Sono un EDUCATORE CINOFILO e il mio cane non è “PERFETTO”

Il cane in questione, o meglio uno dei miei cani, Balto, è stato adottato in canile, a circa un anno di età.

A cura di TIZIANA DARE – Educatore e RI-educatore Cinofilo Comportamentale www.obbiettivocane.com

Prima di prenderlo ho fatto solo qualche piccolo test iniziale per assicurarmi che fosse un cane “docile”, che si facesse toccare senza tentare di mordere, come invece purtroppo spesso fanno alcuni cani con un passato spiacevole alle spalle.

Educazione un lungo percorso

Fin da subito Balto si è dimostrato tollerante nei confronti dei gatti che già facevano parte della nostra famiglia ma anche reattivo al guinzaglio di fronte ad altri cani e molto diffidente nei confronti delle persone di sesso maschile e dei bambini. A distanza di cinque anni Balto è molto migliorato al guinzaglio e nel suo atteggiamento nei confronti degli uomini, ma non altrettanto nei confronti dei bambini. Questo significa che, se un bambino
prova ad approcciarlo, lui gli abbaia contro, pur senza tentare di morderlo.

Un problema  per volta

Ci si potrebbe chiedere come mai un educatore cinofilo non sia riuscito a “curare” completamente il suo cane. Semplice: non avendo molto tempo a disposizione mi sono concentrata sulla reattività al guinzaglio nei confronti di altri cani, che rendeva la vita difficile a entrambi. Questo faceva sì che le nostre prime passeggiate fossero alle 6.00 del mattino e alle 20.00 della sera, quando non ci sono cani in giro.

Work in progress

Definisco Balto come un “work in progress” sotto molti aspetti: primo, non è ancora a suo agio nei confronti di cani di grossa taglia che non conosce; secondo, perché abbaia molto frequentemente di fronte a bambini sconosciuti se tentano un approccio o corrono vicino a lui. Per aiutare Balto ci sarebbe bisogno di “bambini-cavia”, per socializzarlo nel dovuto modo (mediante desensibilizzazione e contro-condizionamento) e non è cosi facile trovarne di volenterosi.

Sotto stress

Balto ha un altro grande difetto: apre le porte.

Se lui è in casa e noi fuori, apre la porta per raggiungerci. Come molti cani da canile, Balto ha sviluppato un iper-attaccamento nei confronti della sua nuova famiglia umana, perché ha subito già una volta il trauma dell’abbandono. Poiché ho lavorato molto sul suo attaccamento nei miei confronti, purtroppo, l’aprire le porte ormai è diventato un vizio: Balto lo sa fare e, se sotto stress, lo fa.

Management e controllo

Per evitare questo comportamento sgradito ho usato “management e controllo”. In pratica preparo uno snack (kong, un osso da rosicchiare o altro), lascio il suo passatempo nella cuccia, lo avverto che vado via e che “torno subito” e chiudo la porta a chiave.

Grazie alle telecamere ho potuto monitorarlo e, facendo come descritto, sopra lui non ha mai tentato di aprire una porta. Se invece esco e chiudo la porta senza il nostro rituale, ecco che lui si agita, non capisce cosa succede, va in stress e apre la porta per seguirmi.

I lati positivi

Naturalmente non ci sono solo le cose “che non vanno”. Balto, ad esempio, è un cane da canile che ha imparato a giocare. Non tira a guinzaglio, conosce i comandi di base e li esegue quando richiesto. Cosa molto importante, può essere portato ovunque, è molto socievole e docile, soprattutto con le donne e con altri animali. Non ha mai usato l’aggressività come mezzo per uscire da una situazione a lui sfavorevole e non mendica a tavola.

Una definizione, tante idee

Non posso definire Balto un “cane perfetto”, perché, come già detto, ci sono cose che vanno migliorate. Ma cosa è un cane perfetto? Ho conosciuto cani, eccezionali in campo gara, che però non possono stare al bar mentre il proprietario beve un caffè. Ognuno ha, la propria idea di cane perfetto.

Se superasse le sue paure nei confronti dei bambini e di cani grandi sconosciuti, per me Balto sarebbe il cane perfetto, per il semplice fatto che non è un cane fuori controllo e posso andare ovunque con lui.

Una questione di dedizione… e di tempo

In conclusione, vorrei fare notare che il cane è educabile utilizzando e gestendo in maniera adeguata le risorse (cioè tutto quello che lui ritiene importante: gioco, cibo, contatto sociale…), senza usare la forza o le punizioni. La rieducazione del cane con uno specifico problema richiede dedizione e tempo. Per Balto ci sono voluti dagli otto ai dieci mesi per diventare meno reattivo al guinzaglio. Anche i cani degli educatori, istruttori e addestratori hanno delle imperfezioni ma di nuovo sorge la domanda: cosa è il “cane perfetto”?

Comportamenti alternativi

Non dimentichiamo che in certi contesti (sicuri) è giusto che ogni tanto il cane si comporti “da cane”. Se qualcosa non ci piace del nostro beniamino, o ci crea difficoltà, dobbiamo impegnarci e insegnare al cane un altro comportamento più adeguato. I nostri amici arrivano nelle nostre case con un bagaglio, un “software”, spetta a noi gestirlo nella giusta maniera e nel rispetto della specie. E ora, tutti fuori a giocare con il nostro cane!

“Cosa è un cane perfetto? Ho conosciuto cani, eccezionali in campo gara, che però non possono stare al bar mentre il proprietario beve un caffè”. “Forse non potrò mai fare una gara di obbedienza con Balto, primo perché di fatto non l’ho mai ‘testato’ sul quel piano, secondo perché non sono adatta a fare gare poiché mi agito troppo e lui ne risentirebbe.

Quello che però è importante per me è che Balto non è più un cane fuori controllo e posso andare ovunque con lui”. “Il cane è educabile utilizzando e gestendo in maniera adeguata le risorse (cioè tutto quello che lui ritiene importante: gioco, cibo, contatto sociale…), senza usare la forza o le punizioni”.

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