Le guardie zoofile dell’Oipa di Roma, hanno denunciato il un soggetto per aver tagliato le orecchie (per motivi estetici) al proprio American Staffordshire.
Il proprietario è stato condannato a 4 mesi di reclusione e al pagamento delle spese processuali.
La denuncia è partita a seguito di controlli effettuati durante una manifestazione canina nell’ambito dell’operazione Dirty Beauty (Bellezza sporca).
L’operazione è stata condotta dagli agenti dell’Oipa, in prima linea in tutta Italia nel contrastare queste pratiche crudeli e illegali .
Per partecipare alla gara, il proprietario ha esibito un certificato falso in cui si dichiarava che la mutilazione era dovuta a motivi di salute.
Pratica illegale e dolorosa
«La nostra indagine di polizia giudiziaria, condotta con la collaborazione carabinieri del Nas di Salerno, ha accertato che il certificato veterinario esibito era falso», spiega Claudio Locuratolo, coordinatore provinciale delle guardie zoofile Oipa di Roma e provincia.
«I molti controlli delle nostra guardie zoofile a livello nazionale hanno portato a oltre settanta denunce all’autorità giudiziaria, anche nei confronti di veterinari. Questa è soltanto l’ennesima condanna ottenuta, siamo certi che ne arriveranno molte altre».
Quella del taglio della coda e delle orecchie dei cani di alcune razze a fini estetici, oltre che dolorosa per l’animale, è una pratica illegale.
Le mutilazioni per fini estetici sono vietate dalla Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia di Strasburgo del 13 novembre 1987, ratificata dall’Italia con la legge n. 201/2010.
Le mutilazioni di coda (caudotomia) e orecchie (conchectomia) configurano il reato di maltrattamento punito dall’art. 544 ter c.p., che prevede fino a 18 mesi di reclusione e una multa fino a 30 mila euro.
«Le federazioni nazionali ed internazionali per la cinofilia dovrebbero assumere posizioni più severe ed escludere dalle manifestazioni cani mutilati e gli Ordini dei medici veterinari dovrebbero essere meno indulgenti nei confronti dei propri iscritti», aggiunge Claudio Locuratolo.
«Sono già fissate molte altre udienze per rinvii a giudizio a seguito delle indagini e denunce dell’Oipa, a Roma e in altre città. Auspichiamo che la prevenzione e la repressione pongano fine a questa pratica incivile e fuorilegge».
Per segnalazioni su Roma e provincia: guardieroma@oipa.org
Maggiori informazioni: www.oipa.org/italia