Io non ti abbondono, abbandonare il proprio animale è una fattispecie prevista nell’Art. 727 del c.p. e recita il seguente testo: “Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze”.
A cura di FRANCESCA FENI
Il fenomeno dell’abbandono: una condanna a morte
In Italia, ogni anno, si contano più di 150.000 cani abbandonati. Solo 65.000 durante il periodo estivo, quello in cui migliaia di persone se ne vanno in vacanza e non potendo/volendo portare con se il proprio animale, decidono dunque di condannarlo ad una morte certa.
Si, avete capito bene, morte certa! Nella maggior parte dei casi, queste persone, abbandonano il proprio cane in autostrada, sicuri che così facendo verrà salvato.
E invece no! Molti fedeli amici a 4 zampe, spaventati e traumatizzati, finiscono per essere investiti dalle auto ad alta velocità generando così anche gravi incidenti.
Altri invece vengono abbandonati nei pressi delle abitazioni, e, se poco fortunati, saranno destinati a diventare dei randagi e, nella peggiore delle ipotesi, a morire di fame. Ricordiamoci che un animale cresciuto in cattività, non è in grado di procurarsi il cibo da solo.
Ad oggi, si contano sui 600.000 cani randagi, in Italia. Il fenomeno dell’abbandono, non risulta essere solo un “fenomeno estivo”, ma quotidiano. Le strutture di accoglienza per animali stanno aumentando sempre di più: pensioni, asili, dogsitter, il cui costo è molto contenuto. Oppure semplicemente, potremmo chiedere a familiari o amici di occuparsi del nostro amico peloso per qualche giorno.
Il trauma nel cane “sopravvissuto”
Un cane che è stato abbandonato, si ricorderà per sempre di quel giorno e di ogni singolo giorno vissuto senza acqua né cibo, da solo, in mezzo al nulla.
L’appartenenza ad un branco, in questo caso la famiglia, per il cane è fondamentale perchè attraverso quel branco trova un senso alla sua esistenza. Il “branco”è una garanzia per lui, rappresenta protezione, relazioni sociali, divertimento, cibo ed affetto. Il cane fortunamente “sopravvisuto”, potrà essere adottato di nuovo, ma la paura di un successivo abbandono sarà sempre dietro l’angolo.
Coloro che andranno ad adottarlo dovranno essere consapevoli fin da subito del percorso delicato e graduale che affronteranno, al fine del reinserimento del loro nuvo amico. Aggressività e paura sono comportamenti che si riscontrano principalmente nel cane vittima di abbandono.
Inizialmente, quando il nuovo padrone dovrà allontanarsi da lui per qualche ora, potrà mostrare forme di ansia da separazione perchè gli sembrerà di rivivere nuovamente il suo trauma. Se lo riteniamo opportuno, è da tenere in considerazione la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo per cani, ovvero un veterinario comportamentista, che, in caso di necessità, legata a problemi comportamentali, potrà essere affiancato da istruttori cinofili, educatori cinofili e istruttori riabilitatori. A piccoli passi, con tanto amore e dedizione, conquisteremo la fiducia del nostro cane e finalmente potrà vivere la vita che ha diritto di vivere, e l’abbandono sarà solo un lontano ricordo.
Contro l’abbandono
Il Ministero della Salute, ogni anno dal 199, ripartisce il fondo per la lotta all’abbandono degli animali da compagnia. Il fondo, viene ripartito tra Regioni sulla base della banca dati canina, disponibile telematicamente e aggiornata giorno per giorno. Non dimentichiamoci inoltre delle meravigliose campagne di sensibilizzazione contro l’abbandono organizzate da associazioni di volontari e finalizzate ad una maggiore consapevolezza e informazione. Alla base dell’abbandono i motivi principali sono sempre la mancanza di amore verso il proprio animale e una scarsa cultura.
A chi rivolgersi se si trova un cane abbandonato
Se il destino dovesse mettere sulla nostra strada un cane, o qualsiasi altro animale abbandonato e di conseguenza rifiutato, la prima cosa da fare è quella di mettresi in contatto con l’ASL sezione veterinaria del Comune dove ci troviamo e Polizia Municipale locale. Oppure Enpa, l’ente di protezione degli animali e in alternativa associazioni di volontariato riconosciute. Inoltre, è attivo il numero verde 800 253 608, per mettersi in contatto con il Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente.