Lo stress nel cane

Noi tutti abbiamo sentito parlare di stress, questo non solo nell`essere umano, ma negli ultimi anni anche nei nostri animali d`affezione.

A cura di TIZIANA DARE – Educatore e RI-educatore Cinofilo
Comportamentale

Quando si parla di stress negativo, quindi ¨distress¨, si parla di stress patologico.

Stress che provoca vere e proprie lesioni e a lungo andare, può provocare
patologie croniche. Ma vediamo intanto di capire cosa si intende per stress,
quando avviene e perché.

Il termine stress deriva dal latino strictus, il cui significato letterale è “serrato”, “compresso”. Nel XVII secolo per gli anglosassoni stress aveva il
significato di difficoltà, afflizione; studi più recenti nel campo della fisica
lo riconducono a un concetto utilizzato in metallurgia, dove si usa “mettere
sotto stress” le travi metalliche per provarne la resistenza. In altri termini tensione e “deformazione” si producono ogni volta che una forza incontra una resistenza.

Una questione di… stressor

Altri studi in ambito animale hanno portato alla seguente definizione di stress: “lo stress è una sindrome di adattamento a degli stressor ovvero a delle sollecitazioni”. Gli elementi stressanti possono essere dei fattori fisici o psichici, ma è il modo in cui l’animale percepisce lo stressor, e da come lo controlla che differenzia l’eustress dal distress.

Positivo e negativo

Selye – il padre della ricerca sullo stress – fu il primo a identificare due diverse tipologie di stress che lui chiamò distress, o stress negativo, ed eustress, o stress positivo. Quando si parla di stress negativo, quindi “distress”, si parla di stress patologico; questo avviene quando gli stimoli stressanti sono capaci di aumentare le secrezioni ormonali tanto da instaurare un logorio progressivo fino alla rottura delle difese psicofisiche. In questo caso l’organismo permane in uno stato di attivazione anche in assenza di sollecitazioni esterne oppure reagisce a stimoli di lieve entità in maniera sproporzionata.

Capacità di adattamento

Lo stress positivo o eustress si ha quando uno o più stimoli allenano la capacità di adattamento psicofisica individuale. L’eustress è una forma di energia utilizzata per poter più agevolmente raggiungere un obiettivo e l’individuo ha bisogno di questi stimoli ambientali per spingersi ad adattarsi. Ora che abbiamo una idea più chiara di cosa significa stress e di cosa avviene a livello fisiologico cerchiamo di capire come i nostri cani
possano esserne afflitti.

Cani randagi… ma non stressati

Interessante è notare come i comportamenti di stress e ansia nei nostri cani non siano comuni ai randagi che popolano paesi meno sviluppati del nostro. Uno studio su un gruppo di cani randagi nel sud d’Italia, ha dimostrato che i cani hanno uno stile di vita più precario ma molto meno stressante rispetto ai cani domestici.

Meno pressioni

Questi gruppi di randagi sembrano condurre uno stile di vita molto più libero e psicologicamente più sano, rispetto ai loro “cugini” che occupano i nostri salotti. I motivi? ci sono diverse ipotesi: ad esempio, i cani con problematiche comportamentali potrebbero non riuscire a sopravvivere alla vita da “randagio” e di conseguenza i loro geni non verrebbero trasmessi. Un’altra motivazione invece, è che abbiano meno pressioni a livello mentale a cui far fronte quotidianamente, rispetto ai cani che vivono
nelle nostre città. Sarà il modo in cui li alleviamo, il modo in cui ci viviamo
assieme o il modo con cui li controlliamo, ma sicuramente i nostri cani
soffrono di più “di cattivo umore” rispetto ai randagi o ai cani di un tempo.

Lo stress positivo o eustress si ha quando uno o più stimoli allenano la capacità di adattamento psicofisica individuale.

Prigionia

Nel momento in cui, andiamo a cercare le motivazioni dello stress negativo che affligge i nostri pet, sottovalutiamo l’impatto psicologico del non poter vivere una vita “libera”, in cui soddisfare i bisogni e gli istinti primari, che geneticamente caratterizzano le varie razze e i vari soggetti. Vivendo in casa, i nostri amici sono salvaguardati dal mondo esterno, tuttavia questo atteggiamento “protettivo” può essere visto come una
sorta di “prigionia”.

Separazione precoce

Dal momento in cui nascono i cuccioli, l’essere umano inizia
subito a controllare tutto ciò che accade e avviene intorno a loro. Li allontaniamo dalla madre e dalla cucciolata alla tenera
età di 60 giorni, momento in cui essi hanno appena preso coscienza di essere
“cani”, e li inseriamo all’interno di una famiglia umana. È chiaro che un cucciolo in queste condizioni, se mal
gestito dalla sua nuova guida (proprietario), ha più possibilità di sviluppare
ansie e stress negativi rispetto a uno che vive allo stato brado. Se da un lato le nostre case sono luoghi sicuri in cui vivere,
dall’altro possono essere ambienti stressanti se il cucciolo non viene compreso
e gestito con empatia.

Sterilizzazione

Altro punto da tener presente è la diffusa pratica della sterilizzazione degli animali d’affezione. Essa, da una parte riduce il rischio di cucciolate indesiderate, dall’altra però, aumenta le probabilità di problematiche di tipo ansioso e di paura nei soggetti castrati. Questo può essere dovuto dal cambio ormonale (estrogeno femminile e testosterone maschile) che avviene in seguito all’operazione e che influisce largamente sul benessere mentale dell’animale. Se da una parte la sterilizzazione di un animale è una decisione personale del proprietario, certo non può essere sottovalutato l’impatto che quest’ultima può avere sul suo benessere psicofisico.

