Cosa mangiare in convalescenza

Quando si scopre che il nostro amico a quattro zampe è affetto da una grave malattia o deve riprendersi da un brutto intervento chirurgico, la sua dieta passa in secondo piano, mentre tutte le attenzioni vengono riversate sulle terapie e sugli esami di controllo che dovrà effettuare…

Dott.ssa SABRINA DOMINIO – Medico Veterinario

La denutrizione è un fenomeno spesso sottostimato nel cane e nel gatto

In uno studio americano effettuato su 276 cani ricoverati, ben il 73% riceveva un apporto energetico inferiore al fabbisogno minimo. Invece, è stato scientificamente dimostrato che un’alimentazione specifica è in grado di accelerare il processo di guarigione, in quanto aiuta il sistema immunitario del nostro animale a reagire, potenzia l’effetto dei farmaci somministrati e stimola la riparazione di organi e tessuti.

Disappetenti

In genere, è opportuno introdurre una dieta specifica quando il vostro animale sta mangiando poco o per nulla (anoressia) da più di tre giorni. In questo caso, infatti, l’organismo è quasi sicuramente debilitato.
Tramite un’analisi del sangue, il vostro veterinario di fiducia sarà in grado di valutare lo stato di nutrizione dell’animale.

Spontaneamente…

Il metodo più semplice ed immediato per nutrire il nostro amico convalescente consiste nell’incoraggiarlo a mangiare spontaneamente. In questo modo, si provoca il minor stress possibile all’animale.

Il problema è che bisogna dedicare molto tempo al momento del pasto e non tutti possono permetterselo. Inoltre, sono molti i casi in cui l’animale non riesce proprio a mangiare, a causa della malattia di cui è affetto o delle sue complicanze. Come primo tentativo si può mettere un pezzetto di cibo di fronte alla bocca, in modo da stimolarlo a deglutire.

… o per forza

Se questo metodo non porta a risultati, potete preparare una pappa liquida, mescolando la scatoletta o le crocchette tritate con acqua tiepida, e somministrarla tramite una siringa senz’ago. Nel cane dovete mettere il becco della siringa nell’angolo della bocca, mentre nel gatto è meglio inserirla a livello dei denti incisivi.

Il ricovero ultima spiaggia

In caso di animali molto debilitati, è consigliabile il ricovero presso un centro veterinario ben attrezzato, in cui i medici specialisti provvederanno ad alimentarlo tramite la nutrizione enterale o parenterale. La nutrizione assistita va iniziata entro le ventiquattrore dalla diagnosi di denutrizione e
non va utilizzata come “ultima spiaggia”, ma come supporto alle terapie convenzionali.

Alti consumi

Teniamo sempre presente che un animale malato, anche se non si muove, ha un fabbisogno energetico più alto di quello a riposo, perché utilizza una parte delle energie per lottare contro la malattia. Per fare un esempio, un cane di 15 Kg ricoverato per una grave infezione, ha un fabbisogno energetico giornaliero di 900 Kcal, mentre ne necessiterebbe di poco più di 500 se fosse in salute e rimanesse tutto il giorno a riposo.

Riso bollito

L’alimento dell’animale convalescente deve essere molto ricco di grassi che possono costituire fino al 30% dell’energia; questi valori non hanno controindicazioni se vengono somministrati per brevi periodi e se l’animale non soffre di problemi al pancreas. Un’alternativa può essere una pappa casalinga, preparata con pollo senza pelle e riso bollito e successivamente frullata, che risulta essere molto digeribile e gradita all’animale.

Aminoacidi

Un altro fattore nutritivo molto utile per ristabilire un organismo malato sono gli aminoacidi, che costituiscono la materia prima per la sintesi delle proteine, che in questa condizione patologica vengono largamente consumate.

Omogeneizzati

I nucleotidi, contenuti soprattutto nella carne e nel lievito di birra, sono gli elementi che costituiscono il DNA, dove viene conservato tutto il corredo genetico delle cellule.
Diversi studi hanno dimostrato che somministrare queste sostanze in un animale malato può stimolare il suo sistema immunitario.Come alternativa, è possibile utilizzare gli omogeneizzati per bambini, perché sono molto graditi anche dagli animali inappetenti, che li assumono volontariamente.

Sono però tassativamente sconsigliabili nel lungo periodo, perché presentano diverse carenze di fattori nutritivi, sono squilibrati nei rapporti tra vitamine, minerali ed aminoacidi e spesso è presente la polvere di cipolla, che risulta essere tossica per i gatti.

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