Diana Lanciotti, fondatrice del Fondo Amici di Paco, ha scritto all’ambasciatore cinese per avere notizie sulla fine del Festival della carne di cane; che ogni anno si svolge a Yulin in giugno, auspicando che da quest’anno venga definitivamente vietato.
Segnali di cambiamento sulla fine del festival della carne di cane
Dalla Cina arrivano due importanti segnali di cambiamento sui rapporti con gli animali domestici; la nuova classificazione del Ministero dell’Agricoltura che esclude i cani dagli animali da cibo. Il divieto di mangiare carne di cane e di gatto introdotto dalla municipalità di Shenzen, una delle più popolose città cinesi. Non si hanno però notizie sul Festival della carne di cane, che ogni anno si svolge a Yulin in giugno.
«In seguito all’epidemia da coronavirus e probabilmente per andare incontro alla sempre più diffusa coscienza animalista dei cinesi; il Ministero dell’Agricoltura cinese ha rivisto “l’Elenco Risorse Genetiche di Bestiame e Pollame”, da cui ha escluso i cani, definendoli “companion” e non più “livestock”. Cioè compagni di vita e non animali commestibili, spiega Diana Lanciotti, fondatrice del Fondo Amici di Paco; una delle più attive associazioni italiane per la tutela degli animali.
Diecimila cani ogni anno
Da anni, dal 21 al 30 giugno a Yulin, nel distretto sudorientale di Guangxi Zhuang, si svolge il Festival della carne di cane. Ogni anno oltre 10.000 cani (o addirittura il doppio) vengono ammassati in gabbia per le strade, per essere scelti dai “clienti”, uccisi e cucinati. Una vera e propria mattanza che non si può giustificare appellandosi alla tradizione. Un altro dato spaventoso è che almeno 3.000 persone muoiono in seguito al consumo di carne infetta.
«Quest’anno, dopo quanto è successo con il coronavirus e dopo i nuovi orientamenti del Governo e di una città importante come Shenzen, ci si aspetterebbe che il “Festival” di Yulin venisse abolito. Ma abbiamo fatto diverse ricerche online e non emerge nulla al riguardo. Conosciamo tutti, e ne abbiamo appena avuto riprova, la mancanza di trasparenza della comunicazione proveniente dalla Cina, per cui non ci sarebbe da stupirsi se il silenzio su Yulin nascondesse il normale svolgimento del “festival”. Perciò ho scritto una lettera all’ambasciatore cinese in Italia per avere notizie e, spero, rassicurazioni.»
«Il festival di Yulin deve essere soppresso», continua Diana. «Gli stessi Cinesi lo disapprovano in gran maggioranza. La loro coscienza animalista è in forte aumento, soprattutto nei giovani. Dai sondaggi risulta che oltre il 70% dei Cinesi dichiara di non aver mai mangiato carne di cane, il 64% è favorevole alla chiusura del festival di Yulin e il 62% pensa che l’evento danneggi l’immagine della città e della Cina in genere. Questo è l’anno giusto per dire BASTA.»