La comunicazione vocale coi nostri cani

L’utilizzo del linguaggio è uno dei mezzi per noi più comodi per comunicare col nostro cane ma non è privo di insidie.

A cura di: BERNARDINO DEIANA Educatore cinofilo APNEC e Libertas, feelingdog@hotmail.it   www.feelingdog.wordpress.com

L’uso scorretto della voce può generare incomprensioni

A volte possono anche deteriorare il rapporto col nostro amico e lo possono portare, a lungo andare, a ignorare le nostre direttive, a temerci e a diffidare di noi.

La voce è uno strumento di cui non dobbiamo abusare, essa deve essere vissuta come un premio che il cane deve imparare a meritare: parlare eccessivamente al cane, in ogni momento, anche quando sta facendo qualcosa di sbagliato, ripetere in continuazione i comandi per ottenere l’attenzione del nostro cane, o peggio chiamarlo in continuazione anche quando è a un passo da noi portano il nostro amico ad abituarsi al suono della nostra voce che diventa poi un ronzio di sottofondo a cui l’animale si abitua e al quale presto non presterà più attenzione.

Un richiamo non scontato

Usiamo quindi la voce con parsimonia, rivolgendoci al cane solo quando è necessario, senza assillarlo ininterrottamente con ripetizioni di comandi, richiami immotivati, rimproveri e lodi a sproposito.

Riserviamo i comandi per le giuste occasioni e utilizziamoli solo quando è strettamente necessario e quando sappiamo che possono essere eseguiti dall’animale, in modo che siano sempre un qualcosa di occasionale, a cui il cane rivolgerà sempre la propria attenzione: gli ordini non devono mai essere una cornice abituale da ignorare o dare per scontata.

La tonalità e il volume della comunicazione vocale influenza il modo in cui il cane risponde alle nostre direttive. Una tonalità bassa invita il cane ad avere un comportamento più pacato e attento nei confronti dell’esercizio che gli chiediamo di eseguire.

Il tono giusto

La tonalità e il volume con cui utilizziamo la comunicazione vocale influenza particolarmente il modo in cui il cane risponde alle nostre direttive.

Una tonalità bassa insieme a un basso volume della voce predispone il cane ad avere un comportamento più pacato e attento nei confronti dell’esercizio che gli proponiamo: evitiamo quindi di dare i comandi urlando anche col cane a guinzaglio (i cani possono sentire i rumori fatti dal movimento di un roditore sotto terra, quindi a breve distanza possono sentire pure le nostre richieste quasi sussurrate) e con tonalità alte (agitano il cane, e sono adatte solo a lodi utili per premiare e incoraggiare il cane, o per comandi riguardanti il movimento, ma sconvenienti per i comandi di stazione, quali il seduto e il terra ).

Pacati e sicuri

L’utilizzo di un volume alto può essere giustificato solo se il cane è molto lontano da noi, quando non può sentirci (per esempio se sta abbaiando o siamo in un contesto rumoroso), o in casi di emergenza in cui dobbiamo marcare bene il comando; in tutti questi frangenti, tranne durante il riporto e il richiamo, il tono della voce deve essere estremamente basso, per non trasmettere al nostro compagno la minima insicurezza da parte nostra, e metterlo invece in uno status di calma e tranquillità.

Ricordiamoci inoltre che, se abbiamo a che fare con cani molto sensibili e paurosi, un volume di voce eccessivamente alto e un tono autoritario possono fare parecchi danni, spaventando l’animale e facendolo chiudere ancora di più in se stesso.

Per l’uomo la voce è forse il mezzo di comunicazione preferito; il cane predilige invece l’utilizzo del linguaggio corporeo. In generale usiamo un tono e un volume di voce basso, dolce e accattivante, che tenga il cane concentrato su di noi e interessato a ciò che stiamo facendo.

Parlare eccessivamente al cane o peggio chiamarlo in continuazione anche quando è a un passo da noi, fa sì che il nostro amico si abitui al suono della nostra voce che diventa poi un ronzio di sottofondo cui l’animale non presta più attenzione.

A me… le orecchie

In generale usiamo un tono e un volume di voce basso, dolce e accattivante, che tenga il cane concentrato su di noi e interessato a ciò che stiamo facendo; solo in casi eccezionali alzeremo il volume o il tono, nel caso volessimo premiare a voce un esercizio di movimento come il richiamo o il riporto. In questo modo il rapporto col nostro amico migliorerà non poco: provare per credere.

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