Malattie che possono colpire apparato digerente dei cani e dei gatti

Tra i problemi piu comuni che si possono riscontrare nei cani e nei gatti, con cui tutti i proprietari hanno avuto a che fare almeno una volta, ci sono le patologie gastro-intestinali, l’insieme di malattie che possono colpire l’apparato digerente dei nostri cani e dei nostri gatti.

A cura del Dott. Valerio Guiggi – Medico Veterinario Specialista in Ispezione degli Alimenti

Si tratta di un grandissimo insieme di malattie

Le cause sono così tante, e i sintomi così simili, da essere difficile per un proprietario capire quale può essere il problema: è per questo che il ruolo del medico veterinario risulta essenziale anche per problemi che potrebbero (all’apparenza) sembrare banali, come il vomito o la diarrea, che possono indicare patologie che vanno dal semplice (ad esempio, ingestione di oggetti non commestibili) al molto serio. 

Informazioni di base. Per un proprietario è molto difficile (tranne nei casi evidenti) capire quale può essere la causa dei sintomi gastrointestinali più comuni, ma può essere utile avere delle informazioni di base per conoscere meglio questi sintomi e capire quindi come comportarsi nel caso in cui si presentino, nonché per gestire correttamente, durante e dopo la terapia, il proprio animale dal punto di vista alimentare.

vomito e rigurgito

Il vomito è uno dei sintomi più comuni delle malattie gastrointestinali. È definito come l’espulsione di materiale dallo stomaco o dall’intestino, e deve essere differenziato da un sintomo simile, il rigurgito, nel quale il materiale viene espulso dalla bocca, dalla faringe oppure dall’esofago. 

Il proprietario è in grado di differenziare questi due sintomi: quando c’è rigurgito, infatti, l’alimento che esce dalla bocca ha un aspetto molto simile a quello che aveva prima di essere ingerito: al netto della presenza di saliva, i croccantini saranno ben riconoscibili, e così gli eventuali altri alimenti (riso, carne) avranno il loro aspetto “originale”.

Il rigurgito avviene di norma pochi minuti dopo l’ingestione, e non viene preceduto dai classici conati. Le cause di rigurgito sono legate a problemi alla bocca o alla faringe, patologie esofagee come le ostruzioni o i problemi di mobilità, e devono essere diagnosticate con esami appositi.

In caso di patologie dell’apparato digerente il veterinario indichera, oltre ad una terapia farmacologica da seguire, anche una terapia nutrizionale.

Aspetto omogeneo

Il vomito, invece, lo vediamo solitamente diverso tempo dopo l’ingestione degli alimenti, ed ha un aspetto molto più omogeneo, un colore che va dal bianco al giallo, indice della presenza di succhi gastrici all’interno dell’alimento. Alimento che non ha più l’aspetto originale perché, in parte o del tutto, è stato digerito, quindi scomposto in frazioni più piccole non più riconoscibili ad occhio nudo.

Le cause più frequenti del vomito sono l’ingestione di sostanze che lo stimolano (per esempio farmaci), ostruzioni dell’apparato digerente, irritazioni o infiammazioni dello stomaco e della prima parte dell’intestino, ma anche cause non legate direttamente all’apparato digerente come alcune patologie nervose oppure la cinetosi (che si verifica, per esempio, nei viaggi in auto). 

Importante, per una corretta diagnosi, notare non solo la presenza del vomito ma anche il suo colore, specialmente il rosso (che indica la presenza di sangue) che può fornire informazioni utili al medico veterinario.

Le alterazioni delle feci

L’altro grande gruppo di sintomi che il proprietario può notare è un’alterazione delle feci, i cui aspetti macroscopici possono essere classificati principalmente in due tipologie: le variazioni di consistenza delle feci e quelle di colore. 

Per la consistenza, possiamo avere sostanzialmente due possibilità: la diminuzione, ovvero la diarrea, che rappresenta un aumento di acqua sul totale del materiale fecale, e l’aumento, che ne identifica una riduzione in percentuale, e viene indicato con il termine di costipazione.

Fattori diversi

Entrambe sono situazioni patologiche e meritano di essere approfondite: la diarrea, in particolare, può dipendere da tantissimi fattori diversi che vanno dall’ingestione di alimenti ad effetto osmotico (cioè che attirano acqua nell’intestino), alle sostanze irritanti, passando per le infezioni batteriche, virali oppure parassitarie (che si risolvono con le “sverminazioni”). Altre cause di diarrea possono essere i problemi di movimento dell’intestino, oppure la presenza di allergie e intolleranze alimentari.

Colore

L’altro aspetto importante da considerare è il colore: generalmente la diarrea ha un colore più chiaro rispetto alle feci sane, ma è importante osservare anche altri tipi di colorazione anomala e riferirli al veterinario. In particolare, il colore rosso indica la presenza di sangue vivo nelle feci, mentre un colore molto scuro, nero, può indicare la presenza di sangue digerito dall’apparato intestinale stesso dell’animale (a causa di un sanguinamento gastrico o della prima parte dell’intestino). 

