Il cane che amava troppo

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Oltre 50 kg di amore sono veramente troppi, tanto più se l’innamorato è un cane e gli oggetti del suo desiderio sono gli esseri umani

 Aldo La Spina- Rieducatore Cinofilo APNEC Per informazioni www.apnec.org 

Il terranova casanova

E’ il caso di OLAF, uno splendido Terranova di quattro anni che ha costretto la proprietaria a consultarci dopo aver ripetutamente tentato di montare… una donna!

Dopo la consueta telefonata venne fissato l’appuntamento, al quale ci recammo con grande curiosità e anche un pizzico di prudenza, visto i precedenti e la presenza di una mia assistente… Olaf durante la visita ebbe un comportamento apparentemente normale, ma quando chiedemmo alla proprietaria di accarezzarlo insistentemente, apparvero subito i segnali tipici di eccitazione, ai quali fece seguito subito dopo il tentativo di montare il corpo della proprietaria che, con aria imbarazzata continuava a ripetere “vede, vede il maiale….”

Fuori controllo

A noi sinceramente il cane faceva una grande pena, perché si notavano chiaramente i segnali di chi sta male ma non riesce a controllarsi. In altre parole un animale malato, ma non di amore.

La proprietaria ci riferì che Olaf aveva cominciato qualche anno prima con questi atteggiamenti di monta ai quali i padroni non avevano dato molta importanza, scherzandoci sopra.

Poi il cane aveva iniziato a scappare, tornando a casa sempre in condizioni fisiche disastrose, finché, dopo varie lamentele e minacce dai vicini, non fu deciso di tenerlo in casa per evitare altre fughe. La conseguenza fu che Olaf incominciò ad alternare lunghi digiuni a ululati da innamorato.

Il massimo fu quando, scappando dal guinzaglio, inseguì la proprietaria (sola) di una cagna in calore (si scoprì dopo!), vestita con una pelliccia che subì un maldestro tentativo di violenza carnale!

Nuovi equilibri

La proprietaria era cosciente che Olaf era ammalato, ma anche che c’era bisogno di un aiuto professionale.
Fu quindi prospettata una rieducazione comportamentale per ritrovare un equilibrio di relazione sociale; vennero inseriti programmi di attivazione mentale e fisica adatti alle caratteristiche di razza e del soggetto, e una specifica rieducazione sistematica per ridirigere le “avances” di Olaf.
Infine con molto “tatto” venne suggerito di consultare il veterinario curante per un suo parere su una eventuale terapia farmacologica o chirurgica di sterilizzazione.

Testa a posto

Concludemmo che il caso era sicuramente un’eccezione e che quindi, per una maggiore efficacia della rieducazione comportamentale, la sterilizzazione avrebbe aumentato notevolmente la percentuale di successo; questa idea venne appoggiata con dati statistici bibliografici italiani ed esteri e testimonianze dirette.

Olaf adesso è un tranquillo cane da compagnia, che ha messo la testa a posto e che ha dei proprietari sereni, ma soprattutto certi di aver fatto la scelta migliore per tutti, passando sopra ai problemi morali troppo umani e alle frasi del tipo: “poverino, pensa se l’avessero fatto a te!”

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