Punture di insetti al cane e al gatto pronto intervento per quadrupedi

Naturalmente vivaci e curiosi, durante la bella stagione i nostri amici a quattro zampe possono imbattersi in incontri ravvicinati con insetti nocivi. Vediamo cosa fare in caso di punture da parte di api, vespe e calabroni.

A cura della Dott.ssa FEDERICA MICANTI Medico Veterinario

L’ape europea

L’ape europea (Apis millifera) è la specie più diffusa al mondo. Originaria di Europa, Africa e parte dell’Asia, da qui successivamente fu introdotta in America e Australia. La particolarità di questo insetto è quella di possedere ad una estremità del corpo un aculeo, o pungiglione. Esso è formato da uno stilo lungo e sottile che nella parte prossimale si allarga in un bulbo cavo. 

L’ape possiede anche un vero e proprio “sacco del veleno” alimentato da due ghiandole, il cui secreto viene miscelato ed iniettato nella ferita al momento della puntura. Il veleno ha molte componenti, alcune delle quali non ancora identificate, tra cui istamina (che determina reazioni allergiche), alcune proteine come la mellitina, enzimi e molti altri tipi di sostanze. Al momento della puntura, al veleno si mescola una sostanza (feromone) che funge da allarme per altre operaie e le attira sulla malcapitata vittima.

Morte certa

Un’ape operaia muore nel giro di qualche minuto dopo aver usato il suo pungiglione, poiché tutto l’apparato del veleno e le viscere vengono strappate dal corpo dell’ape, assicurando così un’azione protratta dell’aculeo che continua la penetrazione e ad iniettare veleno nella ferita anche dopo che l’ape si è allontanata. Quando l’ape infigge il suo pungiglione nel tessuti della vittima, esso non può più essere estratto a causa degli uncini che fungono da vero e proprio “arpione”, ancorandosi ai tessuti della vittima. L’aculeo che rimane nella ferita è in grado di continuare da solo la penetrazione e ad iniettare il veleno. 

È facile accorgersi se il nostro amico a quattro zampe è stato punto da un insetto nocivo. Infatti il cane si spaventa, guaisce e tende a leccare la parte colpita. Di lì a poco inizia il gonfiore più o meno esteso e talvolta anche le difficoltà respiratorie.

Punture dolorose

Anche le vespe sono insetti dell’ordine degli imenotteri, della lunghezza di 1-5 cm. Le femmine sono dotate di un aculeo velenoso che infligge una puntura molto dolorosa, che utilizzano come arma di difesa e che può essere molto pericolosa perché in grado di scatenare pericolose forme allergiche. Il calabrone è la più grande delle vespe europee, pericolosa sia per l’uomo sia per gli animali. Di solito realizza attorno ad aree abitate i nidi, che tende a difendere diventando particolarmente aggressivo (anche se di norma, come gli altri insetti, tende a fuggire di fronte ad animali più grandi).Carnivoro, si nutre di altri insetti tra cui diverse altre specie di api e vespe.

Una minaccia concreta

Il calabrone può rappresentare in molti casi una minaccia concreta. Infatti l’insetto, in caso di puntura, inietta nel corpo della vittima una dose minima di veleno che nel caso dell’uomo non comporta necessariamente problemi, a meno che non si verifichi una reazione anafilattica oppure a meno che non sia presente un numero elevato di punture che necessariamente comportano un aumento della quantità di veleno in circolo. Tuttavia possono insorgere gonfiore e difficoltà respiratorie fino al soffocamento.

In caso di puntura, è sempre meglio rivolgersi al proprio medico veterinario di fiducia che saprà intervenire adeguatamente.

Curiosi per natura

I nostri amici a quattro zampe rischiano di essere punti per la loro naturale curiosità che li porta a “ficcare” il naso nei posti più strani, quando corrono o passeggiano nei prati, giardini e orti. In caso di puntura, si possono scatenare pericolose forme allergiche ed anche shock anafilattico che può condurre a morte.

Nei casi più lievi si assiste a un rigonfiamento del muso intero, del labbro oppure della zona intorno agli occhi. La puntura provoca dolore e infiammazione locale. In alcuni casi poi si può arrivare ad un rigonfiamento notevole del muso, con edema generalizzato che può estendersi fino alla gola e alla laringe, causando soffocamento e morte. 

È sempre meglio rivolgersi al proprio Medico Veterinario di fiducia che saprà intervenire in base alla localizzazione della puntura e all’entità dei sintomi. La terapia consiste in quasi tutti i casi in una dose abbondante di cortisone, meglio se somministrata endovena e flebo. In più, a seconda dei casi, sarebbe consigliabile un antibiotico di copertura.

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