Dieta BARF è un acronimo anglosassone che sta per “Bones And Raw Food” (ossa e cibi crudi) e spiega perfettamente il principio di questo regime dietetico.
A cura della Dott.ssa SABRINA DOMINIO – Medico Veterinario
Secondo i sostenitori della dieta BARF, i nostri cani dovrebbero ricevere un’alimentazione costituita principalmente da alimenti crudi, carne e ossa in primis. Ciò si contrappone al tipo di alimentazione che assume la maggior parte della popolazione canina in Italia, ossia la dieta commerciale. Ma la BARF non va nemmeno confusa con la tradizionale “dieta casalinga”, così come la intendiamo in Italia.
Una filosofia di vita
La dieta BARF non si limita a prevedere un po’ di carne cruda nella ciotola del nostro cane, ma è una vera filosofia di vita. I veri “Barfers” (sostenitori della BARF), si documentano, sono attenti all’alimentazione ma anche agli
altri aspetti della salute del loro amico a quattro zampe.
Si pongono dubbi sull’efficacia e sugli effetti collaterali dei farmaci tradizionali, preferendo, di solito, i rimedi omeopatici e fitoterapici. Un vero e proprio ritorno alle origini, o quasi. Quindi, se avete deciso di intraprendere questo cammino dovete farlo con scienza e coscienza.
Cane = lupo?
Secondo i Barfers, il cane deve essere considerato un diretto discendente del lupo e, come tale, va alimentato allo stesso modo. Vanno evitati i cereali, in quanto molto distanti dalla naturale dieta del suo antenato e quindi difficilmente digeribili.
Se è vero che il cane discende dal lupo, bisogna anche considerare che sono trascorsi secoli dal giorno in cui le loro strade si sono divise. Secoli in cui il cane, pur conservando un corredo genetico simile al cugino lupo, ha dovuto adattarsi al tipo di alimentazione che gli forniva l’uomo.
E questa, volente o nolente, era costituita da “avanzi” per l’uomo: ossa, interiora degli animali macellati ma anche tanti cereali. E il cane, per sopravvivere, ha dovuto adattarsi a questo tipo di alimentazione.
L’eccezione che conferma la regola
Oggi sappiamo che la selezione ha portato il cane a sviluppare enzimi atti alla digestione dei carboidrati, provenienti anche da fonti come i cereali. Questo non significa che dobbiamo alimentare i nostri amici a quattro zampe con un bel piatto di pastasciutta e basta.
La carne deve rimanere il principale costituente della loro razione, ma dobbiamo anche evitare di esagerare con questo ingrediente, perché il nostro amico non è più un lupo. Esiste un’eccezione che conferma la
regola: il Cane Lupo Cecoslovacco (CLC), che sembrerebbe conservare
un genoma ancora molto simile al lupo. Lo dimostrerebbe il suo comportamento ancora ancestrale e, dal punto di vista alimentare, questa potrebbe essere la motivazione dei molteplici problemi digestivi di questo
animale.
Cosa entra nella ciotola di un cane alimentato con la BARF?
L’ingrediente principale, lo avrete capito, è la carne cruda. Il pollo è il più gettonato, per questioni di costi e di disponibilità e spesso si utilizzano i colli e le ali. Tutti i tipi di carne sono comunque ammessi e graditi, fatta eccezione per il maiale e il salmone crudi, che possono trasmettere parassiti e virus molto pericolosi.
Le frattaglie non devono mai mancare, perché ricche di vitamine e minerali in maniera superiore al muscolo, mentre ossa e cartilagini sono fonte di sali minerali. Esse vengono sempre somministrate crude, perché le ossa cotte sono pericolosissime per i nostri amici, in quanto possono provocare lesioni interne o ostruzioni intestinali.
Verdure tritate
Le ossa possono venire somministrate intere se di grosse dimensioni, per sfruttare l’effetto di pulizia dei denti e stimolare i muscoli masticatori, oppure tritate finemente con la carne. Anche uova e latticini magri sono
ammessi.
Via libera anche alle verdure che, per ovvie ragioni di appetibilità, vengono somministrate tritate o ridotte a purea. Esse sono fonte di fibra, minerali e vitamine e simulano il contenuto gastrico degli erbivori, tipica preda del lupo. Abbiamo detto che la carne deve essere tassativamente cruda. Tuttavia, è consigliata la surgelazione, per abbattere il più possibile la carica batterica.
