Dressage

Il Dressage, una disciplina ormai abbastanza famosa, che tuttavia in Italia non ha ancora raggiunto il suo massimo sviluppo. La parola “dressage” deriva dal francese e vuol dire “preparazione”.

A cura della Dott.ssa FEDERICA MICANTI – Medico Veterinario

Una passione e uno sport

In passato, come tutti sanno, il cavallo ha rappresentato per l’uomo un instancabile ausilio nel lavoro ed un preziosissimo alleato in battaglia. Nel corso dei secoli, poi, la figura di questo splendido animale, nel lavoro come in  guerra, è stata sostituita dall’avvento delle macchine. In tempi decisamente più moderni si è trasformato in un vero e proprio animale da compagnia ed il binomio uomo-cavallo è diventato il protagonista indiscusso di molti sport. 

Comunemente viene chiamato “gara di addestramento”, in quanto il binomio cavallo-cavaliere, deve compiere delle figure, come circoli, cambiamenti di direzione, ecc. Il tutto avviene all’interno di un rettangolo 20×60 oppure 20×40, nel quale sono collocate delle lettere dell’alfabeto, conosciute ed uguali in tutto il mondo.

Queste sono, dall’entrata in senso orario: A-K-V-E-S-H-C-M-R-B-P-F e sono poste lungo i lati del rettangolo ad una distanza fissa l’una dall’altra.  Le figure si svolgono alle tre andature: passo, trotto e galoppo, nelle varianti: riunito, medio ed allungato.  

CATEGORIE DI DRESSAGE

  • Vi sono diverse categorie:
  • 1) la E (elementare)
  • 2) la F (facile)
  • 3) la M (media)
  • 4) la D (difficile) Esse vengono poi ulteriormente classificate con dei numeri che aumentano con la difficoltà, per esempio F200, E210, M300 e così via.     
Nella foto un cavallo che salta gli ostacoli

Ma in parole povere, in che cosa consiste veramente il “dressage”?  Come già specificato, il cavaliere, in sella al suo cavallo, deve compiere delle figure determinate dalla FISE (Federazione Italiana Sport Equestri), che precedentemente ha imparato a memoria. Presiedono la gara tre o più giudici, che attribuiscono ad ogni figura un punteggio da 1 a 10 più un’eventuale spiegazione (una sorta di commento).   

Per esempio: in A, (circolo di 20 metri di diametro), voto 6, groppa alta, storto. La spiegazione deve essere estremamente tecnica e precisa, in modo tale che il cavaliere ne possa prendere atto e correggerla in futuro lavorandoci su.  I voti somigliano molto a quelli che gli alunni prendono a scuola. Vanno infatti da 1 a 10, 5 è la sufficienza.

Al momento la scuola tedesca è la migliore al mondo. Quella italiana inizia ad emergere, sia pure con fatica, anche a causa dei pochi cavalieri di alto livello nella disciplina. Nel 2007 apprezzabilissimi sono stati i risultati ottenuti da Valentina Truppa, che si è aggiudicata il titolo di campionessa europea, nonché mondiale in carica nella categoria “young rider”. L’Italia ha inoltre conseguito le medaglie d’oro e di bronzo europee a squadre, a livello giovanile.  

QUALE RAZZA SI UTILIZZA PER IL “DRESSAGE”?

La razza più utilizzata per questo sport affascinante è l’Hannover, ma può diventare un ottimo atleta anche un soggetto con dei bei movimenti ed un buon carattere, anche se non appartenente a nessuna razza. Spesso vengono utilizzati anche esemplari di razza “Frisone occidentale”, che recentemente si è rivelato adattissimo al dressage.      

LA DIVISA DA DRESSAGE

La divisa regolamentare è molto rigida, infatti prevede: stivali neri, giacca blu, nera o scura, camicia o lupetto bianchi, muniti del “plastron”, una specie di foulard bianco con spilla o cravatta, cilindro, bombetta o “cap” (casco), guanti bianchi, speroni. 

Gli atleti delle Forze Armate, Carabinieri, corpi di Polizia, Corpo Forestale dello Stato, montano con la divisa del reparto rappresentato. Il frustino è ammesso solo nelle categorie dalla F in poi, ma non è possibile utilizzarlo in campionati, coppe e trofei.

La bardatura del cavallo invece prevede: un filetto, da solo o unito ad un morso (la seconda opzione è obbligatoria a partire dalla categoria D in poi), sella inglese con sottosella, nessuna protezione (nemmeno le fasce ed i parastinchi), cuffietta (solo se autorizzata dalla giuria).

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