Sequestrata dalla Guardie Zoofile dell’OIPA di Pordenone una micia legata a catena. Salvata la gatta ora sta ricevendo tutte le cure del caso.
Una gatta tenuta a catena dentro uno scatolone sudicio sin da quando era cucciola, senza la possibilità di muoversi liberamente. Questo lo scenario di dolore e degrado che si sono trovati davanti le guardie zoofile dell’OIPA, intervenute a seguito di una segnalazione anonima a Porcia, in provincia di Pordenone.
Nina è il nome della povera gatta salvata; il proprietario è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Pordenone per maltrattamento di animali (art. 544 ter del Codice penale) e sanzionato amministrativamente per la detenzione di un cane senza microchip. L’uomo ha dichiarato di tenere la gatta a catena sin da cucciola per evitare che uscisse dalla casa e morisse sotto una macchina, com’era accaduto ad altri suoi gatti.
«Vedere un gatto emaciato e sofferente dopo una vita passata legata alla catena toglie il respiro. Il povero animale, di circa dieci anni, era adagiato su uno straccio sporco dentro un vecchio cartone logoro, posto in bilico sopra una cuccia in mezzo ad altri oggetti». Racconta Maria Laura D’Amore, coordinatrice nucleo delle guardie zoofile dell’OIPA di Pordenone e provincia.
La triste vicenda di Nina: la gatta salvata
«Nina giaceva raggomitolata su se stessa in stato di abbandono, non rispondeva agli stimoli esterni, disorientata, il pelo arruffato, pieno di nodi. Aveva gli arti doloranti e difficoltà a reggersi in piedi. Questo gli rendeva difficile anche raggiungere la ciotola dell’acqua a terra. Subito dopo il sequestro un veterinario si è occupato di lei, che ha riscontrato una grave disidratazione e diagnosticato un’insufficienza renale. Ora si trova sotto osservazione in una clinica veterinaria».
Ma non solo la gatta era vittima di maltrattamento. In una piccola stanza fatiscente, sporca, piena di escrementi, gli agenti dell’Oipa hanno trovato molte gabbie di piccole dimensioni e sporche, con imprigionati uccelli da richiamo senza cibo né acqua. La detenzione dei volatili è stata denunciata al Corpo forestale provinciale di Pordenone.
Per segnalazioni di maltrattamento ci si può rivolgere alle guardie zoofile dell’Oipa di Pordenone, che eseguono controlli e monitoraggio su tutta la provincia, scrivendo all’email guardiepordenone@oipa.org