Il cane lavora con l’uomo e per l’uomo da sempre, ma il mondo delle professioni cinofile in ambito sociale manca di un sistema che certifichi e regolamenti le competenze di chi guida, prepara e conduce il cane. Lacuna ancora più grave è la mancanza, nei professionisti che preparano la coppia, di qualifiche professionali certificate da enti di terza parte.
Chi prepara cani d’assistenza a persone con disabilità deve essere un tecnico super specializzato perché c’è in gioco la vita dell’uomo.
Ad oggi però chiunque può preparare un cane d’assistenza: l’improvvisazione in questo settore è quello che purtroppo sta accadendo, con “autocertificazioni” e “auto-diplomi”, che minano e screditano il lavoro dei veri professionisti.
Per cani d’assistenza si intendono i cani che assistono persone con disabilità fisiche, cognitive o mentali, svolgendo alcune funzioni e dei compiti che tali persone non possono eseguire in maniera autonoma.
Come si legge nelle Linee Guida Nazionali stilate dal Ministero della Salute e dal CRN – Centro di Referenza Nazionale per gli IAA – i cani d’assistenza devono seguire un percorso educativo e di addestramento che rispetti i requisiti previsti dall’Assistance Dogs International (ADI).
Un errore comune è parlare indistintamente di cani d’assistenza e di IAA – Interventi Assistiti con gli Animali.
Gli IAA hanno valenza terapeutica, riabilitativa, educativa e ludico-ricreativa e comprendono tre ambiti di intervento:
- Terapie Assistite con Animali (TAA) – terapie con obiettivi specifici, la cosiddetta Pet Therapy;
- Educazione Assistita con gli Animali (EAA) – non ha obiettivi specifici e viene fatta anche in gruppo. Serve a sviluppare la socialità, l’autostima, l’attenzione a sé e agli altri;
- Attività Assistite con gli Animali (AAA)- non ha obiettivi specifici, di tipo ludico-ricreativo.
La figura professionale di riferimento in questo caso è il “coadiutore del cane”: un educatore esperto che collabora con un’equipe medico-scientifica che attua gli interventi.
Impronte Cinofile – attualità a quattro zampe – Il parere di Aldo La Spina