Chiaramente ogni soggetto è a se stante e ogni valutazione
va fatta sul singolo individuo. Un problema molto comune collegato all’ansia è l’incapacità da parte dei nostri cani di stare a casa da soli senza subire uno stress tale da sfociare in comportamenti estremi come abbaiare continuamente, ululare, distruggere oggetti odefecare in maniera impropria in casa. È scientificamente provato che la maggior causa dello stress nel cane quando viene lasciato a casa da solo sia la “mancanza del proprietario” o, comunque, di una figura umana.

Molti cani, infatti, imparano sin dall’infanzia che l’essere umano è colui che provvede alle loro esigenze, che decide cosa fare e come comportarsi e che risolve i problemi. È normale, quindi, che questi cani si sentano “al sicuro” solo in presenza di un essere umano. Più un cane diventa “umano-dipendente” più, se lasciato solo, vive il momento come una forte fonte di
stress.

Pressioni

Altro fattore che aumenta il livello di stress nel cane moderno, è la continua pressione psicologica del proprietario sul cane, a volte all’insaputa del proprietario stesso. Se un cane non viene educato in maniera appropriata trascorrerà la sua vita a domandarsi cosa effettivamente “voglia” il suo proprietario. Questo continuo “tirare ad indovinare” può provocare molto stress, in quanto il cane, si sente incompetente o mortificato. Se educati, taluni cani, possono sentirsi sopraffatti dalle aspettative dei proprietari (vedi alcuni cani da gara o da show). Talvolta si può riscontrare anche un
continuo e assillante controllo da parte dei proprietari nei confronti dei loro cani, soprattutto nel momento in cui l’animale si comporta da “cane”. Se vi sembra che questo scenario non sia il vostro, provate a chiedervi quante volte avete ripreso il vostro cane o vi siete rivolti a lui con un tono negativo e seccato: potreste rimanere sorpresi.

Non esistono soluzioni magiche

Se il cane vive continuamente in uno stato di agitazione, ansia e stress vuol dire che qualcosa nella sua esistenza non funziona e deve essere cambiato. Di seguito alcuni consigli per avere un cane meno stressato. Anzitutto, non tenere il cucciolo rinchiuso in casa mentre finisce le sue prime vaccinazioni. Con un occhio di riguardo è possibile portare il cucciolo fuori, evitando aree frequentate da molti cani o, se fa freddo, coprendolo con un capottino.

Tenere rinchiuso in casa il cucciolo per paura che prenda qualche infezione può infatti essere nocivo sotto il punto di vista della sua socializzazione. Ormai è risaputo, infatti, che i primi mesi di vita sono importantissimi per avere un cane adulto abituato al contesto urbano e che ha familiarizzato con persone e altri animali. Ricordiamo che, anche se non ha modo di interagire con altri cani, il cucciolo impara comunque molto dal punto di vista olfattivo, visivo e uditivo. I viaggi in macchina servono poi, per abituarlo a essere trasportato da un posto ad un altro.

Rinforzo positivo

Iniziare fin da subito un percorso educativo con il cucciolo permette di avere una migliore comunicazione con il proprio cane in modo da poter “dialogare” con esso senza creare confusione o inutile stress. Che siano classi di gruppo o individuali, l’importante è che il metodo utilizzato sia il
rinforzo positivo, proprio per creare quel rapporto di collaborazione che esiste fra partner.

La stanchezza che fa bene

Non sgridare, picchiare o mortificare il cane: questo serve solo a creare stress e frustrazione nell’animale. Cercare invece di capire cosa e dove abbiamo sbagliato ci aiuterà ad avere una relazione più serena col nostro amico. L’esercizio fisico e il gioco sono fondamentali per bruciare energia che, altrimenti, potrebbe essere ridiretta in comportamenti da noi ritenuti sgradevoli (come fare le buche, rosicchiare i mobili, abbaiare costantemente, ecc). Soprattutto se si ha a che fare con una razza molto attiva, diviene vitale introdurre una routine di passeggiate, gioco, stimolazioni mentali e sensoriali in modo da rendere il cane più appagato e stanco. Un cane stanco è un cane meno reattivo.

Udito sensibile

Non esagerare con TV e musica rock ad alto volume, sia in casa sia in macchina: l’udito del cane è molto più sensibile del nostro e il rumore forte (anche un cantiere attivo vicino casa) può creare disagio all’animale. Cercare invece di ricreare una zona tranquilla all’interno delle case o giardini dove il cane possa ritirarsi ogni volta ne senta la necessità. La musica classica è utilizzata per rasserenare gli animali a un volume adeguato (non troppo alto). Non lasciare il cane da solo per lunghi periodi, soprattutto se non è ancora abituato in modo positivo a stare da solo. In caso di emergenze chiedere piuttosto a un parente, amico o dog sitter, di tenere il vostro cane. Infine, se avete dei problemi o dubbi sulla corretta gestione del cane, non esitate a rivolgervi a un esperto cinofilo che utilizzi l’educazione gentile per un consiglio o valutazione della situazione.

© Riproduzione riservata