Negli ultimi anni finalmente anche la medicina veterinaria si sta occupando dell’epilessia idiopatica canina prendendo in considerazione il legame tra dieta e gestione dell’epilessia, conosciuta fin dall’antichità.
Vediamo insieme di cosa si tratta.
A cura della Dott.ssa CHIARA DISSEGNA Medico veterinario Esperto in Nutrizione (gruppo Nutravet) e Omeopatia www.chiaradissegna.it
Epilessia idiopatica canina
Con il termine “epilessia” si definisce un disturbo ricorrente a carico del sistema nervoso centrale del cane che si manifesta con crisi convulsive. Queste crisi possono essere di tipo diverso, anche se la forma più frequente è quella caratterizzata da contrazioni muscolari più o meno intense associate a una perdita di coscienza (in questo caso di parla di crisi convulsiva generalizzata).
Prima e dopo la crisi vera e propria, che può durare fino a 1-2 minuti, possono esserci alterazioni del comportamento (la cosiddetta aura prima della crisi) e deficit neurologici temporanei (dopo la crisi, nella fase post ictale), caratterizzati da difficoltà nel camminare, movimenti in circolo, cecità temporanea, etc.
Quando pariamo di epilessia idiopatica ci riferiamo ad una forma primaria di epilessia, non secondaria ad altre patologie (come ad esempio tumori, infiammazioni, patologie metaboliche). La diagnosi viene effettuata dal Medico Veterinario esperto in neurologia dopo attenta visita clinica e esami aggiuntivi, come la risonanza magnetica.
Alimentazione e epilessia nell’uomo
La relazione tra dieta e epilessia nell’uomo è indagata da moltissimi anni. Già nell’antichità si era intuito che il digiuno poteva migliorare la patologia. Negli anni ‘20 si è intensificata la ricerca di una dieta che mimasse gli effetti de digiuno arrivando così all’ideazione della dieta chetogenica, molto conosciuta in questi anni anche per altri campi di applicazione (dimagrimento, oncologia, malattie metaboliche, etc).
Di diete chetogeniche ne esistono vari tipi ma il concetto di base è quello di alimentare il paziente con un’alta percentuale di grassi riducendo in maniera importante proteine e carboidrati. In questo modo si sviluppa nell’organismo una condizione metabolica nota come chetosi fisiologica: i corpi chetonici che vengono sintetizzati dal fegato (in particolar modo acetone, acetoacetato e beta idrossibutirrato) vengono utilizzati dai neuroni per alimentarsi in carenza di zuccheri.

È particolarmente utilizzata in pediatria, nelle epilessie che non rispondono al trattamento farmacologico.
Alimentazione e epilessia nel cane Se nell’uomo si entra in uno stato di chetosi dopo un paio di giorni di inserimento della dieta chetogenica, nel cane è più difficile, verosimilmente per un utilizzo più efficiente a livello periferico dei corpi chetonici.
Più studi dimostrano che l’aggiunta di trigliceridi a media catena (MCT) nel cibo migliorano le crisi.
Ne sono ricchi prodotti come mct oil o olio di cocco, facilmente reperibili in commercio. Questi acidi grassi passano facilmente la barriera ematoencefalica e vengono metabolizzati nelle cellule del cervello, gli astrociti. Sicuramente più funzionale e più completo è un approccio che preveda una dieta “simil” chetogenica specifica per il soggetto. Caratterizzata da una dieta fresca, ricca in grassi con un apporto proteico limitato e l’assoluta riduzione dei carboidrati. In questo modo si possono seguire i gusti del paziente e gestire anche eventuali intolleranze alimentari, scegliendo fonti proteiche nuove.
Integrazioni e nutraceutici
Tra le armi a disposizione per aiutare il paziente epilettico dobbiamo ricordare sicuramenente: gli acidi grassi omega 3. Si tratta di acidi grassi polinsaturi essenziali a lunga catena. Il sistema nervoso centrale è ricchissimo in lipidi, secondo solo al tessuto adiposo: i lipidi costituiscono il 60% della massa secca del cervello e la metà di questi sono proprio acidi grassi a lunga catena. Gli omega 3, in particolare EPA e DHA, sono antieccitatori, antinfiammatori e neuroprotettivi.
cannabidiolo (CBD): stiamo parlando di un cannabinoide non psicoattivo proveniente dalla pianta di Cannabis. E’ utilizzato per via orale sottoforma di olio. Il CBD ha effetti anticonvulsivanti e neuroprotettivi.
La gestione di un cane epilettico può mettere a dura prova la famiglia. È necessario un approccio integrato. Oltre alla terapia medica impostata da un neurologo, infatti, la dieta corretta può fare la differenza.