare mesi o anni. È possibile che Fido, in un momento futuro della sua vita, sviluppi i sintomi della forma cronica legati soprattutto alla depressione midollare.
Diagnosi
Oggi giorno la diagnosi è semplice e ambulatoriale, e avviene tramite test del sangue. Sono disponibili sul mercato dei kit che permettono una diagnosi immediata delle malattie trasmesse da vettori con esito in pochi minuti, con i limiti accennati prima: se si fanno troppo presto potrebbero essere falsamente negativi quindi, probabilmente, se il dubbio persiste, il vostro veterinario di fiducia vi potrebbe chiedere per sicurezza di ripeterli a distanza di una ventina di giorni.
L’importanza della diagnosi precoce
La buona notizia è che, con un corretto trattamento, questa malattia può essere del tutto risolta, ma le difficoltà subentrano quando non viene diagnosticata precocemente ed è in stato avanzato. Nei casi meno gravi, il trattamento di questa patologia viene effettuato con antibiotici della famiglia delle tetracicline per tre settimane con risultati di solito positivi; mentre nei casi gravi, quando il cane è molto debole e con anemia, oltre agli antibiotici sono necessarie anche altre terapie di supporto come le trasfusioni di sangue.
Se il trattamento inizia troppo tardi e la malattia è in fase avanzata i danni causati spesso sono irreversibili e difficilmente si potrà evitare la morte del cane. Quindi la diagnosi precoce e il trattamento immediato sono essenziali per la guarigione del nostro beniamino.
Prevenzione
Non esiste un vaccino per l’ehrlichiosi canina: la prevenzione è l’arma migliore per combattere questo tipo di malattia. In Europa i mesi durante i quali compaiono i sintomi sono quelli tra la fine di luglio e l’inizio di ottobre, il che significa che è conveniente cominciare un piano di protezione dalla primavera utilizzando pipette antiparassitarie, collari antipulci o compresse antiparassitarie, da somministrare per bocca; questi presidi terranno alla larga le zecche.
I sintomi poco specifici dell’ehrlichiosi canina sono: febbre, anoressia, letargia, abbattimento, aumento di volume dei linfonodi, aumento di volume di fegato e milza, anemia, mucose pallide, differenza del diametro pupillare dei due occhi, congiuntivite, ulcere corneali, emorragia e distacco della retina, pressione eccessiva all’interno dell’occhio, emorragie, fuoriuscita di sangue dal naso.
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