Feci di colore giallo possono indicare l’assenza di bile nelle feci (quindi un blocco nel dotto che la conduce dall’organo produttore, il fegato, all’intestino), oppure la presenza di un quantitativo eccessivo di grasso nell’alimentazione (in questo caso le feci hanno un aspetto mucoso). 

Una colorazione bianca, infine, può indicare la presenza eccessiva di ossa all’interno del materiale fecale, nelle alimentazioni che ne fanno uso (alimentazioni casalinghe a crudo) o nel caso in cui un cane ne abbia trovate e consumate in modo eccessivo. Il colore verdastro e un odore particolarmente cattivo possono essere indice di infezione batterica o da alcuni parassiti (come la Giardia).

Infine, importante notare nelle feci l’eventuale presenza di parassiti: quelli visibili sono vermi, allungati o più schiacciati (a “chicco di riso”) che si muovono all’interno del materiale fecale. In questo caso è necessaria un’analisi delle feci con conseguente terapia specifica per la loro eliminazione.

Gruppo di gatti che mangiano

Vista la grande variabilita delle patologie, non esiste un’alimentazione gastrointestinale perfetta per ogni occasione, ma il consiglio specifico deve essere quello riferito dal veterinario curante.: cambiare alimento senza averne parlato con lui potrebbe provocare addirittura un peggioramento della patologia in corso.

L’alimentazione per le patologie gastrointestinali

In caso di patologie dell’apparato digerente il veterinario, probabilmente, indicherà oltre ad una terapia farmacologica da seguire anche una terapia nutrizionale, basata su un cambio, generalmente temporaneo, di alimentazione rispetto a quella utilizzata fino a quel momento, alimentazione differenziata in base alla patologia che si è presentata. Una categoria di alimenti molto utilizzati in corso di malattie dell’apparato digerente sono gli alimenti “Gastrointestinal”, formulati per supportare la funzionalità intestinale, piuttosto calorici per far riprendere l’animale da un periodo di malattia acuta (in cui presumibilmente è anche dimagrito) e facilmente digeribili.

Eccezioni

Tuttavia, non tutte le situazioni sono curabili con questo tipo di alimentazione: rimanendo nei prodotti industriali, un esempio è rappresentato dagli alimenti “Hepatic”, specifici per malattie epatiche che spesso provocano sintomi nell’apparato digerente (il fegato è una ghiandola annessa all’apparato digerente) o gli alimenti specifici per le Reazioni Avverse al Cibo (RAC), allergie o intolleranze, composte da pochi ingredienti per cercare di eliminare gli alimenti che, eventualmente, provocano una reazione (comunemente si manifesta con la diarrea come sintomo) che deve essere evitata.

Soluzioni ad hoc

Si tratta solo di due esempi in cui si utilizzano alimenti diversi dai “classici gastrointestinal” nelle patologie dell’apparato digerente, ma non sono i soli: in alcuni casi, ad esempio quelli in cui si presenta una scarsa digeribilità, ci può essere necessità di eliminare gli alimenti secchi per sostituirli con alimenti umidi, più ricchi di acqua, mentre in altre situazioni, quelle più critiche, è opportuno far formulare una dieta casalinga personalizzata da un medico veterinario competente, che sia studiata sulle necessità (quindi sulla base della patologia e delle indagini diagnostiche) del singolo cane e del singolo gatto.

Integrazioni

La terapia alimentare può richiedere anche delle integrazioni. Tra le più comuni possiamo trovare le integrazioni minerali, nel momento in cui si evidenzia una carenza di alcuni di essi e le integrazioni vitaminiche, utili specialmente nei casi di malassorbimento (cioè quando l’intestino non riesce ad assorbire le vitamine che, in assenza di patologie, assorbirebbe). Altre integrazioni possono essere i prodotti fitoterapici, estratti delle piante che hanno un effetto attivo (e positivo) sullo stato di salute dell’apparato digerente, oppure alcuni prodotti di origine animale, come gli acidi grassi omega-3 che hanno un effetto antinfiammatorio.

Probiotici e preboitici

Anche i probiotici, microrganismi che crescono nell’intestino producendo metaboliti utili (e “togliendo spazio” alla crescita di eventuali batteri patogeni), e i preboitici, fibre vegetali che nutrono alcune specifiche specie batteriche residenti nell’intestino, possono essere utilizzate per risolvere diverse patologie. La regola generale rimane comunque una: ogni patologia ha una sua terapia, sia farmacologica che nutrizionale, e non è il caso di scegliere integrazioni a caso solo perché al cane, o al gatto, dell’amico hanno funzionato: ogni patologia, ogni animale, è un caso a sé stante e solo un medico veterinario potrà indicare l’iter terapeutico migliore per risolvere definitivamente quella patologia.

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