Addestrare o educare i cani?

Proprio come per i bambini, anche per un buon cane la prima educazione avviene in famiglia; e come per i bambini arriva il momento di andare a scuola, così per i nostri amici a quattro zampe arriva quello in cui devono imparare a vivere a stretto contatto con “gli umani”, in un mondo così diverso da quello naturale di provenienza.

A cura di Laura Ferrigno Educatore e Rieducatore cinofilo

Addestrati o Educati

Proprio come per i bambini, anche per un buon cane la prima educazione avviene in famiglia; e come per i bambini arriva il momento di andare a scuola, così per i nostri amici a quattro zampe arriva quello in cui devono imparare a vivere a stretto contatto con “gli umani”, in un mondo così diverso da quello naturale di provenienza.

La scuola dei nostri cuccioli pelosi non ha banchi né libri, né lavagne né quaderni; ma ha un maestro, questo sì! Ed anche se non è munito di penna rossa egli ha, comunque, il compito di guidare i suoi “alunni” nel loro difficile percorso di crescita. Ma chi è il maestro a cui dobbiamo rivolgerci? Un educatore o un addestratore?

Educazione e addestramento, una scelta difficile?

Contrariamente a quanto si pensa, le figure professionali dell’educatore e dell’addestratore non sono affatto in contrapposizione. Non c’è scontro o, almeno, non dovrebbe esserci.

Educatore e addestratore hanno preparazione e competenze distinte; entrambi si occupano del cane, ma in momenti di crescita diversi e con obiettivi differenti. Né è giusto ritenere che il primo usi maniere gentili ed il secondo metodi coercitivi; ogni operatore del settore può essere gentile o coercitivo a prescindere dai panni che veste.

Specialisti competenti

Fino a non molto tempo fa chiunque lavorasse con i cani era definito un addestratore, colui, cioè, che aveva il compito di preparare il cane per poi riconsegnarlo al proprietario “lavorato”. Oggi, per fortuna, questo modo di vedere le cose sta scomparendo, anche perché il cane non è più considerato quella macchina biologica a cui in passato non si accreditava pensiero né coscienza.

Si è assistito negli ultimi anni ad un sempre più profondo radicarsi della cultura cinofila, sul cui palcoscenico oggi si affacciano specialisti competenti, che possono vantare ben altro che un po’ di pratica o di esperienza improvvisata.

Cominciamo con ordine

Per inserire correttamente un cucciolo all’interno di una famiglia, prima, e della società, poi, è bene cominciare ad educarlo da subito, ovvero dal momento del suo ingresso in casa. L’educazione è indispensabile e propedeutica all’addestramento. È opportuno, dunque, che un proprietario curi l’educazione del proprio cane, prima di rivolgersi ad un addestratore.

Educatore, questo sconosciuto

L’educatore è un mediatore nel rapporto uomo-animale, un professionista che lavora con il cane e con il proprietario, al fine di creare un corretto rapporto relazionale, ottimizzare l’intesa e il giusto inserimento dell’animale nella società attraverso competenze e modelli comportamentali adeguati.

Il suo ruolo, oggi, riveste grande importanza sociale. Quello con i nostri amici a quattro zampe è un rapporto spesso a rischio per la scarsa consapevolezza con cui inizia e i conseguenti fraintendimenti: proprietari sempre meno idonei per cani sempre meno responsabili delle problematiche che manifestano. La crescita e la formazione del cane (e del proprietario), nelle sue fasi iniziali, è davvero essenziale e primaria rispetto ad ogni pretesa o prospettiva .

Proprietari responsabili

Un cucciolo deve innanzitutto vivere tante e positive esperienze per imparare ad orientarsi nella realtà che lo circonda in modo corretto; al proprietario non può e non deve mancare il rispetto e la conoscenza del suo animale e del suo mondo.

Si tratta di priorità imprescindibili che devono avere la meglio sulla voglia di impartire comandi e sull’impazienza che il proprio cane esegua performance “strabilianti”. Un educatore, in questo, sarà d’aiuto, indicando al proprietario i presupposti attraverso i quali avviare un sano sviluppo della personalità del cane. Il proprietario è colui che riveste il ruolo principale in questo percorso: l’educatore, da buon mediatore, non deve mai deresponsabilizzarlo dei propri compiti.

Addestratore a chi?

Quando un proprietario ha l’intento di inserire il cane nel mondo del lavoro o dello sport deve rivolgersi ad un addestratore. Quest’ultimo, infatti, prepara il cane a performance specifiche e il suo lavoro è incentrato essenzialmente sull’animale.

Con l’addestramento si insegnano al cane comportamenti finalizzati all’apprendimento di un preciso lavoro: pensiamo alla caccia e ad attività sportive come l’agility, l’obedience, il mondioring, l’huntering, lo sheepdog e alle diverse discipline per cani di utilità sociale (cani da assistenza, ricerca).

L’addestratore di oggi è, perciò, anche un gran conoscitore delle razze.

Impegnati… e appagati

Far svolgere al cane delle attività consone alle sue attitudini etologiche è un dovere morale, oltre che un modo per evitare molte delle più frequenti “problematiche” comportamentali.

Se pur successivo all’educazione e non indispensabile, l’addestramento può diventare un’ulteriore opportunità affinché il cane trovi il proprio “ruolo” e viva tranquillamente la convivenza con il mondo umano senza sentirsi frustrato.

Fondamentale è, perciò, la conoscenza del cane e di cosa può renderlo sereno. Non sempre un cane da lavoro è un cane strumentalizzato, soprattutto se fa squadra con noi. I nostri amici a quattro zampe saranno felici se impareranno divertendosi e se saranno gratificati per il loro lavoro… guidati da un educatore o da un addestratore.

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