I difetti della BARF
Un punto debole di questa dieta è il costo.
Se state pensando di adottare questo metodo alimentare al fine di risparmiare sull’acquisto dei cibi industriali, lasciate perdere. Nel nostro Paese, lo sappiamo, la carne ha costi elevatissimi, e non dovete dimenticare di sommare alla spesa anche gli integratori che necessariamente vanno aggiunti: olio di salmone o di semi di lino, il germe di grano, le vitamine antiossidanti, l’erba medica sono solo alcuni dei supplementi da aggiungere alla ciotola di un cane BARF.
Tra i costi vanno considerarti anche quelli del nutrizionista perché, se davvero tenete alla salute del vostro beniamino, il “fai da te” va evitato tassativamente.
Rischi sanitari
Altro “costo” che, vi sarete accorti, dovrete mettere in conto è il vostro tempo. Infine, dal punto di vista nutrizionale, la criticità maggiore della BARF è una eccessiva presenza di Calcio e Fosforo, data dalla presenza di ossa, che può diventare un problema soprattutto nel cucciolo in crescita. Un altro difetto da non sottovalutare è il rischio sanitario.
La carne cruda, se non correttamente conservata, può diventare un vero e proprio ricettacolo di agenti patogeni e non tutti vengono abbattuti con il congelamento. Uno studio canadese ha rilevato che su 166 diete BARF surgelate, il 21% risultava contaminato dal batterio Salmonella e ben il 67% di quelle a base di pollo presentavano questa contaminazione.
E uno studio analogo ha rilevato la presenza di Escherichia Coli nel 53% di esse. In Europa, il 76% delle carcasse di pollo crudo erano contaminate dal batterio Campylobacter. Questa è la ragione per cui noi umani
non mangiamo carne di pollo cruda.
E i nostri cani?
È vero che i carnivori, grazie al loro pH gastrico, sono in grado di neutralizzare una maggiore quantità di patogeni rispetto all’uomo, ma spesso questo concetto è sopravvalutato. E la conferma viene dal fatto che
stanno aumentando a dismisura i ricoveri per gastroenterite batterica
dei cani alimentati con diete crude.
Così come ci sono state disfunzioni tiroidee in cani perfettamente sani e, dopo approfondite indagini, si è scoperto che la causa era una dieta a base di colli di pollo, che, contenendo ancora le tiroidi di questi volatili, apportava una quantità spropositata di ormoni tiroidei.
Infine, da indagini endoscopiche del tubo digerente di soggetti alimentati con la dieta BARF, sono state rilevate diverse microlesioni emorragiche alla parete di questi organi, impossibili da diagnosticare in altro modo. Questo, a lungo andare, potrebbe certamente portare a problemi più seri.
Ma alla fine, dobbiamo scegliere la BARF o no?
La risposta è: dipende! Come abbiamo visto, la dieta BARF presenta diversi aspetti positivi, ma anche tante criticità, come d’altronde succede per le diete commerciali. Ricordatevi che, nonostante l’immagine negativa che spesso viene fornita dai media, le principali industrie mangimistiche vantano decenni di ricerca scientifica nel campo dell’alimentazione animale, per cui i prodotti sono formulati al fine di garantire il benessere dei nostri amici a quattro zampe.
Non esiste una dieta che vada bene per tutti, siamo noi proprietari a mettere i pro ed i contro sul piatto della bilancia e decidere cosa sia meglio per il nostro beniamino. Ma per farlo, documentatevi. Fatelo consultando fonti attendibili, evitando i forum sul web e rivolgendovi a testi scientifici e a professionisti esperti nel settore.
Secondo i barfers il cane deve essere considerato un diretto discendente del lupo e, come tale, va alimentato allo stesso modo. Nella dieta BARF la carne deve essere tassativamente cruda, tuttavia è consigliata la surgelazione per
abbattere la carica batterica.
Esistono anche in Italia prodotti surgelati pensati per i cani alimentati con la BARF. Si tratta di panetti di carne tritata e surgelata, già integrati con verdure, vitamine e minerali, pronti all’uso una volta scongelati. Sarà molto importante arricchire la dieta del nostro cane con le verdure che, per ovvie ragioni di appetibilità, potremo tritare o ridurle a purea.