Veterinario picchiato a Firenze

Il fatto del Veterinario picchiato a Firenze purtroppo Non è un fenomeno isolato

La violenza ai Medici Veterinari nell’esercizio delle loro funzioni è un rischio non adeguatamente valutato. E sulla cucciolata: proprietario pit bull inidoneo. Il Parlamento legiferi

Sul grave episodio di violenza ai danni di un Medico Veterinario picchiato a Firenze, ANMVI ha parole di ferma condanna e commenta: non è un fenomeno isolato.

“Siamo da tempo esposti al rischio di violenze nell’esercizio delle nostre funzioni professionali – dichiara il Presidente dell’ANMVI Marco Melosi. Questo gravissimo fatto ci dice che non abbiamo sufficienti tutele. Solo dal prossimo 24 settembre potremo contare sulla prima legge in Italia che riconosce finalmente l’esistenza del fenomeno con specifiche condanne penali. Ma sul fronte della prevenzione e della cultura del rispetto della funzione medica c’è molto da fare”.

Il riferimento è alla Legge 14 agosto 2020, n. 113 che infligge pene fino a 16 anni di reclusione e sanzioni fino a 5.000 euro per chiunque violi il diritto alla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie. “E’ una legge che arriva dopo molti episodi di criminalità, anche organizzata, ma almeno quella ci sarà. A mancare sono la prevenzione, sostegni e risarcimenti”.

Cultura e agevolazioni– L’Associazione ricorda che la Legge in questione impegna il Ministero della Salute a promuovere la cultura del rispetto delle professioni sanitarie e della loro funzione. L’Associazione ricorda che circa 8.000 strutture veterinarie in tutta Italia non ricevono agevolazioni economiche e fiscali per dotarsi di strumenti di videosorveglianza.

Non è nemmeno previsto un Fondo per risarcire le vittime di questi reati che spesso si ripercuotono sulla continuità dell’attività. Le sanzioni previste dalla Legge dovrebbero essere reinvestite in misure di prevenzione ad hoc.

Più pericoloso l’uomo del cane: Quanto alla circostanza, una violenta aggressione per la morte di parte della cucciolata di un pit bull, “dobbiamo ricordare che la tutela dell’incolumità pubblica contempla l’educazione dei proprietari di qualunque razza canina- afferma Melosi- e che la riproduzione incontrollata e l’assistenza veterinaria tardiva ad una cagna gravida o partoriente non depongono a favore di un corretto approccio al cane”.

Infine, ma non da ultimo, secondo l’ANMVI andrebbe corretta la norma che vieta ai “delinquenti abituali o per tendenza” e a chiunque abbia dei precedenti di tenere un cane, ma solo se il cane ha manifestato aggressività. “Questo caso rende evidente che il pericolo è più frequentemente il proprietario”– conclude Melosi.

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